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Nella notte torrida di Marina Bay, George Russell ha mantenuto la giusta freddezza mentre mostrava un ritmo forsennato nel primo stint con le medie. È stato l’andamento dello sviluppo, e non la sola nuova ala anteriore regolare a regalargli il successo nel Gran Premio di Singapore 2025 di Formula 1, che per sua stessa ammissione era l’ultima gara che si sarebbe immaginato di poter vincere in una stagione in cui la W16 aveva mostrato una forte tendenza al surriscaldamento degli pneumatici. Concentrarsi sulla flessibilità dell’ala anteriore – che, avendo passato tutti i controlli del caso, resta nella piena legalità – vuol dire ignorare un percorso che ha portato Russell nella direzione giusta per imporsi nella gara fisicamente più difficile dell’anno.
La Mercedes ha avuto il coraggio di tornare sui suoi passi, sbarazzandosi di quella sospensione posteriore che aveva reso molto più capricciosa la W16, aumentando la sua tendenza a stressare gli pneumatici. È un merito di Russell, forse il pilota più efficace dell’intero schieramento nella stagione 2025 di Formula 1, se riusciva a mascherare le mancanze della W16 molto più di quanto potesse farlo il nostro Andrea Kimi Antonelli, rinato dopo il dietrofront della Mercedes. A Singapore entrambi i piloti della Mercedes hanno avuto a disposizione una vettura con una buona trazione e efficace in frenata. Una monoposto docile, ideale per avere ragione di una pista pronta a punire duramente gli errori di distrazione che possono arrivare quando il fisico stremato annebbia anche la mente.
È così che Russell ha rubato la scena all’uomo chiamato a ravvivare un mondiale dall’andamento blando. Max Verstappen ha tentato la carta delle soft in partenza, aggrappandosi alla speranza di potersi prendere la testa della corsa e sfruttare il vantaggio di posizione in pista per regolare la gara a suo piacimento. Ma non è riuscito nell’intento, finendo per trovarsi in affanno nel resto dello stint. Poi sono arrivati dei problemi alla RB21 che gli hanno complicato notevolmente l’esistenza. Le difficoltà nello scalare le marce, senza l’apporto fondamentale del freno motore, ha fatto sì che – parole sue – Max sentisse la macchina come se avesse il freno a mano inserito.
A complicare tutto ha pensato la gestione dei doppiati sul finale della gara, con i piloti di testa che si sono ritrovati sostanzialmente nella stessa situazione di chi parte a centro gruppo. Dopo la gara Max è apparso contrariato, ma le ombre non cancellano il fatto che stare davanti alle McLaren su una pista così avversa, nonostante l’incessante pressing di Lando Norris, sia un ottimo segnale, arrivato nel giorno in cui la scuderia di Woking ha centrato il mondiale Costruttori. Non solo con indubbio merito, ma pure con sei gare di anticipo sulla fine del campionato.
Il decimo titolo Costruttori della storia della McLaren è arrivato nel contesto di un weekend di gara in cui la MCL39 non era necessariamente la macchina più veloce in assoluto, scomposta com’era se portata al limite. Ma è stata senza dubbio la più efficace nella gestione delle gomme. Norris ha percorso più di venti giri negli scarichi di Verstappen, senza che le coperture pagassero il dazio delle turbolenze dovute all’aria sporcata dalla RB21 del campione del mondo in carica. Tutto questo in barba ai fantasmi che, come al solito, vede solo Lando.
Nel giorno in cui la McLaren ha chiuso la partita per il mondiale Costruttori, sono emerse delle crepe nel clima di fair play voluto dal team principal Andrea Stella. Oscar Piastri ha finalmente tradito delle emozioni, risentendosi per la speronata del compagno di squadra a inizio gara. Fermo restando che la loro resta comunque una rivalità all’acqua di rose, noiosa nonostante i due contendenti non lo siano, era inevitabile che si arrivasse a questo punto. Piastri non poteva non risentirsi per la mancanza di azioni da parte del team dopo l’assurdo avvicendamento di Monza per una sosta lenta capitata in sorte a Norris, come è successo peraltro oggi anche a Piastri. C’è poco pathos nella battaglia tra due piloti che dovrebbero mostrare tutta la fame del mondo, vicini come sono a un potenziale primo titolo mondiale. Invece uno, Piastri, è troppo algido per scaldarsi davvero. E l’altro, Norris, è troppo tormentato dai suoi pensieri per aggredire il rivale.
Alle spalle della McLaren, con la vittoria di Russell e il quinto posto di Antonelli la Mercedes allunga in classifica Costruttori su una Ferrari che con Lewis Hamilton ha mostrato degli sprazzi di velocità con la soft, montata come extrema ratio per movimentare un altro weekend mediocre, prima che la temperatura dei freni diventasse critica. Che la Ferrari stesse faticando nella gestione dell’impianto su una pista che lo stressa molto lo si era capito dalle ripetute richieste di lift-and-coast di Bryan Bozzi a uno sconsolato Charles Leclerc via radio.
Il fumo nero che usciva dai freni di Hamilton nel momento in cui si è avvicendato al compagno di squadra la diceva lunga sulle difficoltà della Rossa. Per l’andamento che ha preso il mondiale della Ferrari, non è da escludere che a tendere possa essere a rischio pure il terzo posto in classifica. Se la Red Bull dovesse stare davanti sostanzialmente con un pilota solo, sarebbe la misura della crescita degli altri e della staticità di una Rossa che pur con gli accorgimenti del caso non si è mossa dalla situazione di inizio anno. E mentre Russell regolava la corsa con una Mercedes rinata, Leclerc e Hamilton sembravano soffocare, strozzati com'erano nei loro spunti da una vettura che non riesce mai a brillare.