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Facciamo subito una premessa. Chiamare Max Verstappen “outsider” o “terzo incomodo” non è esattamente il modo più giusto di identificare un 4 volte Campione del Mondo ormai annoverato tra i più grandi di sempre, ma nella realtà dei fatti la storia di questo 2025 sembrava raccontare proprio questo. Sin dalla fine del 2024 e dai test 2025 l’affare mondiale sembrava unicamente riservato ai due McLaren e se il Campionato Costruttori ha ampiamente rispettato le attese, anche a causa della mancanza di un vero team contendente, quello piloti ha invece preso una piega inaspettata dopo la fine dell’estate quando l’olandese ha cominciato a rosicchiare punti a ripetizione al duo McLaren che invece ha cominciato ad incappare in prestazioni sottotono anche a causa delle famose “Papaya Rules” che secondo molti non hanno dato una direzione certa alla stagione di Norris e Piastri. Nei fatti, ad esclusione della folle ruotata a Russel nel weekend di Barcellona che peraltro potrebbe inaspettatamente costargli carissimo, la stagione di Max è stata pressoché perfetta nei limiti della macchina ed una rimonta da libri di storia adesso comincia ad essere sempre più concreta.
Certo, come visto nel fine settimana del Messico, la MCL39 è ancora considerata come la macchina migliore ed è opinione comune che alla McLaren basti approcciare le restanti gare della stagione con un minimo di lucidità per assicurarsi il titolo piloti, ma riavvolgendo il nastro ci accorgiamo che già altre volte un mondiale che pareva già assegnato sia inaspettatamente finito nelle mani di qualcun’altro.
Cominciamo dal 2007 e da una rimonta che ancora oggi rimane incredibile anche per chi l’ha vissuta di persona. Come ben noto, questa è la prima stagione in F1 di Lewis Hamilton e l’inglese fa già vedere la stoffa del campione arrivando a lottare già al debutto per il campionato piloti. Il suo problema però, prima che gli avversari delle altre squadre, si chiama Fernando Alonso. L’asturiano bi-campione del mondo in carica e appena sbarcato in McLaren, mal digerisce la convivenza con Hamilton e gli attriti durante l’anno non si risparmiano. Nonostante tutto la scuderia di Woking prima di venire squalificata per l'infausta Spy-Story è davanti alla Ferrari, orfana di Schumacher, sia nei costruttori e nei piloti dove Alonso e Hamilton si spartiscono le vittorie. Alla vigilia della penultima gara, Hamilton è davanti con 12 punti di vantaggio su Alonso mentre Räikkönen è addirittura staccato di 17 punti, quando ancora la vittoria ne assegna 10. Matematica alla mano è ancora tutto aperto ma verosimilmente ad Hamilton basta gestire tranquillamente per laurearsi campione. Kimi però non dà nulla per finito anche se la rimonta pare impossibile. E infatti in Cina accade il primo colpo di scena. Hamilton, in condizioni di pista umida e con degli pneumatici troppo usurati, si insabbia banalmente mentre rientra ai box e deve lasciare Shanghai con 0 punti mentre Räikkönen vince davanti ad Alonso. La classifica si accorcia sensibilmente ma in Brasile sarà ancora Hamilton il favorito. A San Paolo però succede di tutto e di più. Hamilton incappa in un guaio dopo l’altro mentre le Ferrari volano in prima e seconda posizione.
Alla fine l’inglese sarà settimo e con Alonso solo terzo lo scenario più impensabile si avvera. Räikkönen vince gara e mondiale con un solo punto di vantaggio sul duo McLaren che arriva appaiato. Con 17 punti recuperati in 2 gare, l’epilogo del mondiale 2007 rimane uno dei più incredibili della storia.
Altrettanto incredibile è invece la conclusione della stagione 1986, che con il 2025 presenta analogie al limite della coincidenza. Tra tutte, spicca sicuramente la presenza di una scuderia dominante. Se infatti nel 2007 la Ferrari si era comunque dimostrata generalmente alla pari della McLaren, nel 1986 è evidente che la macchina da battere sia la Williams FW11 con motore Honda che conquista 9 vittorie su 16. La conquista del mondiale Costruttori è sostanzialmente una formalità ma quello piloti è tutt’altra storia. Mansell e Piquet sono i proverbiali 2 galli nel pollaio e durante la stagione si spartiscono le vittorie forti della superiorità del loro mezzo. La Williams dal canto suo non designa mai un primo pilota e questo permette ad Alain Prost, Campione del Mondo in carica, di rimanere a ridosso delle Williams nonostante la sua McLaren sia generalmente considerata inferiore. All’alba dell’ultimo appuntamento della stagione di Adelaide quindi, pur con Mansell nettamente favorito, i tre piloti arrivano ancora tutti in lizza. Per l’inglese, quella che dovrebbe essere una parata trionfale per il suo primo titolo si trasforma però in un dramma sportivo. A meno di 20 giri dalla fine, mentre si trova terzo e quindi matematicamente campione, la sua gomma posteriore sinistra esplode in pieno rettilineo nonostante le garanzie date dalla Goodyear prima della gara. Il Leone riesce a controllare miracolosamente la macchina prima di doverla mestamente parcheggiare con la sospensione danneggiata. La Williams a quel punto richiama Piquet ai box per precauzione lasciando strada libera a Prost che incredibilmente eredita la testa. A nulla vale la furiosa rimonta del brasiliano negli ultimi giri, il Professore vince e si porta a casa il back-to-back iridato nel modo più assurdo. La Williams, nell’anno del grave incidente del patron Frank, si consola con il titolo costruttori ma è evidente che la superiorità della FW11 sia andata parzialmente sprecata scegliendo di non dare gerarchie tra i due piloti.
“Ho avuto la mia parte di delusioni, e altre ne verranno. Ma non c’è dubbio che quella sia stata la pagina più amara della mia vita. Difficile accettarlo perché non avevo commesso errori, stava andando tutto bene e tutto era sotto controllo. Invece improvvisamente avevo perso quello che già sentivo nelle mie mani.”
Nigel Mansell
Ricapitolando: una scuderia dominante che conquista il titolo costruttori con largo anticipo, due piloti trattati equamente a dividersi le vittorie e un terzo incomodo, Campione del Mondo in carica, pronto a sfruttare ogni minima possibilità di inserirsi. Suona familiare… Ma ai posteri l’ardua sentenza.
Di campionati che hanno cambiato faccia all’ultima curva ce ne sono stati e ce ne saranno tanti altri e molti di questi, per quanto sportivamente beffardi o ingiusti, hanno comunque lasciato segni indelebili nella storia. Non sappiamo ancora se anche questo 2025 finirà allo stesso modo o se alla fine le attese saranno rispettate ma sicuramente la ritrovata competitività di Verstappen e della Red Bull ha dato nuova linfa vitale ad un mondiale che sembrava scontato già ancor prima di iniziare.