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Michael Schumacher oltre ad essere una delle icone sportive più riconoscibili di sempre è tutt’oggi considerato da molti il più grande pilota di Formula 1 della storia, in virtù della sua immagine di atleta metodico e cannibale e delle sue gesta in pista. Ma come per tutti i grandi campioni tra le tante imprese portate a termine sui campi di gara, più che gli impressionanti numeri raggiunti a ritornare più facilmente alla mente sono i lampi di grande talento fatti vedere durante la sua carriera. E se parliamo di Michael Schumacher non possiamo non parlare di Spa-Francorchamps alla quale, a partire dal suo debutto del 1991, il pilota di Kerpen ha legato tante tappe fondamentali della sua storia, tra cui il GP del 1995.
Partiamo però dall’inizio. Dopo un 1994 vissuto sul filo del rasoio tra drammi e grandi polemiche, il titolo è andato per la prima volta al pilota tedesco che è riuscito a prevalere su Damon Hill e la sua Williams dopo il controverso episodio di Adelaide. Nel 1995 il copione è pressoché lo stesso, ma nonostante una grande Williams il pilota britannico sembra arrancare nel confronto diretto con Michael Schumacher. Hill d’altronde, dopo la tragica scomparsa di Ayrton Senna, si è ritrovato improvvisamente a ricoprire il ruolo di prima guida in casa Williams ma è opinione comune che Schumacher gli sia abbondantemente superiore, sia dal punto di vista prestazionale che mentale. E nonostante la FW17 sia unanimemente considerata la macchina da battere Damon fa fatica a stare davanti alla Benetton del tedesco. E così alla vigilia di Spa il pilota Williams arriva con poco più della metà delle vittorie del rivale e con 11 punti da recuperare, complice i troppi errori commessi e le noie meccaniche subite dalla sua vettura. Sul circuito delle Ardenne poi, Schumacher si trova notoriamente a suo agio e per Damon potrebbe essere un weekend difficile. Le prove però sembrano sorridergli; Schumi sbatte violentemente durante le libere e con la macchina di riserva non va oltre il 16° posto in una qualifica caratterizzata dalla pioggia in cui le Ferrari monopolizzano la prima fila grazie all’ottimo tempismo nel fare il tempo. Damon però è ancora una volta impreciso e non riesce ad approfittare delle disavventure del rivale, accontentandosi dell’8° posto finale. Come spesso accade quell’anno però, le speranze della Ferrari si infrangono contro la fragilità cronica della 412 T2 che la domenica tradisce sia Alesi che Berger. Con il passare dei giri dunque viene fuori la superiorità della FW17 con Hill che prende il comando della corsa anche grazie al ritiro del compagno Coulthard e alle difficoltà degli altri piloti. Anche Schumacher non è da meno e nella prima metà di gara riesce a risalire fino alla top 5.
A Spa però, c’è spesso un protagonista che non sempre fa la sua comparsa ma che quando lo fa ribalta radicalmente le sorti della corsa. La pioggia. Quando il lungo circuito delle Ardenne comincia a bagnarsi, Hill rientra e così come tanti altri piloti monta le gomme da bagnato. Schumacher invece resta in pista con le gomme slick e prende il comando della corsa. Alcuni tratti della pista però sono troppo umidi e l’inglese si rifà sotto nel giro di poche curve. Ma è proprio in questo momento che il Kaiser piazza la zampata decisiva per la gara e per il mondiale. Nonostante monti gomme slick su pista umida, con una masterclass di guida riesce a resistere agli attacchi di Damon. La staccata tirata sulla traiettoria bagnata in fondo al Kemmel, poi, è da strabuzzare gli occhi. A Schumacher, anche dopo un errore commesso nell’ennesimo tentativo di difesa, bastano 2 giri poiché dopo l’acquazzone il tracciato comincia ad asciugarsi ribaltando nuovamente la situazione. Hill comincia a sbandare lasciando strada libera al rivale. Poco dopo tornano pioggia e safety car, ma poco importa. Michael non sbaglia più e si invola verso una vittoria decisiva dopo una rimonta dal 16° posto e una difesa memorabile. Hill come se non bastasse prende uno stop&go per aver superato il limite di velocità ai box e va pure in testacoda, ma nonostante tutto riesce a giungere secondo. A fine gara proverà a rimproverare Schumacher per la difesa a suo dire troppo aggressiva, ma la verità è che la mazzata subita è pesantissima. I 15 punti di distacco rivelano solo in parte la situazione di inferiorità di Damon, che già in Belgio vede ridursi drasticamente i suoi sogni iridati nonostante per la sentenza matematica dovrà attendere il Gran Premio del Pacifico del successivo 22 ottobre.
L’annata del 1995 è poi passata alla storia come una delle rare occasioni in cui una macchina generalmente considerata inferiore sia riuscita ad aggiudicarsi entrambi i titoli mondiali, mentre la gara del Belgio viene ancora ricordata come una pietra miliare della lunga carriera del fenomeno tedesco. Per Hill e la Williams la sconfitta subita da Schumacher e dalla Benetton è un duro colpo da digerire ma entrambi avranno modo di rifarsi nel successivo 1996, dominato in lungo in largo in quella che è tuttora la migliore stagione di sempre della storica scuderia di Grove.