F1: i GP d'Ungheria rimasti nella storia

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  • di Francesco Tassi
Ripercorriamo i GP d'Ungheria passati alla storia, dal sorpasso in controsterzo di Piquet su Senna nel 1986, all'incredibile gara di Mansell nel 1989, fino all'esplosione della tensione in casa McLaren con il celebre pit-stop di Alonso nel 2007
  • di Francesco Tassi
25 luglio 2013

Hungaroring, pista tortuosa, clima caldo, condizioni dell'asfalto ai limiti dell'indecenza. Qui Vettel e Prost non hanno mai vinto mentre Alonso (2003), Button (2006) e Hill (1993) hanno firmato il loro primo sigillo. Senna ed Hamilton vantano 3 successi ma ovviamente il primatista è Michael Schumacher con 4. La storia del circuito di Budapest però passa per 6 eroi.

Nelson Piquet

Ayrton Senna è il futuro della Formula 1 e di questo Nelson Piquet - di 8 anni più grande - se ne è già reso conto da un pezzo.... fin dal test con la Brabham a fine 1983 al termine del quale aveva posto il veto sul giovane paulista.

 

10 agosto 1986: è l'edizione inaugurale. In prova Senna aveva stampato la pole con la sua Lotus Renault, consapevole che su una pista del genere partire davanti sarebbe stato fondamentale. Anche Piquet quel giorno è pronto a tutto, tallona l'avversario e al giro 30 effettua il primo tentativo. Invano.

 

Ma al giro successivo va in scena uno dei capolavori della formula 1 moderna: sorpasso in entrata di curva all'esterno, proprio in fondo al rettilineo. Una manovra folle con controsterzo, come se guidasse un kart! Piquet vince e Senna arriva secondo in una gara terminata in anticipo di un giro allo scadere delle due ore (76 invece che 77).

 

Nigel Mansell

C'è aria di inno di Mameli dopo le qualifiche: Riccardo Patrese è primo con la sua Williams Renault, Alex Caffi terzo con la Scuderia Italia. Qualifiche disastrose per la Ferrari: Berger sesto a oltre un secondo e mezzo dalla pole, Mansell ad un secondo dall'austriaco addirittura dodicesimo.

 

Domenica 13 agosto 1989 l'inglese della Ferrari si sveglia e indossa la tuta color impresa: compie una rimonta spettacolare quanto rabbiosa fino ad arrivare negli scarichi del leader Senna.

 

Al giro 58 durante il doppiaggio della Onix di Johansson, Mansell scarta sulla destra, salta Senna e vola verso la vittoria. Anni dopo a SPA (2000) Hakkinen fece qualcosa di simile con Schumacher durante il doppiaggio di Zonta ma l'originale rimane il soprasso di Budapest 1989.

 

Damon Hill

Damon Hill qui ha vinto due volte (1993 - 1995) ma è l'edizione 1997 che lo proietta nell'Olimpo dei Campioni. Pur arrivando secondo! L'inglese fece qualcosa di straordinario guidando una scalcagnata Arrows i cui unici pregi erano il pilota appunto e le gomme Bridgestone: fu la gara più bella della sua carriera, quella che legittimò il numero uno che indossava quell'anno.

 

Alla fine vinse l'ex compagno Villeneuve su Williams che lo superò all'ultimo giro grazie ad un fantozziano problema alla pompa idraulica dell'Arrows. Ma dico, si era mai vista un' Arrows superare una Ferrari (guidata da Schumacher oltretutto) in fondo al rettilineo?

 


 

Michael Schumacher

Abbiamo già scritto che è primatista di vittorie anche su questo tracciato, ma la vittoria del 1998 di certo rimane la più bella. In prova Schumacher limita a soli quattro decimi il distacco dai due missili Mclaren-Mercedes. Poi in gara il colpo di genio al giro 43: la strategia passa da due a tre pit stop. Una guida impeccabile, un ritmo da qualifica per 77 giri, perfettamente nello stile Schumacher (e Brawn).

 

Felipe Massa

C'è anche il brasiliano, a pieno merito. 2008, la lotta per il Mondiale è una questione a tre: i ferraristi Massa e Raikkonen contro la Mclaren di Lewis Hamilton. Le qualifiche recitano prima fila tutta Mclaren (secondo Kovalainen).

 

Poi, la partenza: Massa supera subito il finlandese e alla prima curva in esterno non dà scampo ad un incredulo Hamilton! Una gara magistrale condotta dal 1° al 67° giro quando il motore della Ferrari esplode: ne mancavano appena tre alla fine della gara.

 

A fine stagione Hamilton diventerà campione del mondo e in tanti ancora si indignano pensando al crashgate di Singapore, eppure probabilmente il mondiale fu deciso proprio da quello sfortunato zero in classifica ungherese.

 

Fernando Alonso

Giancarlo Minardi e Flavio Briatore lo sostenevano da sempre: lo spagnolo sarà il campione del futuro. E così dopo un 2002 da collaudatore arriva la promozione a titolare in Renault nel 2003. Velocissimo da subito, in pole già alla seconda gara in Malesia e costantemente a punti.

 

La prima vittoria arriva in Ungheria, a soli 22 anni e 26 giorni (record che resisterà fino a Monza 2008, Vettel) con una condotta di gara aggressiva e al tempo stesso saggia. Una vittoria impreziosita con il doppiaggio del campione del mondo Schumacher su Ferrari, alla fine ottavo sul traguardo. Fondamentale tuttavia una precisazione: fu la gara maggiormente condizionata dalle gomme di tutta la stagione, a vantaggio di Michelin che piazzò sette vetture ai primi sette posti.

 

Fuori classifica le qualifiche del 2007

Ormai è storia ma vale la pena un refresh. Alonso allo scadere delle qualifiche è primo e si attarda nella piazzola ai box Mclaren il tempo necessario per impedire al compagno di scuderia Hamilton l'ultimo tentativo.

 

La scuderia inglese fa ricorso contro uno dei suoi due piloti, mai visto nulla del genere! Risultato immediato: Hamilton in pole e Alonso retrocesso da primo a sesto. 

 

Risultato finale: Alonso si vendicherà contro la Mclaren facendo esplodere la spy story (previa immunità....).

 

 

Oriano Ferrari ci racconta il GP di Ungheria

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