WEC, Porsche abbandona il mondiale Endurance: quando l’elettrico cambia le regole

WEC, Porsche abbandona il mondiale Endurance: quando l’elettrico cambia le regole
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Porsche abbandona il mondiale WEC: la crisi dei costi e la transizione all’elettrico costringono il marchio a ridurre l’impegno nelle corse endurance. Cosa cambia per Le Mans e le Hypercar?
8 ottobre 2025

Una situazione a specchio si sta consumando nel cuore di Stoccarda, un cuore che da ieri si è spezzato. Non è stato un annuncio a sorpresa, visto che se ne parlava già da tempo, ma le speranze restavano vive. Ora, con la conferma ufficiale, si sono infrante: Porsche abbandona il mondiale WEC.

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Situazione a specchio, appunto: da un lato, negli ultimi anni, il Campionato del Mondo Endurance ha vissuto un enorme picco di attrattività, con numerosi marchi pronti a unirsi alla griglia – dalla Ferrari ad Aston Martin, passando per McLaren, che debutterà nel 2027. Dall’altro, però, il settore automotive sta attraversando una crisi profonda. L’aumento dei costi, sia per la categoria sia per la produzione di vetture, i dazi e la sfida persa dell’elettrico – ambito in cui la Casa di Stoccarda aveva investito copiosamente – sono stati fattori determinanti nella scelta di Porsche.

Il consiglio di amministrazione, dati alla mano, ha deciso di ridimensionare l’impegno nel motorsport, tagliando il progetto Hypercar del WEC per concentrare le proprie risorse sul campionato nordamericano IMSA e sulla Formula E. Quest’ultima, pur non avendo raggiunto il successo sperato dagli organizzatori, resta strategica per Porsche poiché consente di sviluppare la tecnologia dei motori elettrici, in vista della nuova generazione GEN4 che promette un notevole salto prestazionale.

Una storia di gloria e innovazione

L’uscita di Porsche dal WEC segna la fine – almeno temporanea – di una storia di successi e di leggende. La casa di Stoccarda ha scritto pagine indelebili dell’endurance, con 19 vittorie assolute alla 24 Ore di Le Mans, più di qualunque altro costruttore nella storia. Dalle iconiche 917 degli anni Settanta, simbolo della velocità e dell’ingegno tedesco, alle 956 e 962 dominanti negli anni Ottanta, fino all’era 919 Hybrid, capace di vincere tre titoli consecutivi dal 2015 al 2017.

Con la 963, Porsche aveva scelto di tornare nel 2023 in una categoria in piena rinascita, con l’obiettivo dichiarato di riaffermarsi al vertice. Il progetto, sviluppato in collaborazione con Penske Motorsport, rappresentava il perfetto connubio tra tradizione e modernità: una LMDh con telaio Multimatic, motore V8 biturbo derivato dalla 918 Spyder e sistema ibrido condiviso con gli altri costruttori, come previsto dal regolamento.

Nonostante una competitività crescente e alcune vittorie di prestigio, la 963 ha sofferto l’altalenanza del BoP e la complessità di un campionato estremamente equilibrato. Tuttavia, il marchio è ancora pienamente in lotta per i titoli Costruttori e Piloti, con un solo round rimasto: l’8 novembre in Bahrain, dove Porsche avrà l’ultima occasione per salutare il WEC in grande stile, sfidando la Ferrari in una resa dei conti dal valore simbolico enorme.

Il futuro: IMSA e clienti privati

Non è detto, però, che si tratti di un addio definitivo. Il team ufficiale Porsche Penske Motorsport chiuderà i battenti, ma la 963 potrebbe continuare la propria avventura attraverso le squadre clienti. Attualmente, infatti, il modello è schierato anche dal team privato Proton, che tuttavia dovrà trovare fondi sufficienti per iscrivere due vetture nel 2026: il regolamento prevede infatti che un Costruttore partecipi con almeno due auto, pena l’esclusione dal WEC.

Una possibilità alternativa resta legata al campionato IMSA, dove Porsche continuerà a correre con il supporto ufficiale. Da lì potrebbe arrivare un invito per la 24 Ore di Le Mans, riservato ai migliori partecipanti del campionato nordamericano. Sarebbe un modo per garantire la presenza di una Porsche in classe Hypercar e, chissà, puntare finalmente a quel ventesimo successo che sfugge dal 2017.

Un segnale del tempo che cambia

Qualunque sarà l’evoluzione, la notizia rappresenta una grave perdita per il WEC e per Porsche, un binomio storico e vincente nella classe regina. Ma è anche un chiaro riflesso del momento difficile che sta attraversando l’intero settore automotive, oggi schiacciato tra la necessità di investire nella transizione elettrica e l’aumento vertiginoso dei costi di produzione e sviluppo.

Negli ultimi mesi, diverse Case automobilistiche hanno intrapreso scelte simili. Audi, dopo aver dominato per oltre un decennio a Le Mans, ha cancellato il proprio progetto LMDh prima ancora del debutto, dirottando risorse sulla Formula 1. BMW e Peugeot hanno ridimensionato le proprie strutture sportive per concentrarsi su programmi più sostenibili e redditizi. Anche nel motorsport elettrico, realtà come Mahindra e Nissan stanno rivedendo la propria presenza per contenere le spese e adattarsi a un mercato in rapido mutamento.

La decisione di Porsche, dunque, non è isolata ma sintomatica di una tendenza più ampia: l’era delle grandi sfide tecnologiche e delle corse come laboratorio d’innovazione sta lasciando spazio a un approccio più prudente, in cui la sopravvivenza economica viene prima del prestigio sportivo.

Un addio che interroga il futuro dell’endurance

Il ritiro di un marchio simbolo come Porsche dal WEC non è soltanto una perdita tecnica e sportiva: è un segnale d’allarme per l’intero movimento endurance. Dopo anni di crescita, la categoria dovrà ora interrogarsi sulla propria sostenibilità economica e sull’efficacia di un regolamento che, pur equilibrando le prestazioni, ha reso lo sviluppo costoso e spesso frustrante per i costruttori.

La FIA e l’ACO (Automobile Club de l’Ouest) dovranno ora trovare un equilibrio tra competitività, costi e visibilità, per evitare che la nuova “età dell’oro” dell’endurance si trasformi in un fuoco di paglia. L’addio di Porsche – simbolo di Le Mans e dell’endurance stessa – ricorda che nessuna gloria sportiva può sopravvivere senza una base economica solida e una visione a lungo termine.

E chissà, magari non sarà un addio per sempre. La storia insegna che Porsche ha sempre saputo tornare, reinventandosi. Ma questa volta, per ritrovare la strada verso la 24 Ore di Le Mans, servirà ben più di un nuovo motore o un nuovo telaio: servirà un cambiamento strutturale nel modo di concepire il motorsport e l’automotive del futuro.

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