Nuova Toyota Prius Plug-In (PHEV), l'auto garantita "anti-catastrofe"

Nuova Toyota Prius Plug-In (PHEV), l'auto garantita "anti-catastrofe"
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La variante PHEV della Prius è un ottimo equilibrio per “salvare il pianeta”, secondo Toyota. E questo per una serie di accorgimenti sottili ma importanti, oltre alle funzionalità intrinseche dei plug-in che già conosciamo
5 aprile 2023

Che la mobilità debba diventare “sostenibile” non ci sono dubbi. Al di fuori del metodo, ciò che conta è raggiungere un equilibrio tale per cui possiamo continuare a godere delle stesse comodità in termini di trasporto privato, senza che ciò vada a minare la salute del pianeta - o meglio dell’essere umano, perché oggettivamente siamo noi ad aver bisogno del pianeta Terra, non certo il contrario.

Per Toyota, principale pioniera di quella che fu l’inizio dell'elettrificazione ormai circa 20 anni fa, la Prius ibrida plug-in (PHEV) potrebbe essere un’esplicita dimostrazione di ciò che potrebbe essere questo ricercatissimo equilibrio… e ironia della sorte, è anche la nuova generazione di un modello che fece da apripista per l’elettrificazione ai tempi. Ma perché potrebbe essere così equilibrata, rispetto a una vettura elettrica che di fatto non emette nulla allo scarico nella fase di utilizzo?

Consumi e sfruttabilità dell'ibrido plug-in

Sappiamo già da tempo come Toyota creda molto nella neutralità tecnologica e sia più "restia" al "tutto elettrico". E questo perché ad un problema non per forza esiste un’unica soluzione, dunque merita quantomeno tentare di approfondire più strade contemporaneamente per risolvere la questione a 360 gradi - il che significa auto elettriche, ma anche ibride, così come l’idrogeno fuel cell. Una filosofia di pensiero condivisa anche da molti altri produttori giapponesi, per altro.

In questo senso il plug-in hybrid gode di vantaggi interessanti: una batteria ricaricabile alle colonnine già sostanziosa per garantire una certa autonomia in elettrico, fra gli 87 km e i 105 km nel caso della Prius PHEV in base alla gommatura, ma anche la presenza di un motore termico per non soffrire di ansia da ricarica e poter affrontare nel massimo della serenità un viaggio più lungo fin da subito, anche di fronte a un’infrastruttura di colonnine ancora da completare. Ma al di fuori delle scene autostradali, comunque, la corposa componente elettrica sarà sempre la prioritaria nel movimento della vettura, garantendo emissioni ridotte al minimo in città quasi al pari di un’elettrica (purché si ricarichi la batteria, naturalmente).

E qui allora si parla anche di consumi: la Prius PHEV, che gode di 223 CV di potenza anche grazie al 2.0L termico, riesce ad essere omologata con consumi dichiarati fino a 30,1 km/L - praticamente il doppio della stragrande maggioranza di citycar con tradizionali motori 1.0L tre cilindri a benzina nell’uso cittadino. 

Sistema di alimentazione esterna

Un altro modo di sostenere la transizione energetica potrebbe essere proprio il sistema di alimentazione esterna della Prius PHEV con potenza di 1.500 W (1.5 kW). Magari non si tratterà di una componente mai vista prima, ma l’abbiamo vista più spesso su vetture elettriche con batterie molto più grandi anziché su auto plug-in. E comunque, anche in questo caso, la diffusione di questa opzione è lungi dall’essere capillare al momento.

Questo sistema permette alla macchina di fornire l'energia elettrica stoccata nella batteria per altri usi al di fuori della motopropulsione, come ad esempio la corrente ad un’intera abitazione nel caso di un blackout… o in serenissimi momenti di attività all’aperto dove potrebbe servire dell’energia elettrica.

E probabilmente voi starete pensando qualcosa del tipo: “Parliamo di una plug-in e dunque di una batteria molto più compatta rispetto alle elettriche, quindi un’autonomia relativamente ridotta per l’alimentazione esterna… e poi se dovessi arrivare con la batteria scarica e ne avessi bisogno?

Ebbene, sappiate che Toyota ci ha pensato e per questo motivo esiste anche una modalità di emergenza specifica per questi casi: la batteria viene utilizzata come fonte di energia elettrica per alimentazione esterna, ma collabora anche con l’accensione del motore a combustione per garantire costantemente questa energia in situazioni di necessità.

1.250 km gratis all'anno

Abbiamo visto l’uso del plug-in dai consumi ridotti, abbiamo parlato di alimentazione esterna, e ora ovviamente parliamo di ricarica… ma non di ricarica qualunque, di ricarica totalmente gratuita

No, non si tratta di un’azione di marketing Toyota, si parla di pannelli fotovoltaici: la Casa nipponica ha dotato la Prius PHEV di un sistema di ricarica solare di nuova generazione sul tettuccio, che converte in modo più efficace possibile l’energia fotovoltaica accumulata magari durante la sosta in energia elettrica da stoccare nella batteria. 

Secondo i calcoli e le rispettive conversioni di energia risparmiata, significa recuperare fino a 1.250 km all’anno - e questo senza spendere un centesimo, ma semplicemente sfruttando l’energia continua prodotta dalla nostra Stella. E al di fuori delle soste in cui si accumulano chilometri di autonomia, durante la marcia i pannelli fotovoltaici diventano utili per alimentare il climatizzatore dell’auto senza dover richiedere energia alla batteria destinata al propulsore.

Dunque, che l’elettrificazione (ibrido o 100% EV) sia uno dei modi più radicali per risolvere la questione inquinamento e sostenibilità non ci sono molti dubbi, ma in pieno stile giapponese Toyota ha voluto dimostrare che i dettagli possono fare la loro parte e, tante volte, la differenza.

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