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La saga che ha visto protagonista Max Verstappen nelle ultime settimane può dirsi definitivamente conclusa. Con i punti ottenuti grazie alla vittoria nella Sprint del Gran Premio del Belgio e il quarto posto nella gara domenicale a Spa-Francorchamps, il quattro volte campione del mondo ha blindato la terza posizione nella classifica piloti alla vigilia della pausa estiva, a prescindere dal risultato del prossimo appuntamento in Ungheria. Un piazzamento che, di fatto, rende impossibile l'attivazione della clausola rescissoria nel contratto che lo lega alla Red Bull, facendo così svanire anche l’ipotesi Mercedes.
Il futuro di Verstappen è stato uno dei temi più chiacchierati del paddock nelle ultime settimane. In casa Red Bull le prestazioni non sono più dominanti e, complice la supremazione della McLaren, sembra ormai svanita la possibilità per Max di conquistare il suo quinto titolo consecutivo. Un risultato ben lontano da quello che il pilota olandese si aspettava a inizio stagione, quando le ambizioni erano ben diverse. A complicare il quadro c’è anche l’incognita del 2026: l’anno del cambio regolamentare, che vedrà Red Bull debuttare come motorista in collaborazione con Ford. Una tempesta perfetta che Toto Wolff avrebbe voluto sfruttare mettendo sul tavolo un’offerta monstre per portare Verstappen in Mercedes – un vecchio rimpianto del team principal – puntando su una power unit che, secondo gli addetti ai lavori, potrebbe essere la migliore della nuova era tecnica.
Eppure, nonostante il continuo corteggiamento di Wolff – che non ha mai nascosto la sua volontà di ingaggiare Max – e l’apertura del pilota olandese, sempre evasivo sul proprio futuro, nulla cambierà almeno per il 2026. Il contratto firmato con Red Bull lo lega infatti a Milton Keynes fino al 2028. Tra le clausole previste, una in particolare prevedeva la possibilità di rescissione in caso di rendimento inferiore al terzo posto nella classifica piloti all’inizio della pausa estiva. Ma con i risultati di Spa, Verstappen ha matematicamente confermato la sua permanenza in Red Bull anche per il prossimo anno, vista l’impossibilità di colmare il distacco da George Russell – che ora, con Max fuori dai giochi, è libero di trattare il rinnovo con Mercedes.
Tuttavia, che Verstappen non avrebbe lasciato Red Bull lo si era già intuito. Secondo quanto riportato dal De Telegraaf, anche in assenza della clausola rescissoria un addio non si sarebbe consumato. Dopo Silverstone, infatti, si è consumato un vero e proprio terremoto interno alla squadra: la fazione dei Verstappen – composta da Helmut Marko, il padre Jos e il manager Raymond Vermeulen – ha avuto la meglio su Christian Horner, licenziato a sorpresa lo scorso 9 luglio. Una svolta clamorosa dopo oltre vent’anni di gestione Horner, con la dirigenza Red Bull che ha rimescolato gli assetti per convincere Verstappen a restare. A prendere il suo posto come team principal e CEO è stato Laurent Mekies, ex braccio destro di Mattia Binotto in Ferrari e recentemente team principal della Visa Cash App RB, ora affidata ad Alan Permane. Al suo primo weekend al comando della Red Bull, Mekies ha potuto subito festeggiare una vittoria – anche se “solo” nella Sprint – che ha avuto un impatto positivo su Max: "Mi trovo bene con lui, spero che il nostro rapporto si intensifichi nei prossimi mesi", ha dichiarato il pilota olandese.
La nuova Red Bull è ancora in fase di ricostruzione, ma a Milton Keynes sembra tornare il sereno: un elemento fondamentale per convincere Verstappen a restare almeno per un altro anno. Un 2026 che lo vedrà osservare con attenzione le mosse degli altri team, per valutare in quale direzione muoversi in futuro. A muovere le pedine, adesso, sarà George Russell: con Verstappen ormai fuori dall’equazione Mercedes, il britannico è l’unico top driver ancora senza contratto per il 2026. E Toto Wolff, stavolta, non può permettersi di perderlo.