CIR 2014. 98a Targa Florio. Andreucci-Andreussi (Peugeot), l’Ottavo Cielo

CIR 2014. 98a Targa Florio. Andreucci-Andreussi (Peugeot), l’Ottavo Cielo
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Piero Batini
  • di Piero Batini
Il successo n°8 di Paolo Andreucci al Targa inaugura la nuova serie della 208 T16 R5 italiana. A Giandomenico Basso il posto d’onore, e ad Andrea Nucita il terzo al termine di un avvincente duello con Umberto Scandola | <i>P. Batini</i>
  • Piero Batini
  • di Piero Batini
11 maggio 2014

Il dominatore è Paolo Andreucci, e con il pilota più titolato della storia della corsa vince la nuova Peugeot 208 T16. È la prima volta in Italia, la macchina “esiste” da metà marzo. Giandomenico Basso con la BRC Ford LDI è secondo, e suggella un’edizione della Targa Florio nettamente a favore delle nuove R5. Anche la “machina a gas” ha debuttato al Ciocco. In un finale tiratissimo, infine, Andrea Nucita batte sul filo di lana Umberto Scandola, cinque decimi di secondo, e conquista il terzo posto. Le Super 2000, almeno in questa occasione, sono relegate al ruolo di comprimarie.

Annu'cca

Annu ‘cca. Che vuol dire? Non lo so, ma per quanto mi riguarda è il luogo al Piano del Pero al centro della 98a Targa Florio. Al B&B sopra Lascari si è praticamente “prigionieri” del percorso del Targa, alle cui Speciali si accede dieci minuti da una parte e dieci dall’altra. Un’oasi di pace e una strepitosa terrazza da cui si domina sul mare di Sicilia da Palermo a Cefalù, e sul Targa.

Dall’improvvisato e casuale, magnifico quartier generale, si ha il privilegio di seguire un’edizione memorabile di una corsa leggendaria, culminata con l’apoteosi della vittoria netta, chiara, e anche “gestita” nel finale, del recordman della Targa Florio, che incide l’ottava tacca sulle tavole di un palmares semplicemente unico. Già al termine della prima giornata di gara la supremazia del toscano era apparsa “corposa”, ma con il primo dei tre giri finali della domenica Andreucci ha chiuso la partita.

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Grande gara per la Peugeot 208 T16, che al targa Florio vince 10 Speciali su 16, dimostrando così che la vettura c'è

Un finale gestito

Ha vinto Piano Battaglia e Campo Felice in rapida successione, staccato l’avversario diretto, Giandomenico Basso, di altri 15 secondi, e una volta richiamato dalla consapevolezza che solo lui poteva… perdere, ha tirato saggiamente i remi in barca per tagliare il traguardo di Campofelice di Roccella in un’atmosfera di vero e proprio trionfo. Chiusa la partita e riaperto il Campionato, il cui leader resta Scandola. Dopo le vittorie di Basso e Scandola al Ciocco e al Sanremo, il Targa Florio -3 archivia l’ottavo cielo di Andreucci. Meno tre all’edizione cento, l’ormai vicino traguardo che solo un anno fa sembrava irraggiungibile, e che ora è lecito ritenere il preludio di un Targa da riconsegnare ai fasti della sua storia ultracentenaria.

Il ruolino di marcia di Andreucci, e della sua compagna Anna Andreussi, è impressionante, e solo un paio di Rally fa non facile da immaginare. Dieci prove speciali vinte sulle sedici disputate, la vittoria schiacciante nella nuova, piccola, frizzante prova speciale cittadina di Collesano, e una leadership conquistata al termine della prima Prova Speciale, consolidata e mantenuta intatta fino alla fine del Rally.

La vittoria del Leone

Non è, ovviamente, una “procedura” insolita per il sette volte Campione Italiano, ma diventa un evento nel momento in cui ci si sofferma sul “mezzo” che Andreucci ha utilizzato per riportare sulla scena il suo migliore repertorio. La vittoria al Targa è, infatti, condivisa, oltre che con la compagna anche con la vettura, quella Peugeot 208 T16 che aveva debuttato due Rally addietro salendo sul podio del Ciocco e che, ancora a corto di conferme tecniche, non aveva finito il Sanremo. Uno “stupido” tubo di mandata del radiatore, si era detto, ma le conseguenze talvolta non si ridimensionano sulla base delle cause, e restava il fatto che Peugeot e Andreucci quest’anno non avevano ancora vinto.

Come in tutti i mondi, anche in questo si fa presto ad iniziare a storcere il naso, e dunque si può immaginare che genere di spessore abbia questa vittoria. Per la 208 della filiale italiana e dei Racing Lions è arrivato il primo successo e, se solo ci si riferisce allo storico della 207 Super 2000, si può anche ritenere che possa coincidere con l’inaugurazione di un'altra grande, lunga stagione di successi. Anche la felicità di Andreucci e del Team, quasi infantile nelle sue espressioni di fine gara, autorizza tanto ottimismo.

Si può immaginare che genere di spessore abbia questa vittoria. Per la 208 della filiale italiana e dei Racing Lions è arrivato il primo successo e, se solo ci si riferisce allo storico della 207 Super 2000, si può anche ritenere che possa coincidere con l’inaugurazione di un'altra stagione di successi

Gli antagonisti

A non essere troppo d’accordo, adesso, ci proveranno in tutti i modi gli appartenenti ad una ristretta cerchia di antagonisti e di pretendenti allo stesso Titolo. Umberto Scandola, Giandomenico Basso e Andrea Nucita sono senz’altro tra questi, mentre su un gradino più in basso ci sono altri piloti che hanno già giocato in modo sfortunato la loro dote di jolly. Nomi in ordine sparso, richiamati per la loro bravura, come lo sfortunatissimo Perico che non è ancora riuscito a concludere una prova dell’Italiano, o per la “dotazione tecnica” di primordine, come Simone Campedelli e anche Rudy Michelini, cui vengono presentati conti salati per errori o insufficiente sviluppo delle nuove macchine.

Ma il vero vincitore è...

In generale, anche registrando le performance meno entusiasmanti, chi ci guadagna è sempre il Campionato Italiano che, in tempi come questi, può contare "aggratis" su squadre ufficiali, fuoriclasse e macchine da capogiro, gare di straordinario livello, e che sta vivendo una stagione esaltante grazie al quartetto degli eletti, Andreucci, Basso, Nucita e Scandola in rigoroso ordine alfabetico, e di grande prospettiva grazie alla perseveranza dei Trofei e dei giovani, siano questi ultimi gli “indipendenti” alla Stefano Albertini, per il quale si è mossa una Filiale di Marca, o i “supported” dell’appena nato ACI Team Italia, per i quali promette di muoversi l’istituzione sportiva.

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Grande prestazione all'interno di questo Campionato Italiano anche per la Ford Fiesta alimentata a GPL e condotta in gara da Giandomenico Basso

Ma torniamo alla gara

Ma non divaghiamo e torniamo concentrati sulla grande 98a edizione della Targa Florio. Di Andreucci si è detto, mai abbastanza ma non se ne può fare una monografia. Di Giandomenico Basso no, ed è ora. Riagganciandoci alle fortune dell’Italiano è doveroso ricordare quello che sta facendo BRC, un produttore di impianti a GPL che, seppure leader di mercato, ha comprato una macchina tra le più competitive, arruolato un Campione, “Giando” appunto, e costruito la logistica di un progetto ambizioso ma anche molto impegnativo.

Basso ha vinto al Ciocco, ha perso in circostanze ancora non del tutto chiare a Sanremo, e in Sicilia ha concluso al secondo posto, al termine di una bellissima gara. Non ci fosse stato il veneto, puntualizziamolo, Andreucci avrebbe potuto guidare con il gomito fuori dal finestrino. Per tutto il primo giorno Andreucci è cresciuto, ma Basso, in coppia con Lorenzo Granai, gli è stato alle costole, e in un paio di occasioni davanti. Separati da quindici secondi al termine del primo round, i due Campioni si sono ripresentati sabato con le rispettive, ultime carte da giocare. L’asso era tra quelle di Andreucci, Basso invece ha provato soluzioni rivelatesi non proprio indovinate, e la partita si è chiusa, come abbiamo detto, alla fine del primo giro.

Ma lo spettacolo non è venuto a mancare. Anzi. Una volta consegnati il primo e il secondo posto, restava da assegnare il terzo, niente affatto scontato. In lizza, alla fine della prima giornata, erano nell’ordine Nucita, Scandola e, più indietro, Simone Campedelli. Due Super 2000, Peugeot e Skoda, e una R5, Ford. Campedelli si è chiamato fuori per un problema alla pompa del freno a mano costata due minuti di penalità, e così la battaglia si è concentrata sul duello tra Nucita, navigatore Princiotto, e Scandola, “alle note” D’Amore.

Il pilota di casa

L’astro nascente siciliano contro il Campione Italiano. Inutile dire che nessuno dei due ha preso in considerazione l’idea di accontentarsi o di pensare più avanti al Campionato, perché in questo caso la posta in gioco era troppo alta. Entrambi avevano sbagliato venerdì, quindi erano alla pari, e quel mezzo secondo mantenuto da Nucita, vincitore di una Campofelice, premia il pilota di Casa nonostante le vittorie di Scandola nelle ultime due PS, ma anche la bravura di entrambi.

Tra gli altri notevoli motivi di interesse il sesto posto assoluto di Ivan Ferrarotti, primo nei Trofei Renault Clio e Produzione, e il settimo di Stefano Albertini, Peugeot 208, primo tra le R2B e gli Junior.

Archiviato un magnifico Targa, si tira una linea e, in un certo senso, si ricomincia. Tra meno di un mese è la volta del Rally in Sardegna, e per la prima volta nell’Italiano di quest’anno è terra. Da capo, gran lavoro di preparazione per tutti, e per i piloti e i Team con le macchine nuove l’incognita di riferimenti inesistenti.

Classifica assoluta finale:

1. Andreucci-Andreussi (PEUGEOT 208 T 16) in 1:41'39.3; 2. Basso-Granai (FORD FIESTA R5 LDI) a 25.1; 3. Nucita-Princiotto (PEUGEOT 207 S2000) a 37.7; 4. Scandola-D'Amore (SKODA FABIA S2000) a 38.2; 5. Campedelli-Bizzocchi (FORD FIESTA R5) a 3'14.6; 6. Ferrarotti-Fenoli (RENAULT NEW CLIO) a 7'06.1; 7. Albertini-Mazzetti (PEUGEOT 208) a 7'18.8; 8. Andolfi-Casalini (RENAULT NEW CLIO) a 7'35.0; 9. Vittalini-Tavecchio (CITROEN DS3) a 7'44.5; 10. Dipalma-'COBRA' (RENAULT NEW CLIO) a 7'50.8.

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