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Alla vigilia del Gran Premio d’Ungheria 2025, ultimo appuntamento prima della pausa estiva, Alexander Albon ha fatto il punto su diversi temi: dalle difficoltà a correre sul bagnato emerse la scorsa settimana a Spa-Francorchamps al potenziale della Williams, fino allo sguardo sul futuro e i regolamenti del 2026.
La questione sicurezza sul bagnato continua a tenere banco dopo quanto visto a Spa, e Albon non si nasconde: "Non è un problema che abbiamo ignorato, ma con queste monoposto è complicato. Penso che la colpa sia soprattutto dell’attuale generazione di vetture, che genera troppo spray. Spero che i nuovi regolamenti aiutino in questo senso. La filosofia aerodinamica cambierà e potrebbe migliorare molto la visibilità".
Ma il pilota della Williams va oltre: "Le partenze da fermo sono belle da vedere, ma peggiorano la situazione. A Spa abbiamo optato per la partenza lanciata e forse è stata la scelta giusta. Però capisco anche la difficoltà della FIA: prendere certe decisioni non è semplice. Nessuno vorrebbe essere al loro posto, specialmente dopo incidenti gravi come quelli visti in passato".
E non risparmia una critica ai circuiti cittadini: "Stiamo andando sempre più verso tracciati urbani, che trattengono lo spray tra i muri. La visibilità peggiora e in certi casi non c’è soluzione tecnica".
Sul tema della partenza di Spa, Albon chiarisce: "Il problema era la differenza di grip tra i due lati della griglia. Non sarebbe stato giusto partire in condizioni diseguali. Preferisco una partenza lanciata con un po’ di distacco tra le macchine, per poi iniziare la gara vera e propria".
E rilancia: "Forse si poteva iniziare prima la seconda parte della corsa, senza perdere tempo a cercare di asciugare la griglia. Abbiamo visto che c’era ancora spettacolo, come il sorpasso di Oscar su Lando. Dopo curva 1 comunque non si vedeva più nulla. A quel punto, che senso ha avere una gomma da bagnato estremo se non la usiamo nemmeno in quelle condizioni?".
Albon difende i colleghi: "Sembra che siamo noi a lamentarci, ma siamo gli unici che sanno davvero quanto è pericoloso. Guidare a 250 km/h senza vedere a 20 metri è il peggior scenario possibile. La FIA ci ascolta, ci monitora e cerca soluzioni, ma la realtà è che le full wet funzionano solo su una pista libera, senza spray. Il problema non è la gomma, è la macchina".
Il thailandese arriva a Budapest con il morale alto dopo il buon weekend di Spa: "Avevamo bisogno di una scossa, dopo alcune gare difficili. I nostri rivali hanno portato aggiornamenti, noi eravamo rimasti indietro. Ma quando aggiorniamo, si vede che funziona. Non credo che quel risultato si ripeterà ovunque, ma è stato importante per il morale, anche in fabbrica".
"L’Hungaroring non è una pista facile per noi. Storicamente abbiamo sempre fatto fatica. Ma anche a Barcellona, che è sempre stata una nostra bestia nera, siamo arrivati undicesimi in qualifica. Quindi aspettiamo e vediamo. Se domenica piove, può cambiare tutto".
Poi, lo sguardo al futuro, con il grande cambiamento tecnico all’orizzonte: "Ho detto che sembrano “abusanti”, ma era una battuta. Detto questo, il 2026 porterà qualcosa di totalmente nuovo. Ci vorrà tempo per adattarsi. Dimentichiamoci le pause invernali tranquille: passeremo molto più tempo al simulatore per provare stili di guida diversi. In Williams ci stiamo già preparando con un gruppo di lavoro specifico".
E con il recupero d’energia che diventerà centrale, servirà anche una nuova mentalità: "Guardate la Formula E: i piloti manipolano la gara in base all’uso dell’energia. Non sarà così estremo in F1, ma servirà cervello oltre al piede. Chi saprà gestire tutto questo al meglio, farà la differenza".
Infine, una riflessione sul suo percorso: "Mi sento a mio agio in Williams. Ho imparato tanto dall’esperienza in Red Bull e cresciuto anno dopo anno. Il 2025 è il mio miglior anno, ma il merito è anche della squadra: ho una macchina prevedibile, con cui è più facile spingere al limite senza sorprese. Quando hai fiducia, puoi fare gare solide. Ed è quello che stiamo facendo".