Un alunno su due andrà a scuola in auto (o in moto)

Un alunno su due andrà a scuola in auto (o in moto)
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Meno mezzi pubblici e più privati alla riapertura delle scuole. Lo conferma un'indagine
11 settembre 2020

Il Covid è riuscito a cambiare diverse abitudini ormai consolidate e impatterà enormemente anche sulla mobilità degli studenti. A pochi giorni dall'inizio della scuola, il portale Facile.it ha commissionato un'indagine per capire come si recheranno gli studenti a scuola.

Ne emerge un quadro in cui la capacità ridotta del trasporto pubblico e gli orari di ingresso scaglionati faranno optare gran parte degli alunni sui mezzi di trasporto privati, sia auto che moto.

In quale misura? Secondo il sondaggio, realizzato su un campione di famiglie italiane con figli dai 2 ai 18 anni, emerge che quest’anno quasi 1 alunno su 3, pari a circa 2,5 milioni di bambini e ragazzi (29,8%) cambierà, del tutto o in parte, mezzo di trasporto per il tragitto casa-scuola.

Il 50% ha dichiarato di farlo per paura del Covid, ma faranno comunque ricorso ad un mezzo proprio 6 alunni su 10 (pari al 57%), pari a circa 4.820.000 di bambini e ragazzi, che quest’anno raggiungeranno la scuola in auto o moto. Lo scorso anno, ad usare questo tipo di mezzo era il 50,2% degli scolari.

Cala il numero di alunni che hanno intenzione di utilizzare autobus o tram: alla ripartenza delle lezioni lo farà solo il 14,9% rispetto al 16,7% dello scorso anno. 

Ancora meno, circa il 2%, quelli che sceglieranno la metropolitana o il treno. In diminuzione anche il numero di alunni che utilizzeranno servizi quali lo scuolabus: il 5,2%, degli alunni quest’anno, mentre lo scorso anno erano il 7,6%.

In leggero aumento coloro che hanno scelto di recarsi a scuola a piedi: lo farà il 31,7% degli studenti, pari a quasi 2,7 milioni di ragazzi. Erano il 31,1%, lo scorso anno.

Il cambio di abitudini riguarderà, in particolare, i ragazzi iscritti alla scuola secondaria, sia di primo grado (il 35,8% degli studenti cambierà il modo di coprire il tragitto casa/scuola), sia di secondo grado (43,4%).

A spingere per il cambiamento saranno soprattutto le mamme (30,5%) e i genitori residenti nel Centro Italia (33,4%).

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