CIR 2013. Umberto Scandola (Skoda Fabia) solitario in testa al Rally del Friuli Venezia Giulia

CIR 2013. Umberto Scandola (Skoda Fabia) solitario in testa al Rally del Friuli Venezia Giulia
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Al termine della prima giornata, Alessandro Perico e Giandomenico Basso, gli inseguitori diretti, stendono il tappeto rosso al veronese, che si avvicina a grandi falcate al Titolo del Campionato Italiano Rally | <i>P. Batini</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
30 agosto 2013

Per un Pilota uno dei ruoli più difficili da gestire è quello del … ragioniere. Quando il semaforo diventa verde il Pilota vede rosso, e calcolare diventa l’ultima delle priorità. Non è evidentemente così per Umberto Scandola che, al termine della prima tappa del Rally del Friuli Venezia Giulia, non solo è confortevolmente in testa, ma vede raddoppiato il valore della sua gara, nella sempre più rosea prospettiva del Campionato Italiano, dal ritiro degli avversari diretti, Alessandro Perico e Giandomenico Basso.

Imprevisti di gara

Perico ha “bucato” addirittura nel corso della prima PS di giornata, la Subit, e con una decisione che è sembrata almeno affrettata, ha consegnato la tabella di marcia ed è tornato a casa. Giandomenico Basso, partito a testa bassa con il proposito non negoziabile di vincere il Rally, è uscito di strada durante la seconda Erbezzo e, con la sola prova cittadina di Udine da disputare e un vantaggio che non imponeva ormai nessuna esagerazione, ha buttato al vento ogni velleità, rivelando in questa circostanza un’inopportuna fragilità tattica. Sono cose che capitano e di cui ogni carriera è costellata, frangenti nei quali il mondo d’un tratto si rovescia invitando alla riflessione.

Dal punto di vista del Rally del Friuli Venezia Giulia, che aveva messo su un vassoio d’argento il menù strabiliante di una multipla sfida incrociata, è un vero peccato, perché la corsa adesso diventa certamente meno avvincente e un’organizzazione così accurata non meritava certamente che l’identità dell’”assassino” venisse svelata a metà del “giallo”.

Skoda a dita incrociate

Con le dita incrociate, invece, sotto la tenda di Skoda Motorsport Italia il Team attende che Umberto Scandola e Guido D’Amore rendano concreto un risultato che è già virtualmente costruito e che, così stando le cose, vale metà della stagione, ovvero l’intero piatto sul quale il Pilota veronese e il suo Team hanno rilanciato all’inizio della stagione.

Scandola non intende partecipare al baccanale, e giudiziosamente annuncia di non avere progetti particolari da tradurre in tattiche per questo Rally. Il suo obiettivo dichiarato è quello di pensare al Campionato


Tra le magnifiche valli del Natisone e del Torre, con Prove Speciali tutte curve e a poche curve dalla Slovenia, il ritmo della prima tappa del Rally del Friuli Venezia Giulia dei record (187 vetture partenti distribuiti tra il Friuli dell’Italiano, l’Alpi Orientali delle Historic, il Challenge e il Campionato sloveno) è scandito con precisione metronomica dai colpi di scena. “Ragioniere” Scandola non intende partecipare al baccanale, e giudiziosamente annuncia di non avere progetti particolari da tradurre in tattiche per questo Rally. Il suo obiettivo dichiarato è quello di pensare al Campionato.

Un passo elevato

Il ritmo di gara si rivela molto alto e nelle prime tre speciali il veronese le prende, di misura, dallo scatenato Basso. L’Ufficiale Skoda non se ne lamenta, incassa e attende tempi migliori o più confortevoli. È così che, con l’uscita di scena di Basso, Scandola sale in cattedra, vince la seconda Erbezzo a fine pomeriggio e il “circuito cittadino” al tramonto. Acclamato dal “maracanà” di Udine, che dimostra di gradire lo spettacolo offerto, il Pilota Skoda Italia Motosport, ormai uno specialista tra le balle di paglia, torna in albergo con una leadership provvisoria che poggia su oltre mezzo minuto di vantaggio sul diretto inseguitore, Stefano Albertini, e che sale a più di un minuto nel caso di Andrea Nucita, terzo.

Albertini e Nucita, per l’appunto, che hanno si qui condotto una gara molto bella e, diremmo, “altamente professionale”, riuscendo a gestire l’incrocio di situazioni agonistiche e tattiche in modo semplicemente impeccabile. Albertini, che va al riposo con un perfetto ruolino di marcia, è secondo, il che vuol dire che la classe non è acqua. E di Andrea Nucita, con il terzo posto di giornata ottenuto in maniera del tutto analoga, potremmo e vorremmo dire la stessa cosa.

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Perfettamente bilanciato tra i ruoli di protagonista e di vittima dei colpi di scena del Rally di casa della compagna Anna Andreussi, Paolo Andreucci è stato il Pilota che forse più di tutti ha “spaziato” tra gli alti e bassi caratterizzanti la prima tappa del Rally

La coppia di casa

Perfettamente bilanciato tra i ruoli di protagonista e di vittima dei colpi di scena del Rally di casa della compagna Anna Andreussi, Paolo Andreucci è stato il Pilota che forse più di tutti ha “spaziato” tra gli alti e bassi caratterizzanti la prima tappa del Rally. Protagonista al punto da salire prepotentemente nell’assoluta a discapito della due ruote motrici Peugeot che guida, il toscano ha onorato la sua carica di detentore del Titolo con due prestazioni strepitose nelle prime due Speciali, ma si è dovuto successivamente inchinare, a partire dal secondo giro, a uno di quei contrattempi che possono scuotere la fede più incrollabile nel miracolo dei miliardi di giri perfetti di cui è capace un motore.

Un piccolo problema, oggettivamente senza senso e difficile da diagnosticare su due piedi e con esattezza, una candela che smette di funzionare, e poi un’altra. Per Andreucci e Signora, che fino a quel punto avevano offerto il consueto contributo di talento e di spettacolo, la gara diventa… in salita, e la classifica… scende. Ma non c’è niente, del patrimonio del binomio Peugeot Sport Italia, che è messo a rischio. La posizione di classe è blindata, la macchina ha raggiunto la maturità agonistica necessaria per passare nelle mani dei clienti sportivi, e l’anno sabbatico del “garfagnino” più veloce del mondo si va consumando man mano che si avvicina l’avvento della ormai troppo attesa 208 R5. Fine della prima tappa. La seconda e ultima, che vale due terzi dei contenuti dell’intero Rally del Friuli Venezia Giulia, potrebbe essere memorabile.

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