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Quella delle livree celebrative o speciali è ormai diventata una moda diffusissima nel motorsport, se prima era prassi mantenerne una sola durante tutta la stagione, ora è più che normale portare in pista disegni e colori diversi anche più di una volta l’anno, con risultati non sempre riuscitissimi (i ferraristi che hanno assistito al recente GP di Miami ne sanno qualcosa) ma quella che Toyota ha presentato per i 40 anni dal debutto a Le Mans, lasciatecelo dire, merita già la vittoria assoluta. Il motivo con base rossa e striature bianche è infatti ispirato alla mitica TS020, conosciuta dai più come GT-One, che gareggiò nel 1998.
Seppur con quasi 30 anni sulle spalle, la GT-One può essere considerata il primo prototipo Le Mans dell’era moderna. Quella del 1998 precisamente, ha una storia abbastanza particolare. In quell’anno la maratona francese è ancora un evento senza valenza iridata ma da metà anni ‘90 ricomincia a riprendere appeal e le case tornano ad interessarsi alla gara ripopolando la griglia con team ufficiali. La classe senza dubbio più affascinante è quella delle GT1, che già gareggiano nel neonato Campionato FIA GT. Le auto, nella pratica derivate da modelli stradali, sono in realtà diventate quasi dei prototipi grazie alle norme regolamentari molto permissive. Per eleggere una vettura nella categoria infatti è sufficiente che sia presente un vano portabagagli che possa contenere una valigia di dimensioni standard e la produzione di un solo esemplare stradale. Ovviamente con queste premesse, si sperimenta la qualunque per eleggere le proprie vetture, e le GT1 di fine anni ‘90 infatti diventano delle homologation special assolutamente iconiche. Mercedes CLK GTR, McLaren F1 Longtail, Nissan R390 GT1 e Porsche 911 GT1 sono solo alcuni esempi. Toyota dunque prende la palla al balzo e sfruttando queste falle regolamentari comincia a sviluppare una macchina che possa essere eletta nella classe GT1 per la gara del 1998. Nasce così la GT-One.
Nelle forme la nuova creatura della casa nipponica è sostanzialmente un prototipo con abitacolo chiuso con forme estremamente aerodinamiche ed enorme ala posteriore, ma il team riesce a convincere i commissari che lo spazio dove è situato il serbatoio per la gara potrebbe in teoria ospitare un vano portabagagli. Una scusa bella e buona ma sufficiente per rendere la macchina eleggibile per la classe GT1. Vengono prodotti due esemplari stradali fuori di testa in livrea rossa con interni beige e con tutti gli accessori necessari per renderla guidabile su strade pubbliche. Immaginate solo per un attimo di passeggiare per le vie del centro in qualche quartiere d’élite e di vedere passare una di queste vetture a pochi metri da voi. Purtroppo, o per fortuna, le due GT-One stradali vengono immediatamente spedite in un museo e mai vendute.
La gara del 1998 si prospetta incredibilmente emozionante con un parterre di vetture di assoluto rispetto ma nonostante il grande potenziale, le 3 GT-One non arrivano al successo. Nel 1999, per evitare l’exploit dell'anno prima, vengono adottate regole più restrittive per le GT1, e viene istituita la nuova classe LM GTP per i prototipi stile GT-One libera da vincoli di produzione di serie. Toyota anche in questo caso si presenta da favorita, e va ancora più vicina ad una vittoria che però sfuma anche a causa di varie forature ad alta velocità causate dalla particolare conformazione della coda e del diffusore. Toyota, che da lì in poi decide di concentrarsi unicamente sul progetto F1 di prossimo debutto, manda in pensione la GT-One dopo appena due stagioni agonistiche, che le bastano però per entrare nella memoria collettiva degli appassionati. A 40 anni dal debutto a Le Mans non stupisce quindi che Toyota abbia deciso di celebrare con questa splendida livrea la sua vettura probabilmente più famosa, tanto veloce e bella quanto poco vincente.