T-Red di Segrate: richieste condanne severissime per 7 imputati

T-Red di Segrate: richieste condanne severissime per 7 imputati
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Dopo cinque anni di battaglie, sono arrivate le pesantissime richieste di condanna per i sette imputati del processo che mette sul tavolo la presunta irregolarità dei T-Red di Segrate. Abbiamo intervistato in esclusiva Francesca Fuso, l'avvocato che ha dato origine al processo e che difende 143 cittadini
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
16 ottobre 2013

Il processo di primo grado per gli imputati coinvolti nella spinosa vicenda dei T-Red di Segrate, ben documentata dal nostro editorialista Enrico De Vita – che al processo era anche consulente di parte civile (cioè dei multati) - arriva al giro di boa.

Accuse gravisseme per 7 imputati

Oggi infatti il Pubblico Ministero del processo che si svolge al Tribunale di Milano ha confermato i capi di accusa per sette imputati, che se dovessero essere ribaditi dai giudici con la sentenza di primo grado, rappresenterebbero una vera svolta nelle cronache giudiziarie.

Spunta l'associazione a delinquere

Sarebbe la prima volta infatti che personaggi coinvolti nella vendita di telecamere per rilevazioni semaforiche irregolari e amministratori pubblici che ne hanno deciso l’acquisto, l’installazione e le modalità di impiego verrebbero accusati del grave reato di associazione a delinquere e di turbativa d'asta

Francesca Fuso, l'avvocato che difende 143 cittadini solo per un ideale

Al termine della giornata di mercoledì, una volta svelati i pesanti capi d’accusa che riguardano gli imputati, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Francesca Fuso, coraggioso avvocato che, dopo aver effettuato accurate indagini, cinque anni fa presentando un esposto ha fatto partire il processo sui T-Red di Segrate.

seconda foto verbale Cassan
Il PM ha formulato richieste di condanna severissimi contro i 7 imputati del processo sui T-Red di Segrate

 

Un processo che – è bene sottolinearlo - l’avvocato Fuso porta avanti sostenendo pesanti costi a fondo perduto, difendendo un ideale e nella convinzione che il rispetto della legge e la tutela dei cittadini vengano prima di ogni altra cosa.

 

Avv. Fuso, quali sono i nomi degli imputati e quanto rischiano dopo le richieste del PM di oggi?

«Il Pubblico Ministero ha chiesto per Cairoli della Ci.Ti.Esse (distributore esclusivo del T-Red, ndr) 5 anni e 5 mesi. Per Astorri, rappresentante della Scae (società che si era aggiudicata l’appalto di Segrate facendo un’offerta migliore della sua stessa fornitrice, la ditta Citiesse, ndr), sono stati chiesti 3 anni e 3.000 euro, per Zari, titolare del Centro Servizi, 4 anni e 4.000 euro, per Tysserand, titolare della Tecnologie per il traffico e della Tecnotraffico, 3 anni e 3.000 euro, mentre per il comandante della Polizia Locale Giona 1 anno e 6 mesi. Il PM ha chiesto poi 1 anno per il Sindaco Alessandrini e sempre 1 anno per Zanchetta, vice di Giona».

Il Pubblico Ministero ha chiesto per Cairoli della Ci.Ti.Esse (distributore esclusivo del T-Red, ndr) 5 anni e 5 mesi

 

Quali sono i capi d’accusa rivolti quest’oggi dal PM agli imputati?
«Cairoli, Astorri, Zari e Tysserand sono accusati di associazione a delinquere. Cairoli, Astorri, Giona e Zanchetta per turbativa d’asta (più di una), mentre Giona, Zanchetta, Alessandrini, Cairoli e Astorri sono accusati di abuso d’ufficio».

 

Quando ci sarà la sentenza del processo di primo grado, ovvero quando scopriremo se queste accuse verranno confermate o meno dal giudice?
«Al momento non lo possiamo ancora sapere. Sono già fissate due udienze per il prossimo mercoledì per la discussione delle difese degli imputati e la sentenza arriverà poco dopo. Diciamo comunque che tendenzialmente la sentenza di primo grado potrebbe arrivare tra il 6 e il 13 novembre».

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I T-Red di Segrate producevano 2.000 multe al giorno

 

Se un giorno, dopo eventuali processi di Appello e Cassazione, dovesse arrivare una condanna definitiva per gli imputati di questo processo, i cittadini che si sono costituiti parte civile, che lei rappresenta, riceveranno l’indennizzo del danno subìto? I danni verranno riconosciuti anche a chi non ha preso parte direttamente al processo, pur essendo stato coinvolti nei fatti del T-Red di Segrate?
«Io rappresento 143 persone per cui ho chiesto naturalmente il pagamento dei danni. Solo a chi si è costituito parte civile verrà riconosciuto un eventuale danno, a tutti gli altri no, visto che questo è un processo penale».

 

Possiamo dire che questo processo è il primo di questo genere che porta sul tavolo un’accusa pesante come l’associazione a delinquere per alcuni degli imputati?
«Credo proprio di sì, credo che sia il primo processo che riguarda rilevatori di infrazioni semaforiche irregolari che arriva a chiedere il reato di associazione a delinquere per gli imputati. A Verona infatti (dove si sta svolgendo un processo simile, ndr), non credo siano ancora arrivati al dibattimento».

Questo tipo di processo per me è stata una perdita secca in termini economici, che ha richiesto una spesa notevole e probabilmente è questa la ragione per cui gli altri avvocati non hanno proseguito in questa battaglia

 

E’ vero che ha dovuto affrontare da sola ben sette avvocati che prendevano le parti degli imputati?
«Gli avvocati di controparte sono stati più di sette, perché alcuni degli imputati disponevano di più di un difensore. In realtà non ero da sola in questa battaglia, perché inizialmente c’erano altre due parti civili che però non hanno partecipato alla fase dibattimentale».

 

Perché gli altri due avvocati che si erano messi al suo fianco in questa battaglia alla fine non hanno partecipato al processo?
«Io questo non lo so, ma bisogna sottolineare che questo processo è stato molto impegnativo, richiedeva di mettere in giocoi propri valori per raggiungere un preciso scopo. Per me questo processo è stato alquanto pesante perché ci sono state tante udienze, tanto lavoro e tante spese da sostenere. E in questo caso non è come quando si segue un cliente che alla fine ti paga per il tuo lavoro. Questo tipo di processo per me è stata una perdita secca in termini economici, che ha richiesto una spesa notevole e probabilmente è questa la ragione per cui gli altri avvocati non hanno proseguito in questa battaglia».

 

Com’è nato questo processo e che cos’è diventato oggi?
«Questo processo è nato da un mio esposto sulle modalità messe in atto dalla polizia locale di Segrate nel rilevare e sanzionare in pochi mesi ben 35.000 automobilisti transitati sotto i 5 T-Red di Segrate. L’esposto è stato presentato per portare avanti un discorso di rispetto della legalità, nell’impiego della strumentazione, nella gestione delle gare d’appalto, nella trasparenza. Poi però quando il Pubblico Ministero Robledo ha disposto il sequestro della strumentazione e delle telecamere è scaturito un processo che non ha più riguardato solo Segrate ma anche altri Comuni, assumendo proporzioni molto più grandi, che hanno richiesto numerose udienze, con tantissimo materiale probatorio da esaminare».

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