F1. Il crollo verticale di Lewis Hamilton è arrestabile? Nella sprint qualifying del Qatar peggio di lui solo le Alpine

F1. Il crollo verticale di Lewis Hamilton è arrestabile? Nella sprint qualifying del Qatar peggio di lui solo le Alpine
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Lewis Hamilton è rimasto invischiato nelle retrovie nelle qualifiche per la Sprint del Gran Premio del Qatar 2025 di Formula 1. E a preoccupare non sono solo le prestazioni, ma anche le sue dichiarazioni
28 novembre 2025

Sulla pista sulla quale colse la sua prima vittoria in una Sprint nel 2023, Oscar Piastri ha finalmente ritrovato sé stesso. Nelle qualifiche per determinare la griglia della Sprint del Gran Premio del Qatar 2025 di Formula 1, l’australiano ha sfruttato sapientemente le doti di una monoposto che sembra fatta per brillare sotto le luci artificiali di Losail. La MCL39 è perfetta per interpretare le lunghe curve combinate da pennellare in Qatar, con la sua capacità di generare grip extra su un tracciato ancora green, per quanto è polveroso. Una vettura apparsa sui binari, almeno nelle mani di chi era finito in ginocchio.

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Piastri ha ritrovato linfa lontano dalle piste il cui basso grip non si sposa con il suo stile di guida. È il suo più grande limite, che lo ha messo in forte difficoltà nel momento in cui sembrava che il mondiale fosse nelle sue mani. A inciampare oggi è stato il suo compagno di squadra, Lando Norris, che ha pasticciato nella SQ3. Prima è stato protagonista di un lungo, poi ha fatto sfilare Albon per avere pista libera, finendo così per non cogliere un tentativo lanciato che avrebbe potuto proiettarlo nelle vicinanze del compagno di squadra. A separarli ha pensato George Russell, ancora una volta estremamente efficace in qualifica.

Portare la Mercedes in prima fila era un esercizio tutt’altro che semplice, visto che la pista del Qatar presenta quelle frenate combinate che sono il tallone d’Achille della W16. In casa Mercedes si è lavorato parecchio sull’esecuzione, cercando di perfezionare la miglior preparazione della gomma. In queste condizioni non semplici, a fare la differenza è stato il pilota con maggior esperienza, visto che Andrea Kimi Antonelli non è andato oltre la settima posizione dopo essere scampato all’eliminazione nella SQ2 per via della cancellazione del tempo di un furibondo Isack Hadjar.

Frustrato è anche e soprattutto Max Verstappen, costretto come un leone in gabbia da una monoposto troppo capricciosa per potergli consentire di avvicinarsi alle posizioni che contano davvero. Era indomita, la RB21, nelle qualifiche Sprint del Qatar, instabile come la deportanza generata dal suo fondo. Verstappen è stato costretto a un rodeo per via del bouncing segno di un bilanciamento tutt’altro che ottimale. È in queste circostanze, con una sola sessione di prove libere, che si vede il vero limite invalicabile della Red Bull.

Con soli 60 minuti per deliberare l’assetto per la parte della Sprint del weekend di gara del Qatar, è emerso ancora una volta l’influsso dei problemi di correlazione che affliggono una scuderia che ha a disposizione una galleria del vento ormai obsoleta. Sotto la guida dal piglio ingegneristico di Laurent Mekies, la Red Bull lavora con un approccio empirico, pistaiolo ai fine settimana. Ma senza tre sessioni di libere a disposizione, la prova del tracciato diventa ingannevole. E che ci sia qualcosa che non vada lo dimostra - con tutto il rispetto dovuto – il fatto che Yuki Tsunoda sia davanti a Verstappen, pur se per pochi millesimi.

A proposito di note dolenti, la Ferrari esce piegata dalle qualifiche della Sprint del Qatar, con Charles Leclerc nono e Lewis Hamilton addirittura diciottesimo. Le lunghe curve di Losail non si sposano con una SF-25 che resta anonima a prescindere dal contesto in cui si trova a operare. Ma il vero problema è Hamilton. Per quanto la SF-25 sia mediocre, è inaccettabile vedere un sette volte campione del mondo annaspare a fondo classifica, nonostante l’assetto con un carico maggiore al posteriore che avrebbe dovuto garantirgli la maggior stabilità che cerca.

Ma forse ancora più gravi della prestazione in sé – peggio di lui hanno fatto solo Pierre Gasly e Franco Colapinto con un’Alpine irricevibile – sono le dichiarazioni a caldo. Hamilton continua a dire di non poter estrarre di più dalla sua monoposto, ma i quattro decimi che gli ha rifilato Leclerc a Losail sono una chiara indicazione del margine di miglioramento che avrebbe potuto avere.

Come se non bastasse, Hamilton alle TV ha parlato del “bel tempo” in Qatar come unico aspetto positivo oggi. Non si capisce dove finisca il suo pessimismo cosmico e dove inizi il decadimento prestazionale tipico di chi è ormai sul viale del tramonto. Solo Hamilton può sapere quanta fame abbia ancora, al netto di una stagione da incubo. Ma vederlo all'inferno per la seconda settimana di fila è materia dei peggiori incubi dei tifosi della Rossa. E dei suoi.

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