Stellantis, arriva lo stop della produzione a Cassino: futuro sempre più incerto

Stellantis, arriva lo stop della produzione a Cassino: futuro sempre più incerto
Pubblicità
Non c’è tregua per lo stabilimento Stellantis di Cassino
27 ottobre 2025

Arriva un nuovo stop produttivo a Cassino che interesserà gli impianti di montaggio, lastratura e verniciatura da lunedì 3 a venerdì 7 novembre. Una settimana di fermo che si aggiunge a una lunga serie di interruzioni, portando il totale dei giorni di inattività a quasi 90 nel solo 2025, ben oltre la metà dei giorni lavorativi dell’anno.

I numeri raccontano meglio di qualsiasi dichiarazione la crisi dello stabilimento frusinate: tra gennaio e settembre sono state prodotte appena 14.135 unità, somma di Alfa Romeo Giulia, Stelvio e Maserati Grecale. Un dato drammatico se confrontato con i 135.263 veicoli del 2017: in sette anni la produzione si è ridotta di quasi il 90%. Oggi, il turno unico è diventato la norma e, sempre più spesso, non basta nemmeno quello, come dimostrano i continui stop decisi dalla direzione aziendale.

Alla crisi produttiva si aggiunge quella occupazionale, a giugno Stellantis e i sindacati (con l’eccezione della Fiom) hanno raggiunto un accordo per gli esodi incentivati: su 600 esuberi previsti, 250 lavoratori lasceranno l’azienda entro fine anno, pari a circa un decimo dei 2.400 dipendenti attuali. Nel frattempo, anche gli ammortizzatori sociali sono in via di esaurimento, aggravando ulteriormente la tensione tra i lavoratori e il territorio.

I progetti futuri (e lontani)

Cassino dovrebbe essere al centro dei piani futuri di Stellantis, con la produzione delle nuove generazioni di Giulia e Stelvio. Tuttavia, le previsioni interne parlano di una ripresa graduale solo dal secondo semestre del 2026, lasciando per i prossimi mesi uno scenario di incertezza e sottoutilizzo degli impianti.

La notizia del nuovo stop è arrivata proprio mentre il senatore Carlo Calenda si trovava davanti ai cancelli dello stabilimento. Il leader di Azione ha denunciato un piano di deindustrializzazione che, a suo dire, sarebbe “concordato tra Stellantis e il governo” e destinato a compiersi “dopo le elezioni del 2027”. “Se non si interviene subito – ha dichiarato Calenda – nel giro di due anni non avremo più un’industria automobilistica in Italia”.

Lo stabilimento di Cassino, un tempo fiore all’occhiello della produzione Alfa Romeo, oggi è diventato il simbolo della crisi del settore automobilistico italiano. Tra fermate continue, riduzioni di personale e prospettive sempre più incerte, la fabbrica sembra avviarsi verso una lenta agonia industriale, in attesa di un rilancio che, per ora, resta soltanto sulla carta.

 

Fonte: ilFattoQuotidiano.

Naviga su Automoto.it senza pubblicità
1 euro al mese
Pubblicità