F1. Mercedes, nessun dubbio sul talento di Andrea Kimi Antonelli: “Dobbiamo aiutarlo a superare questa fase". E sulla sospensione posteriore Shovlin dice…

F1. Mercedes, nessun dubbio sul talento di Andrea Kimi Antonelli: “Dobbiamo aiutarlo a superare questa fase". E sulla sospensione posteriore Shovlin dice…
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Andrew Shovlin analizza le difficoltà di Andrea Kimi Antonelli con la Mercedes W16. E sul ritorno alla vecchia sospensione posteriore spiega...
1 agosto 2025

La stagione 2025 di Andrea Kimi Antonelli ha preso una piega complessa nell’ultimo periodo. Fatto salvo il podio del Canada, l’imprevedibilità della sua Mercedes W16 lo ha messo in ginocchio, anche per via di un approccio aggressivo alla guida che, per sua stessa ammissione, non fa altro che rendere la sua vettura ancora più capricciosa. Il responsabile delle operazioni in pista della scuderia di Brackley, Andrew Shovlin, spiega come dietro le quinte si stia lavorando per semplificargli il compito: “Non ci sono correttivi specifici che stiamo apportando, se non l’apporto di Bono come ingegnere di pista. Se dovessimo dargli una monoposto stabile, le sue performance migliorerebbero”.

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Le difficoltà di Antonelli secondo Shovlin sono esacerbate dal fatto di essere un rookie. “La verità è che entrambi i piloti sono scivolati indietro, ma George ha dalla sua l’esperienza di tanti anni in Formula 1, e questo lo ha aiutato in qualifica. Kimi non ha quel bagaglio di conoscenze e non sa come aggirare i problemi. È un problema ingegneristico. Se dovessimo risolverlo, la sicurezza in sé di Kimi aumenterebbe sicuramente”. Antonelli non si nasconde mai dietro un dito, attribuendosi larga parte della colpa delle sue difficoltà, e Shovlin lo riconosce. “Kimi è incredibilmente onesto e aperto quando ha prestazioni sottotono o commette errori”, osserva.

“Il suo comportamento non ci sorprende perché è parte del team da molto tempo. È evidente che sia il peggior critico di sé stesso. Ed è indubbio che nelle ultime gare gli abbiamo creato un problema che gli tocca affrontare, ed è sbagliato che si faccia carico di tutto come se fosse solo un suo inconveniente. Una larga parte è dovuta al lavoro della scuderia. È un pilota così gentile, ed è bello vedere che guardi alle sue prestazioni. Dobbiamo aiutarlo a superare questa fase. Abbiamo visto abbastanza quest’anno per capire quanto sia talentuoso. È ancora molto giovane, non può che migliorare con il tempo”.

Nel tentativo di rendere la Mercedes W16 meno imprevedibile, a tutto vantaggio sia di Antonelli che di Russell, all’Hungaroring la scuderia di Brackley ha deciso di tornare sui suoi passi, riproponendo la vecchia sospensione posteriore. Con questa modifica, riconosce Shovlin, “abbiamo fiducia nel fatto di poter portare la macchina in una direzione migliore. Se non dovesse essere così, dovremmo guardare a quello che abbiamo cambiato dalle prime gare a ora. La lista, però, è corta. Si sfruttano i weekend di gara come occasione per sperimentare e comprendere”. D’altronde, con il 2026 alle porte, la pista è il vero banco di prova.

Le ore di galleria del vento e di analisi CFD sono troppo preziose perché possano essere sprecate lavorando ancora sul 2025, benché in casa Mercedes ci sia la necessità di trovare una quadra per poter lottare per il secondo posto nel mondiale Costruttori. Russell in qualifica riesce a metterci una pezza, ma in gara la situazione è giocoforza più complessa. E per un rookie come Antonelli avere una vettura così scomposta è una minaccia alla sicurezza in sé che non fa altro che alimentare una spirale discendente. In Mercedes l’obiettivo è chiaro. Resta da capire se raggiungerlo sarà semplice come fare un passo indietro.

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