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1973 - La prima safety car
Il Gran Premio del Canada del 1973 disputato sul circuito di Mosport Park è passato alla storia in quanto è a tutti gli effetti la prima uscita ufficiale di una safety car in un GP valido per il mondiale. Ma se oggi la presenza della safety car in pista è regolamentata da procedure precisissime e regole ferree, negli anni ‘70 non è affatto così. La gara parte sul bagnato rendendo difficoltoso il normale svolgimento finché un incidente tra Scheckter e Cevert, costringe la direzione a chiamare in causa per la prima volta la “pace car”. Ai tempi le classifiche e i timing sono decisamente poco avanzati e nel caos generale, la Porsche 914 si posiziona davanti al pilota sbagliato, il neo-zelandese Howden Ganley in quel momento arretrato in classifica, permettendo a molti piloti davanti a lui di guadagnare un giro e di falsare, di fatto, la gara. Alla fine, tra l’incertezza e i dubbi di molti sarà dichiarato vincitore l’americano Peter Revson. Da allora la safety car ha compiuto passi da gigante ma di quel 1973 resta certamente la sua tendenza a condizionare l’esito delle gare.
1981 - Alla cieca
Le imprese di Gilles Villeneuve sono entrate nel cuore degli appassionati per il modo in cui il canadese ogni volta che scendeva in pista riuscisse a gettare il cuore oltre l’ostacolo, anche quando il mezzo meccanico non gli permetteva grandi performance. Quello che mise in scena nel suo Gran Premio di casa nel 1981, nonostante non sia riuscito a vincere, è da cineteca. Sul circuito che ancora oggi porta il suo nome e sotto una pioggia battente che a un certo punto si trasforma addirittura in nevischio, il canadese dopo un contatto che gli piega pesantemente l’ala, guida alla cieca per svariati giri con la visuale bloccata seguendo a malapena la traiettoria più asciutta e prendendo i riferimenti a bordo pista. In condizioni che oggi sarebbero quasi da squalifica il ferrarista riesce a mantenere il controllo della sua 126CK finché l’ala non si stacca definitivamente. Senza l’intero musetto l’Aviatore riesce comunque a concludere sul podio portando a termine un’impresa che ancora oggi viene ricordata con la medesima emozione delle sue vittorie.
1995 - Tanti auguri Jean!
Il 1995 per i ferraristi è un anno di poche gioie e tanti dolori. La 412 T2, l’ultima della storia a montare il glorioso V12, è una macchina generalmente riuscita ma la Williams e la Benetton, forti del potentissimo V10 Renault, sono quasi irraggiungibili. Spesso, quando la macchina funziona ci pensa l’affidabilità e talvolta la sfortuna a rovinare i piani. Iconico è l’episodio del GP di Monza in cui una potenziale doppietta si trasforma in un doppio ritiro, dopo che la telecamera della macchina di Alesi si stacca e colpisce la #28 di Berger, distruggendo la sospensione. Il francese in particolare ci mette sempre il cuore, ma l’amore incondizionato per la Scuderia purtroppo non viene ripagato dalle prestazioni, gli anni di Alesi coincidono infatti con quelli della forse peggiore crisi tecnica della storia della Ferrari. Jean non ha ancora mai trionfato in Formula 1 quando si arriva in Canada, domenica 11 giugno. Eppure, contro ogni pronostico, nel giorno del suo 31° compleanno l’alfiere della rossa riesce a conquistare la sua prima e unica sudata vittoria in F1, infuocando i cuori dei ferraristi che ancora oggi ricordano la dedizione del francese con grande affetto, nonostante le poche soddisfazioni raccolte.
2008 - Kubica, dalla paura alla gioia
Chiedete ad un appassionato di Formula 1 quali sono state le più grandi sliding doors della storia del circus, molto probabilmente vi citerà quella di Robert Kubica. Il polacco, universalmente riconosciuto come uno dei più grandi talenti della sua generazione, fece vedere grandi cose nei suoi 5 anni di Circus prima che la sua carriera venisse pesantemente condizionata dal grave incidente del 2011 durante un rally. La sua carriera è legata in particolare proprio al GP di Canada. È a Montréal, esattamente come per Alesi, che il polacco ha conquistato la sua prima ed unica vittoria in Formula 1 nel 2008, ad un anno di distanza dallo spettacolare incidente che lo vide protagonista nell’edizione del 2007 e che ancora oggi è usato come simbolo dei grandi passi avanti fatti dalla categoria in termini di sicurezza. A proposito di sliding doors, chissà cosa sarebbe successo se il polacco si fosse effettivamente trasferito in Ferrari nel 2012, come da accordi venuti alla luce anni dopo.
2011 - All’ultimo giro, dopo 4 ore
L’edizione del 2011 non solo è divenuta iconica per essere tuttora la gara più lunga della storia con 4 ore, 4 minuti, 39 secondi e 537 millesimi e per essere stata al tempo quella più lenta, ma anche per i tanti colpi di scena avvenuti durante il suo travagliato svolgimento. Il GP, cominciato sotto regime di safety car è condizionato fortemente dalle condizioni meteo avverse tanto da essere interrotto per più di 2 ore. Nel caos di ritiri, incidenti, penalità e continui ribaltamenti di classifica, Jenson Button con la sua McLaren riesce a conquistare una rocambolesca vittoria dopo avere effettuato ben 5 pit-stop, aver scontato un drive through e aver sofferto una foratura. L’inglese, anche grazie alla sua proverbiale abilità di lettura delle gare e gestione delle strategie, riesce a risalire più volte la classifica fino ad arrivare a superare Vettel proprio nell’ultimo giro, complice un errore del pilota della Red Bull messo sotto pressione su una pista ancora parzialmente viscida.