CIR 2013. Costa Smeralda. Terra di sfide, la quarta dell’Italiano diventa il teatro del duello Scandola-Andreucci

CIR 2013. Costa Smeralda. Terra di sfide, la quarta dell’Italiano diventa il teatro del duello Scandola-Andreucci
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Piero Batini
  • di Piero Batini
29 equipaggi hanno verificato a Olbia e provato sullo shake down che inaugura il Costa Smeralda 2013. Programma “compatto” e partenza venerdì sera con la Speciale di Monte Lerno| <i>P. Batini</i>
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21 giugno 2013

Olbia, 20 Giugno 2013. Ciocco, MilleMiglia, Adriatico, poi il mare dell’Italiano Rally si allarga e si espande nel centro del Mediterraneo, dove va in scena la quarta prova del Campionato. Il Costa Smeralda è un Rally particolarmente evocativo, e senza alcun dubbio uno degli scenari più belli e difficili della… terra.

WRC e CIR: insieme ma separati

Come due anni fa l’Italiano sposa la causa del Mondiale, così CIR e WRC corrono, o si intralciano, insieme. Prima il WRC, come è logico aspettarsi, e quindi il CIR, con orari “differiti” e prove “scalate”, o alternate. Non un semplice “in coda”, quindi, ma un vero e proprio labirinto di programma che stende una rete di spettacolo e di prove speciali su buona parte del Nord della Sardegna.

L’Italiano inaugura le “trattative” per l’assegnazione del Titolo 2013 venerdì sera, con la Prova del Monte Lerno. Una sola Speciale, ma lunga e difficile abbastanza per mandare a letto Piloti, Marche e Meccanici con le idee già abbastanza chiare su quello che riserva loro lo spettacolo della natura in Sardegna declinato sugli sterrati del Campionato Italiano Rally.

Fattori determinanti

Lo shake down questa indicazione non l’ha data. Prima di tutto perché i riscontri cronometrici sono una questione ufficiosa e privata, e non fanno parte del dossier ufficiale del Rally, neanche in mancanza di un prologo o di una prova spettacolo come è accaduto altre volte quest’anno. Dal Monte Pinu, il rilievo pochi chilometri a Ovest di Olbia dove è stato tracciato il percorso di prova, non sono arrivate indicazioni particolarmente “veritiere”, perché i protagonisti non hanno, volenti o nolenti, fatto come si direbbe del loro meglio. Le ragioni stanno sui due estremi di un diametro. Umberto Scandola, leader della classifica nazionale con 37 punti, ha “scorso” e non “corso” i 12 chilometri del test pre-gara. Ha trovato la pista abbondantemente “segnata” dal passaggio delle vetture del WRC, ma aveva già deciso che non era il caso di rischiare il benché minimo inconveniente alla sua Skoda Fabia Super 2000.

L’Italiano inaugura le “trattative” per l’assegnazione del Titolo 2013 venerdì sera, con la Prova del Monte Lerno. Una sola Speciale, ma lunga e difficile


La vigilia di una gara particolarmente delicata gli consegna, infatti, la responsabilità di amministrare il più saggiamente possibile il suo primato. Dall’altra parte del diametro, non è andato benissimo lo shake down di Paolo Andreucci, terzo nella provvisoria a 17 punti dal leader, che ha distrutto una ruota posteriore tirando su con l’anteriore un “sampietrino” dalla terra smossa. Insomma la verità verrà a galla solo con la partenza della prima PS. Il motivo che crea un differente e inatteso allineamento nella sfida al Titolo del CIR viene dal fatto, come già abbiamo reclamizzato, che Andreucci corre una tantum con la macchina Campione d’Italia del 2012, la Peugeot 207 Super 2000 dei “Lions” con la quale lo scorso novembre il toscano ha ottenuto il suo settimo Titolo Italiano. “Solo per questa volta”, dichiara il Pilota a voce, nel proclama-comunicato, nel filmato consegnato agli appassionati. Poi i programmi del Team Peugeot Italia torneranno a concentrarsi sullo sviluppo. Sulle piste dell’Italiano quello della 2008 R2, e sulle piste laboratorio quello della nuova 208 4x4 del futuro impegno agonistico di Peugeot Italia, filiale della Fabrica che iniziò nel 1810 costruendo macinini da pepe e caffè e biciclette.

Lo “switch” tecnico di Andreucci è un motivo d’interesse e di curiosità adattissimo all’eccitazione del Costa Smeralda. In prima istanza perché regala un tono più affilato alla sfida, e in secondo luogo perché è chiaro che solletica la fantasia

Riflettori puntati sulla 208

Certo, lo “switch” tecnico di Andreucci è un motivo d’interesse e di curiosità adattissimo all’eccitazione del Costa Smeralda. In prima istanza perché regala un tono più affilato alla sfida, e in secondo luogo perché è chiaro che solletica la fantasia. Perché, dunque, questo cambio di rotta? Che sia per un week end, come promesso, o per un periodo più lungo, la faccenda solleva varie ipotesi. Che la 208 R2 sia già abbondantemente collaudata, per esempio, e sono sicuro che in Peugeot lo giurerebbero, o che la 208 R5, che prenderà il posto della Super 2000, non farà in tempo ad arrivare tra le mani di Andreucci in questa stagione.

Magari ci sarà poi chi pensa che, in questo modo, Andreucci potrebbe tornare in corsa per quel Titolo a cui aveva praticamente e ufficialmente rinunciato lanciando la campagna della due ruote motrici, o che al rispettivo Titolo ci potrebbe aver fatto un pensierino il rappresentante italiano della Marca. Può essere solo il modo di festeggiare il compleanno del Titolo facendo tornare signore e signora “Ucci-Ussi” (mi fa venire la pelle d’oca questo gioco di parole, che non è mio) al loro vecchio amore o, perverso pensare, la diabolica strategia di guerra chimico-psicologica per mettere pressione al Signor Scandola.

Comunque, potrebbe succedere anche che commettiamo un peccato mortale se dimentichiamo quello che potrebbe essere il terzo incomodo. Alessandro Perico, staccato di dieci punti da Scandola, occupa attualmente la seconda posizione della provvisoria dell’Italiano. Sulla carta, lo ammette lo stesso bergamasco, non può essere della partita, perché il poco amore tra Perico e la terra è noto a tutti. A sostegno di questa tesi Perico aggiunge che quest’anno non ha vinto al superenalotto, e che quindi non ha potuto asfaltare tutti gli sterrati dell’Isola… Vedremo, vedremo…

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