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Baku è fatta di contraddizioni, tra edifici moderni e costruzioni storiche a contrapporsi in un giro che spazia da un rettilineo infinito a una sezione estremamente tortuosa. E a mostrare la stabilità giusta per fare la differenza nelle prove libere del Gran Premio dell’Azerbaijan 2025 di Formula 1 è stata la Ferrari, capace di firmare una doppietta con Lewis Hamilton e Charles Leclerc. Che possa trattarsi solo di una crudele illusione è un pensiero che viene naturale notando l’assenza dalle posizioni nobili della classifica della McLaren, la dominatrice di questa stagione che già a Baku potrebbe aggiudicarsi il mondiale Costruttori.
Di segnali positivi, però, in casa Ferrari ce ne sono. La scuderia di Maranello ha scelto due opzioni diverse per Hamilton e Leclerc, con una configurazione più carica per il primo. Si tratta di naturali prove di comparazione inevitabili quando si scende in pista con un assetto decisamente più scarico del solito. Che Hamilton possa aver beneficiato della maggior stabilità data dal carico extra è un’ipotesi più che probabile. D’altronde per fare bene su una pista come quella di Baku, andando ad accarezzare i muretti, serve la massima fiducia nel mezzo. Ci sono state delle piccole sbavature sia da parte di Leclerc che di Hamilton, ma senza grandi intoppi.
La staccata estrema alla fine del rettilineo che caratterizza la pista di Baku fa sì che le monoposto siano maggiormente portate a un consumo maggiore del pattino del fondo. Non è un mistero che questo sia un problema a cui la SF-25 è particolarmente esposta. Ma il fatto che Pirelli abbia optato per pressioni elevate degli pneumatici per tutti e che le scuderie vadano nella direzione di regolazioni sospensive più rigide potrebbe andare a ridurre l’handicap della Ferrari dovuto ai noti problemi di controllo della piattaforma della SF-25.
Se la Ferrari oggi ha mostrato il suo lato più bello, la McLaren è scivolata nelle sabbie mobili. Che la scuderia di Woking a Baku potesse essere penalizzata dal carico extra generato naturalmente dalla MCL39 era ampiamente preventivabile. E l’assenza di curve veloci, in più, fa sì che recuperare lo svantaggio con l’efficacia nei cambi di direzione sia più difficile, anche se il miglior tempo nel secondo settore – il più tortuoso – è di Norris. Ma il vero problema per Oscar Piastri e Lando Norris oggi sembra essere stato un altro.
La MCL39 ha un lato oscuro, molto capriccioso, che viene fuori nel momento in cui viene portata vicino al limite. E Norris e Piastri oggi hanno raggiunto il limite fisico della pista prima di arrivare a quello prestazionale della vettura. È andata peggio a Norris, che ha saltato metà delle cruciali FP2 dopo aver rotto la sospensione posteriore sinistra finendo contro le barriere. Viene da pensare che la MCL39 sia diventata indomabile per una concausa di fattori, a cominciare dalla configurazione a basso carico con cui diventa meno efficiente. Ma anche le gomme potrebbero aver avuto un peso.
In Azerbaijan è tornata la C6, la mescola più tenera della gamma pensata da Pirelli, estremamente difficile da portare – e soprattutto da mantenere – nella corretta finestra di utilizzo. È un compound così soffice da avere la tendenza a deformarsi, facendo scivolare la monoposto. E se a questo aggiungiamo anche la difficoltà che tutti i team scontano nel mantenere l’impianto frenante nella corretta finestra di utilizzo, con tutte le conseguenze del caso a livello di stabilità, ecco che la MCL39 diventa una belva difficile da placare.
Pensare che la McLaren sia completamente fuori dai giochi sarebbe ingenuo, naturalmente. Ma le fragilità viste oggi aprono uno spiraglio per gli avversari. Oggi alle spalle della Ferrari si è installata una Mercedes che potrebbe trovare nelle basse temperature nel bel mezzo del rettilineo un vantaggio che per gli altri potrebbe essere invece un handicap. Certo è che il suo pilota più efficace, George Russell, è tutt’altro che in forma. Dopo aver saltato la giornata dedicata alla stampa ieri, si è messo in macchina con sintomi influenzali evidentissimi dalla voce roca esibita nei team radio. Non sono le condizioni ideali per fare bene su un circuito che punisce violentemente anche la più piccola mancanza di concentrazione.
Oggi non si è visto nemmeno Max Verstappen, reduce da una splendida vittoria a Monza. La RB21 trova nella configurazione a basso carico la condizione per esprimere la sua massima efficienza, ma è pur vero che la vettura della Red Bull non gradisce le curve lente come quelle che caratterizzano la pista di Baku. Sappiamo bene, però, quanto in Red Bull siano in grado di lavorare di fino tra venerdì e sabato per perfezionare un salto prestazionale notevole. E chissà che, in una città fatta di contraddizioni, monoposto con pregi e difetti molto diversi non possano essere sulla stessa lunghezza d’onda in termini di prestazioni, a tutto vantaggio dello spettacolo.