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In un momento storico in cui le auto diventano sempre più grandi, tecnologiche e costose, Dacia sceglie la direzione opposta. Con la Hipster Concept, la casa romena del gruppo Renault immagina una minicar elettrica compatta, concreta e democratica, capace di offrire spazio, semplicità e autonomia urbana a un prezzo che potrebbe rivoluzionare il segmento delle citycar elettriche.
Un’auto pensata per la città, ma che vuole liberarsi dalla percezione di “giocattolo”, puntando a funzionalità reali e quattro posti veri, il tutto in soli tre metri di lunghezza.
Per capire quanto questa visione sia realistica, la confrontiamo con due proposte già sul mercato e concettualmente vicine: la Microlino, micro-EV dallo stile rétro svizzero, e la Citroën Ami, l’estremo opposto per semplicità e accessibilità. Tre visioni diverse della mobilità urbana elettrica, tre modi per rispondere alla stessa domanda: cosa serve davvero, oggi, per muoversi in città?
La Dacia Hipster nasce come manifesto di una nuova essenzialità. È lunga appena 3 metri, ma offre 4 posti reali e un bagagliaio da 500 litri, una cifra impressionante per le sue dimensioni. L’obiettivo dichiarato da Dacia è quello di creare un veicolo elettrico semplice, economico e concreto, riducendo peso, complessità e costi di produzione.
La casa di Mioveni, del resto, ha costruito il proprio successo su una filosofia precisa: offrire l’essenziale senza rinunce superflue. Con la Hipster, questa filosofia viene tradotta in chiave elettrica e sostenibile.
L’auto promette un peso sotto gli 800 kg, ottenuto grazie all’utilizzo di plastiche riciclate a vista, materiali grezzi non verniciati e strutture semplificate. Secondo Dacia, ciò permetterebbe di ridurre del 20-25% le emissioni nella fase di produzione rispetto a un’elettrica convenzionale.
Se dovesse arrivare alla produzione, il prezzo d’attacco potrebbe collocarsi sotto i 15.000 euro, posizionandosi al di sotto della Dacia Spring e andando a coprire una fascia di mercato oggi praticamente vuota: quella della vera citycar elettrica low-cost.
Il design della Hipster rompe con gli stilemi classici del brand, pur mantenendo una riconoscibilità immediata. Le superfici sono pulite, squadrate e verticali, con un’impostazione quasi “da cubo compatto”. L’obiettivo non è piacere con linee emozionali, ma massimizzare spazio e funzionalità.
Il frontale è dominato da un fascione chiuso con inserti in plastica non verniciata e da fari LED incastonati in un disegno orizzontale che ne enfatizza la larghezza. Il cofano corto e rialzato le conferisce un aspetto robusto, quasi da mini-SUV urbano.
Sui fianchi si notano pannelli grezzi, senza vernice lucida, un dettaglio coerente con la filosofia “no-nonsense” di Dacia. Le maniglie tradizionali spariscono, sostituite da strap in tessuto, mentre le barre sul tetto sono vere e proprie strutture portanti, pensate per agganciare accessori o carichi leggeri.
Dietro, il portellone è verticale e consente un’apertura ampia che facilita il carico di oggetti voluminosi. Il paraurti integra una protezione nera che ne accentua l’anima pratica. L’intera carrozzeria sembra pensata per resistere alla vita di città, ai graffi e ai piccoli urti da parcheggio.
Il risultato è un’auto dal look volutamente “anti-glamour”: essenziale, funzionale e autentica. Proprio come Dacia vuole essere.
L’abitacolo è l’emblema della filosofia “essential by design”. Tutto è ridotto all’essenziale, ma con intelligenza. I sedili sono realizzati con tela e reti elastiche, ispirati al mondo outdoor, per risparmiare peso e migliorare la traspirabilità. I pannelli porta lasciano intravedere la struttura interna e gli elementi di fissaggio, trasformando la semplicità in linguaggio estetico.
Il posto guida è dominato da un supporto centrale per smartphone, che funge da schermo infotainment e chiave digitale: niente display, niente software proprietari costosi, solo ciò che serve. La filosofia è “bring your own device”, una scelta che abbatte costi e aggiornamenti.
Il sistema modulare YouClip, già visto su altri modelli Dacia, qui assume un ruolo centrale: consente di fissare portabicchieri, ganci, lampade o casse Bluetooth in punti strategici dell’abitacolo, rendendo l’auto personalizzabile a seconda dell’uso.
Sorprende lo spazio interno: nonostante le dimensioni esterne ridottissime, i quattro sedili veri sono ben sfruttabili grazie al pianale piatto e al passo lungo in rapporto alla lunghezza. Il bagagliaio da 500 litri (valore dichiarato con soli 2 posti in uso) è reso possibile da una disposizione intelligente delle batterie sotto il pavimento e da un posteriore squadrato.
La Hipster nasce con l’obiettivo di offrire il minimo necessario, ma fatto bene. Il motore sarà probabilmente lo stesso della Dacia Spring — un’unità elettrica da circa 33 kW (45 CV) — o una sua evoluzione da 50-60 CV, sufficiente per l’ambiente urbano.
La batteria, realizzata in tecnologia LFP (litio ferro fosfato), dovrebbe garantire 150-200 km di autonomia reale, con velocità massima limitata a 90 km/h. Il focus è sulla leggerezza e sull’efficienza, non sulla potenza.
La ricarica potrà avvenire da presa domestica o wallbox, con potenze di 3,7-7,4 kW: tempi non record, ma perfettamente in linea con l’utilizzo quotidiano urbano.
Microlino
Il Microlino è una delle proposte più originali del panorama elettrico europeo. Nato in Svizzera e prodotto in Italia, si ispira apertamente alla BMW Isetta degli anni ’50, reinterpretandola in chiave moderna. È un’auto che non nasconde il suo lato ironico, ma che allo stesso tempo offre una reale alternativa alle citycar tradizionali.
Con 2,52 metri di lunghezza e due posti, rappresenta la sintesi perfetta tra motorino e automobile: agile, sicuro e sorprendentemente solido per la sua taglia.
Design esterni
Il look è inconfondibile: carrozzeria a uovo, porta frontale incernierata che si apre in avanti, fari tondi e profilo armonico. È una microcar che strappa un sorriso, ma anche una certa curiosità tecnica: le proporzioni sono perfette per la città e la costruzione, in acciaio e alluminio, garantisce una robustezza superiore a quella delle micro EV in plastica.
Colori vivaci, finiture bicolore e dettagli cromati ne fanno un piccolo oggetto di design, capace di catturare l’attenzione anche di chi non è interessato all’auto in senso tradizionale.
Interni
Dentro, il Microlino è semplice ma curato. I materiali sono piacevoli, la disposizione razionale. C’è spazio sufficiente per due adulti e un bagagliaio da 230 litri, più che accettabile per la categoria. La plancia è pulita, con un piccolo display davanti al conducente e un vano centrale per lo smartphone. Tutto è pensato per pesare poco e durare nel tempo.
Motorizzazioni e prestazioni
Tre batterie disponibili: 6, 10,5 e 14 kWh, con autonomie da 90 a 230 km a seconda della versione. Il motore elettrico da 12,5 kW (17 CV) spinge l’auto fino a 90 km/h, rendendola adatta anche alle tangenziali.
Il prezzo parte da circa 18.000 euro, salendo fino a 26.000 per la versione “Spiaggina”. Un costo non basso, ma giustificato da una costruzione di qualità e da una produzione europea.
Citroën Ami
Introduzione
La Citroën Ami è la microcar elettrica più venduta in Europa e rappresenta l’estremizzazione del concetto di mobilità minima: due posti, 75 km di autonomia e prezzo sotto i 10.000 euro. La sua erede spirituale sarà la Mobilize Duo, che riprenderà la stessa filosofia ma con un design più moderno e una batteria leggermente migliorata.
Design esterni
L’Ami è un cubo su ruote, simmetrico e funzionale: porte identiche montate al contrario sui due lati, pannelli in plastica grigia, fari tondi e look inconfondibile. Tutto è pensato per essere economico da produrre, riparare e personalizzare. È un mezzo cittadino puro, che non pretende di essere un’auto nel senso classico.
Interni
Dentro si respira la stessa filosofia: niente superfluo, tutto funzionale. Due sedili rigidi ma spaziosi, un piccolo cruscotto digitale e un vano davanti al passeggero per lo zaino o la borsa. Le plastiche sono dure ma resistenti, la visibilità è eccezionale. Il comfort è minimo, ma sufficiente per tragitti brevi.
Prestazioni e autonomia
Il motore da 6 kW (8 CV) consente una velocità massima di 45 km/h, rientrando nella categoria dei quadricicli leggeri, guidabili anche a 16 anni. La batteria da 5,5 kWh garantisce 70–75 km di autonomia. Non è un’auto da viaggio, ma uno strumento di spostamento urbano economico e sostenibile.