Marchionne: «Su Alfa Romeo abbiamo sbagliato due cose»

Marchionne: «Su Alfa Romeo abbiamo sbagliato due cose»
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Daniele Pizzo
L'ad ha spiegato perché il Biscione ha fallito l'obiettivo delle 400.000 vetture stabilito nel 2014 e perché è fiducioso nel futuro di Alfa
6 giugno 2018

Punti chiave

L'obbiettivo del piano industriale 2018-2022 per Alfa Romeo parla di un volume di 400.000 vetture da raggiungere entro il 2022. Durante l'incontro tra Sergio Marchionne e i giornalisti al Lingotto, però, è stato fatto notare che è il medesimo target contenuto nel precedente piano industriale 2014-2018.

I conti dicono che nel 2018 Alfa Romeo ha raggiunto un volume di 170.000 vetture, ovvero inferiore alla metà di quanto preventivato quattro anni prima. Con molta chiarezza Sergio Marchionne ha spiegato cosa e perché è stato sbagliato in questi ultimi quattro anni e perché il piano 2018-2022 per Alfa Romeo è fattibile.

«Devo confessare – ha riferito Marchionne - che abbiamo fatto due sbagli: abbiamo sottostimato la complessità industriale di un brand così complesso come Alfa Romeo. E ciò ha provocato dei ritardi nella sequenza di lancio con costi aggiuntivi che adesso però abbiamo ampiamente sotto controllo e che hanno rallentato lo sviluppo della gamma. Questo è stato il primo problema».

«Il secondo sbaglio – ha proseguito l'ad - è che abbiamo sottovalutato la reazione dei nostri competitor tedeschi all'introduzione di Alfa. Abbiamo riscontrato in questi anni come fosse molto più difficile penetrare il mercato premium di come pensavamo originariamente. Credo che però la strada che abbiamo illustrato stamattina sia quella giusta per andare avanti. Il target di 400.000 vetture che abbiamo stabilito per il 2022 è inferiore a quello che avevamo per il 2018 nel 2014. Abbiamo ridimensionato le nostre stime. Credo quindi che ora siamo molto più consapevoli sulle difficoltà che comporta il rilancio di questo brand.

Se oggi però mi chiedeste se lo farei di nuovo, risponderei che certamente lo rifarei. Non lo rifarei di sicuro alla stessa maniera, ma mi lancerei nuovamente in questa impresa. Penso che in futuro saremo molto più cauti nello stimarela fattibilità nell'industrializzazione delle soluzioni tecniche che vogliamo introdurre. Quello che abbiamo finora fatto però ha un valore enorme e lo dimostrano i numerosi premi conquistati dalla Giulia».

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