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Un cambio di rotta in casa Volkswagen sul fronte dei nomi delle auto elettriche. Dopo aver investito anni nella promozione della sigla ID. come emblema della sua offensiva elettrica, il costruttore tedesco annuncia un deciso dietrofront: dal 2026, le nuove auto a batteria abbandoneranno il prefisso "ID." per tornare a denominazioni tradizionali. E tutti tirano un sospiro di sollievo. Non è detto che questo cambio di indirizzo possa realmente servire per rilanciare l'interesse per le elettriche della serie ID, che Volkswagen commercializza dal 2020, ma la familiarità con nomi storici come "Polo" (che quest'anno celebra i 50 anni) può essere d'aiuto per avvicinare il mondo delle auto a batterie con meno dubbi.
Un trend che accomuna i marchi tedeschi: Mercedes ha già archiviato il marchio "EQ", Audi ha rivisto il suo sistema di numerazione pari/dispari, e ora anche Volkswagen si allinea semplificando la comunicazione.
"Le auto avranno di nuovo nomi veri", ha dichiarato Martin Sander, membro del CdA Volkswagen per vendite e marketing. Le concept car ID.2all e ID.Every1, previste per il 2026 e 2027, potrebbero recuperare nomi storici come Polo, Lupo, Fox o Up!, o adottare nuove sigle più evocative.
Questa decisione drastica punta a rendere più chiara e meno confusionali i nuovi prodotti elettrici, favorendo la coesistenza tra termico e i motori a batteria. La sfida più complessa riguarderà l’eventuale utilizzo delle denominazioni iconiche come Golf, Passat o Tiguan anche per le versioni elettriche.
Il rebranding coinciderà con l'aggiornamento della gamma ID previsto nel 2026. Intanto, sono in sviluppo una Golf completamente elettrica e una versione a batteria della T-Roc, entrambe attese per fine decennio. La strategia è chiara: legare l'innovazione al patrimonio storico, utilizzando nomi che evocano fiducia per accompagnare i clienti nella transizione elettrica, colmando il divario tra presente e futuro senza rompere con la tradizione.
Il secondo pilastro riguarda i prezzi. Il modello derivato dalla ID.2all partirà da 25.000 euro, mentre la variante più compatta si attesterà intorno ai 20.000 euro, grazie alla riduzione dei costi delle batterie e a un ripensamento della catena produttiva. "Non lasciamo nulla al caso", ha sottolineato Sander. "Ogni componente è sotto esame per garantire la redditività". Il nuovo modello sarà prodotto in Portogallo e rappresenterà un banco di prova per l'intero gruppo.
Nel mercato cinese, dove la concorrenza è agguerrita, modelli come l'ID.7 faticano a imporsi. Volkswagen non intende inseguire la politica degli sconti dei costruttori locali: "Non compriamo quote di mercato, investiamo in obiettivi strategici di lungo termine", ha affermato Sander. La strategia per la Cina prevede una nuova generazione di veicoli elettrici dedicati dal 2026, mentre il gruppo punta a mantenere la leadership nel segmento termico.
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