Con il piano UE anticonsumo si può ricaricare l'auto elettrica in casa?

Con il piano UE anticonsumo si può ricaricare l'auto elettrica in casa?
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Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
S'è sempre detto che le elettriche vanno ricaricate a casa, ma i piani di di riduzione dei consumi UE lo rende impossibile
  • Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
12 settembre 2022

La roadmap resa pubblica oggi per ridurre il consumo di energia da parte della UE con veri e propri razionamenti in determinate fasce orarie (-5%) ha giustamente fatto sollevare qualche sopracciglio, per essere educati. Facciamo un po’ di chiarezza sulle ragioni di queste proposte e sull’impatto che potrebbe avere un simile provvedimento per chi usa la rete domestica per ricaricare auto elettriche o ibride plug-in.

Innanzi tutto una forma di riduzione della potenza erogata è possibile (senza interventi sul contatore) solo per i misuratori cosiddetti “intelligenti”, che in Italia sono molto diffusi (non altrettanto in Europa, e questo fa già sorgere dei dubbi sulla legittimità della proposta). In questo caso il gestore potrebbe (non senza una revisione del contratto di fornitura, pena un’infinità di contenziosi) abbassare da remoto la soglia di potenza erogata in determinati orari. Per esempio passare da 3,3 kW, che è la maggioranza dei contatori in Italia, a 2,3 kW o meno. 

Un adattatrore collegabile ad una presa Schuko
Un adattatrore collegabile ad una presa Schuko

L’effetto sarebbe che in certe fasce non sarebbe più possibile usare elettrodomestici (compresa la ricarica auto) in contemporanea. Per esempio, se la riduzione fosse a 2,3 kW, l’uso della sola lavatrice impegnerebbe già quasi tutta la potenza disponibile. Le auto a batteria si ricaricano a casa attraverso un adattatore (di solito venduto insieme all’auto) che potrebbe assorbire dalla rete al massimo 16 Ampere (da una presa collegata a regola d’arte al contatore o una wallbox), e questo già  saturerebbe la potenza disponibile. Per prevenire questo fatto quasi tutti i dispositivi di ricarica si adattano (manualmente o o automaticamente) abbassando la corrente richiesta e, indovinate un po', i tempi si allungano.

Se con una corrente di 13 Ampere (3 kW) la batteria di una 500 elettrica (con il pacco da 42 kWh) impiega 15 ore, scendere a 2 kW significherebbe allungare i tempi ad almeno 20 ore (da 0 al 100%). Un tempo così lungo renderebbe l’auto quasi inutilizzabile da chi la usa tutti i giorni. L’effetto riguarda anche chi ha potenze installate maggiori (gli altri contatori italiani sono tipicamente da 4,5 kW e 6 kW), per i quali non è chiaro se il taglio sia proporzionale o assoluto. Una soluzione (costosa, anche se incentivata) già adottata da molti proprietari di auto elettriche è installare un sistema fotovoltaico che riduce drasticamente durante le ore di sole l’assorbimento di energia dalla rete. Con una superficie ben esposta di 11 metri quadrati si possono installare potenze di picco di 2,5 kW con pannelli di silicio monocristallino, i più efficienti, che sommati ad un migliaio di watt dal contatore, in caso di razionamento permetterebbero una ricarica (relativamente) veloce lasciando a disposizione circa 1,5 kW per gli elettrodomestici.

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