Effetto Covid: meglio l’ibrido dell’elettrico?

Effetto Covid: meglio l’ibrido dell’elettrico?
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
L’annuale ricerca Deloitte sulle tendenze del mercato segnala nuove dinamiche nell’approccio alla scelta dell’auto
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
27 aprile 2021

Più ibrido che elettrico puro, ed attenzione a dare per spacciate le vetture a benzina e diesel: agli italiani pare ora piacere più la formula del plug-in rispetto al full electric, ed a sorpresa pare tornare un interesse per i motori endotermici.

A leggere i risultati finali dell’annuale ricerca compiuta da Deloitte riportati nel Global Automotive Consumer Study 2021, che analizza un campione di oltre 24.000 intervistati in più di venti nazioni, emerge qualche sorpresa, soprattutto relativa alle preferenze espresse dai consumatori italiani.

«I nostri concittadini - rileva Giorgio Barbieri, Automotive Sector Leader di Deloitte - si confermano molto interessati alla mobilità elettrica ed infatti sono infatti i modelli ibridi-elettrici o plug-in a registrare la crescita maggiore rispetto alla scorsa edizione del report. L’ibrido appare come soluzione ideale per avvicinare gradualmente i consumatori alla mobilità elettrica in tempi di incertezza, coniugando benefici economici, sensibilità ambientale, maggiore autonomia di guida e facilità di rifornimento, nonché prezzi di listino meno impegnativi rispetto ai modelli full-electric».

Oltre alla sensibilità ambientale, le principali motivazioni per passare all’elettrico sono di carattere economico: risparmio sui costi di alimentazione, incentivi e agevolazioni economiche, minori costi di manutenzione.

Resta però molto alta l’indicazione della mancanza di infrastrutture di ricarica (29%) e di autonomia del veicolo (27%) come elementi che ostacolano una maggiore diffusione dei modelli elettrici in Italia. 

E mentre la grande maggioranza degli intervistati (73%) si dichiara non disposto a spendere più di 30.000 euro per acquistare una vettura elettrica, si conferma prioritario il rapporto diretto con le concessionarie tradizionali, malgrado la forte spinta delle aziende alle trattative online: lo studio Deloitte rivela che l’80% dei nostri connazionali considera indispensabile recarsi di persona a visionare una vettura, che solo il 14% si dichiara pronto per acquisti via computer.

«Fra le principali ragioni alla base di questa preferenza - aggiunge Barbieri - vengono citati fattori come la possibilità di osservare, esaminare e toccare con mano il veicolo prima dell’acquisto, svolgere un test-drive e di negoziare personalmente il prezzo finale. Inoltre, l’importanza dei dealer come punto di contatto essenziale fra Casa madre e cliente è confermata dal fatto che, anche fra coloro che vorrebbero acquistare un’auto online, il sito della concessionaria sarebbe comunque il canale preferenziale a cui si rivolgerebbero. Insomma, è sempre la concessionaria il player capace di instaurare il legame di fidelizzazione più forte con il cliente finale».


 

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