Stellantis in due anni cambierà la rete vendita

Stellantis in due anni cambierà la rete vendita
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Via i vecchi concessionari, spazio ad un inedito sistema multimarche, aggiornato alle direttive europee
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
20 maggio 2021

L’avvento di Stellantis porta grandi cambiamenti anche alla rete commerciale, che nelle prossime due stagioni sarà rivoltata completamente, come un calzino: quello annunciato attraverso una comunicazione inviata a tutti i rivenditori ed alle associazioni di categorie europee, infatti, non è solo tecnicamente un avviso di disdetta per i concessionari, ma prefigura un nuovo modello di vendita, basato su un sistema multimarche.

Entro due anni, come detto, Stellantis sarà presente sul mercato con una rete commerciale tutta nuova: i titolari delle rivendite Alfa Romeo, Fiat, Jeep e Lancia, oltre ovviamente ca va san dire a quelli Citroen, DS Automobiles, Opel e Peugeot, hanno ricevuto notifica del cambiamento previsto in teleconferenza: «Stellantis, per allinearsi ai cambiamenti normativi e alle evoluzioni dell'industria automobilistica - come riporta un portavoce del gruppo - ha deciso di rafforzare i propri canali di distribuzione in Europa, promuovendo un modello sostenibile, dinamico, snello ed efficiente per tutti i suoi brand. I rappresentanti dei concessionari europei saranno coinvolti nello sviluppo dei piani futuri e della strategia di distribuzione di Stellantis che, in linea con il quadro europeo Ber effettivo da giugno 2023, aprirà la strada a un nuovo schema di distribuzione. Questo nuovo modello porterà benefici ai clienti, alla rete di distribuzione e alla stessa Stellantis, creando un ecosistema più efficiente e sostenibile al passo con l'evoluzione del settore automobilistico».

È ancora presto per valutare quali potranno essere le ripercussioni di questa decisione per il mercato italiano, ma in Francia ed Inghilterra la notizia è stata accolta con preoccupazione dai singoli dealer: la scelta di Stellantis, infatti, pare prefigurare una riduzione del numero dei concessionari, con quelli più piccoli che potrebbero essere fagocitati dalle strutture di maggiori dimensioni.

In Italia, ricordiamo, a giugno 2020 Federauto censiva 1.294 concessionari attivi, numero in contrazione rispetto al picco di quasi 2.800 toccato nel 2007; nel 2009, anno ancora non influenzato dalla pandemia, il fatturato del comparto vendita aveva sfiorato i 40 milioni di euro.

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