WRC 2018 Portugal. Fuoco alle polveri. Tanak (Toyota) nel Super Stage

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Piero Batini
  • di Piero Batini
La sesta Prova del Mondiale WRC è scattata. Ambizioni, preoccupazioni, cabala e statistiche. Ce n’è per tutti, Piloti e Appassionati. Terra insidiosa, dove conta molto l’ordine di partenza. Ogier e il record di Markku Allen nel mirino della Fiesta Campione del Mondo
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
18 maggio 2018

Porto, 17 Maggio 2018. 52ma edizione, sesta prova del Mondiale 2018 dopo Monte-Carlo, Svezia, Messico, Corsica, Argentina. Ogier è l’uomo da battere anche e soprattutto in Portogallo. Lo dice la tradizione, cinque vittorie, la prima della carriera Mondiale, il primato di Markku Alen uguagliato lo scorso anno e la possibilità di diventare il recordman della Prova. Ora di fare un passo avanti sul sentiero della leggenda. “Al momento siamo stati consistenti e abbiamo avuto ragione. Dobbiamo continuare così. Il Portogallo quasi esattamente come lo scorso anno non è l’ideale, lo conoscono tutti e, tutto sommato, preferiremmo qualcosa di nuovo che metta alla prova l’improvvisazione, la prontezza di riflessi di fronte alla novità. Se statisticamente non siamo andati mai bene in Argentina, rispettare le statistiche vuol dire anche credere nel Portogallo, dove invece abbiamo fatto molto bene! Quello che ci ha penalizzato in Argentina è stato che non eravamo abbastanza veloci, ci è mancata la velocità, quindi cercheremo di esserlo qui. Ma il Portogallo è un Rally che ci penalizza pesantemente per l’ordine di partenza, quindi non c’è molto da scegliere: partire a fondo venerdì e costruire una posizione per affrontare la giornata di sabato, che ritengo sarà la più difficile.”

Partire bene è il compito a cui si devono sottoporre tutti. Già dallo shakedown e dal Super Stage, visto che è la prima occasione utile per fugare gli ultimi dubbi e selezionare le scelte meno buone, come sempre nate da incertezze o decisioni provvisorie, e buttarle nel cestino. Anche questo è tempo guadagnato.

Jari-Matti Latvala in azione in Portogallo
Jari-Matti Latvala in azione in Portogallo

Jari-Matti Latvala ha “staccato” il miglior tempo sullo shakedown ma ha “fallito miseramente” sul Super Special Stage. Scherziamo. Latvala è andato forte anche nello spettacolare test serale di inaugurazione del 52mo Vodafone Rally del Portogallo, solo che sul più bello si è girato e, a parte far vincere Meeke che era il suo compagno di sfida, pur se è poca roba parte venerdì con qualche secondo di svantaggio che, nella sua posizione, non è il massimo. “Bisogna investigare. Io ho sbagliato ma la Macchina ha stallato. Strano. Davvero strano!” Quindi Latvala è chiamato a dare davvero il… massimo. Perchè il massimo? Perché non è il momento di abdicare dando via libera a Tanak, semmai di contenerne quella “furia” messa in mostra in Argentina. Affari di Squadra difficili, questo è certo, ma un genere di problemi che vorrebbero tutti, soprattutto quando la Macchina va bene, e la Toyota va forte.

Ott Tanak ha tratto linfa vitale dalla vittoria schiacciante in Sud America, e sembra un altro. Glaciale come al solito, ma più sornione, tipico atteggiamento di chi ha scoperto una nuova sicurezza di sé. “Certo il Portogallo è diverso dall’Argentina, ma credo che abbiamo il “pacchetto” e le performance per ripetere la bella prestazione. Quanto bella vedremo. Sarebbe stato bello vedere quanto avremmo potuto essere competitivi anche in Messico, per avere un quadro più chiaro, ma il dato Argentina è da considerarsi buono. Abbiamo fatto un passo avanti nelle prestazioni, soprattutto nella trazione. È una bella sensazione quando più potenza viene trasferita correttamente a terra, un bel feeling guidare così. Diciamo, per tornare al Rally e agli obiettivi, che il Portogallo non può essere un Rally di transizione. Se vogliamo raggiungere Thierry Neuville dobbiamo spingere forte, senza esitazioni. Non è tropo tardi per rincorrere il Mondiale, bisogna cominciare subito.”

E cominciamo dal miglior tempo nel Super Special Stage di Lousada, 3 virgola 36 chilometri di spettacolo misto terra-asfalto, quattro decimi a Suninen e Ogier, un secondo e quattro a Meeke e Mikkelsen appaiati, uno e mezzo a Thierry Neuville.

Il salto di Thierry Neuville, pilota Hyundai
Il salto di Thierry Neuville, pilota Hyundai

Già, eccoci a Neuville. Il belga sta bene. Sembra molto in forma (non solo per le sue sette regole di fitness che hanno fatto il giro del Mondo) ed è in una buona posizione, che migliora per effetto dell’ordine di partenza. Poco d’accordo, ma di questi tempi tutto fa. Soprattutto Neuville sembra avere un buon morale e idee chiarissime. All’inizio del campionato diceva che per vincerlo “bastava” stare davanti a Ogier. Ora dovrà preoccuparsi di stare davanti anche a Tanak? Dovrà attaccare? Risponde sereno, come chi si è appena svegliato dalla siesta. “Sì, effettivamente Ott è stato veloce in Corsica e lo è stato anche in Argentina,. Adesso dovremo vedere quanto va forte qui In Portogallo. Per ora in tutti i Rally c’è qualcuno che va meglio e qualcuno che va peggio. Dobbiamo vedere come andiamo, tutti quanti, su questa terra e in queste circostanze tattiche. Aspettiamo almeno le prime Speciali “vere”. In ogni caso, sì, ho l’impressione che ci sia anche Tanak e che quest’anno ce la giochiamo Seb, Ott e me. Vuoi sapere se è il momento di attaccare, se è meglio pensare attaccante piuttosto che consistente? No, non è ancora il momento. Andiamo ancora bene, siamo a dieci punti dal Leader e non è ancora una situazione per cui valga la pena di prendere dei rischi. Non è ora che si decide il Campionato. È ancora lunga e credo valga ancora la pena di essere regolari cercando di avvicinarsi poco a poco.”

Vuoi sapere se è il momento di attaccare, se è meglio pensare attaccante piuttosto che consistente? No, non è ancora il momento. Andiamo ancora bene, siamo a dieci punti dal Leader e non è ancora una situazione per cui valga la pena di prendere dei rischi

Quindi ci siamo, venti prove speciali più o meno come lo scorso anno, tutto il Rally sembra un po’ la fotocopia dell’edizione precedente, ma non è un male, l’anno scorso è stato bello, interessante, ricco. Un perfetto Rally di Portogallo.

Ah, un’ultima cosa, Ford, Toyota e Citroen schierano tre Piloti ciascuno. Solo Hyundai ne ha quattro. Finisce il purgatorio di Hayden Paddon e Dani Sordo va in panchina. Una panchina di lusso perché, pur non potendo andare a punti, guida la quarta i20 Coupé. Un Premio per le belle prestazioni di un inizio di stagione? Ma allora non valeva la pena di lanciarlo ancora come “titolare”. Solo Michel Nandan può rispondere: “Non dovete sempre fasciarvi la testa e speculare sulle possibilità. Far correre i nostri Piloti secondo un programma di presenze è una cosa che abbiamo stabilito molto tempo fa. Già lo scorso anno avevamo deciso che Hayden e Dani avrebbero diviso la terza Macchina, e per far fare lo stesso numero di Gare a entrambi avevamo già deciso che avremmo partecipato a un Rally con quattro Macchine. Eccoci a quel momento. So dove vuoi arrivare. Sì, Dani ha fatto delle belle Gare, e Hayden non guida dalla Svezia, ma qui in Portogallo l’ordine di partenza è molto importante. Può essere una bella opportunità per Paddon!”

Avanti, non vediamo l’ora che arrivi la Prova di Fafe!

Foto: Manrico Martella, Jorge Cunha, Jakub Pomijcz

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