WRC 2020. Cancellato a sorpresa il Rally Galles. Guai in vista?

WRC 2020. Cancellato a sorpresa il Rally Galles. Guai in vista?
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Piero Batini
  • di Piero Batini
8 Rally cancellati o rinviati. Ne restano tre in calendario più uno al lavoro per il ritorno, Italia Sardegna, e uno di cui disperare, Argentina. Quali che siano le ragioni reali, il forfait del Galles a 5 mesi dall’Evento è un problema
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
9 giugno 2020

Solo una piccola nota aggiuntiva a quanto avevamo già detto e scritto. La situazione del Campionato del Mondo WRC diventa sempre più delicata e critica. A sorpresa arriva la cancellazione del Rally del Galles, ottavo forfait su 14 prove di un Campionato partito strano e che ora passa direttamente sul filo del rasoio di una grave incertezza. Restano adesso 3 prove soltanto del calendario originale, da aggiungersi a quelle disputate, “Monte”, Svezia e Messico, e una certezza: il Rally Italia Sardegna è l’ago della bilancia dell’assegnazione dei Titoli 2020. Non più soltanto una congettura ma una realtà di urgente definizione. Ammesso e non concesso, a questo punto, che basti riavviare la macchina organizzativa italiana per risolvere una questione il cui trend sembra spietato.

Il Rally Galles incentrato a Deeside era in calendario nei giorni a cavallo tra Ottobre e Novembre. La sorpresa è rappresentata dal fatto che a cinque mesi dall’evento il CoViD-19 è ancora chiamato alla sbarra pur se la tendenza è di giorno in giorno più favorevole al ripristino delle attività agonistiche.

Comunque è questa la ragione ufficiale, il richiamo a una situazione di potenziale incertezza che rende ogni cosa difficilmente gestibile. Non si fa riferimento alcuno al fatto che ci possano essere ragioni economiche o logistiche di tipo differente a monte o a fianco della ragione coronavirus. Ha segnato il passo, di fatto, la vendita dei biglietti dell’Evento, una fonte importante di “reddito” per gli Organizzatori, e può essere una difficoltà insormontabile quell’idea di configurazione “self-contained” della non stratosferica ospitalità alberghiera, ulteriormente ridotta all’osso in una prospettiva di stagione turistica da cancellare.

L’”instabilità” dei grandi spostamenti internazionali, la disomogeneità delle decisioni nazionali sulla gestione delle frontiere, e lo scivolare inesorabile del Rally verso la stagione più favorevole a un’influenza ma anche a una recrudescenza del problema coronavirus, completano un quadro non certo incoraggiante.

Resta la sorpresa e la necessità di rivedere rapidamente piani, carte e opportunità. Per chi resta, leggi i Rally di Turchia, Germania e Giappone ancora in calendario, e il solo Italia Sardegna come “coerente” postponed al lavoro per tornare in calendario (scordiamoci l’Argentina), si apre l’interrogativo logico e “drammatico” ad un tempo: “E se io continuo a lavorare, e spendere, sull’effettuazione del mio Rally, e poi va tutto a monte?”

Di fronte alla lontananza, geografica ma anche pratica e concettuale, del Rally Giappone, diventano così urgentissime alcune risposte di piattaforma. FIA innanzitutto, poi Sponsor e Fabbriche, devono dire di regole da modificare ulteriormente per far sì che resti spazio per una gestione di Campionato agonisticamente attendibile. La prima risposta di prospettiva praticabile è la conferma della ulteriore riduzione delle Prove valide, da sette come fissato poco tempo fa, a sei Rally validi per l’assegnazione dei Titoli.

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