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La Federazione torna ancora al centro del ciclone. Dopo le polemiche per la presenza dei marshall in pista mentre Liam Lawson transitava in curva 1 durante il Gran Premio di Città del Messico 2025, la FIA finisce ora anche in tribunale. Il motivo, questa volta, riguarda lo svolgimento – ritenuto “poco democratico” – delle elezioni del prossimo 12 dicembre.
Foto Credit: ANSA
Come vi avevamo già raccontato, la Federazione Internazionale dell’Automobile dovrà presto recarsi alle urne per eleggere il prossimo Presidente. Tuttavia, il sistema elettorale, modificato nel corso del mandato di Mohammed Ben Sulayem, sembra aver di fatto annullato ogni concorrenza: il solo nome dell’emiratino ed ex pilota di rally comparirà sulle schede elettorali, garantendogli di fatto un rinnovo automatico della Presidenza per altri quattro anni.
Gli altri candidati, infatti, non soddisfano uno dei requisiti fondamentali per partecipare alle elezioni: presentare un “team di governo” di dieci persone rispettando vincoli geografici. I vicepresidenti devono essere scelti da una lista di 29 candidati selezionati dalla FIA e provenienti dalle sei regioni del mondo: due dall’Europa, uno dal Nord America, uno dal Sud America, uno dall’Asia-Pacifico, uno dal Medio Oriente–Nord Africa e uno dall’Africa. Fin qui nulla di problematico, se non fosse che per il Sud America compare solo il nome di Fabiana Ecclestone, che ha già espresso il suo sostegno a Ben Sulayem. Di conseguenza, nessun altro candidato può effettivamente concorrere per la Presidenza.
Dopo le critiche del candidato, Tim Mayer, anche Laura Villars – la prima donna a candidarsi alla Presidenza della FIA – ha deciso di far valere le proprie ragioni. Come riportato dall’agenzia francese AFP, Villars e i suoi legali hanno chiesto a un tribunale di Parigi di ordinare la sospensione delle elezioni presidenziali della FIA fino a una decisione sulla controversia: l’udienza è fissata per il 10 novembre. “Ho provato due volte ad avviare un dialogo costruttivo con la Federazione su questioni chiave come la democrazia interna e la trasparenza delle regole elettorali. Le risposte che ho ricevuto non erano all’altezza della posta in gioco. Non agisco contro la FIA, agisco per preservarla. La democrazia non è una minaccia per la FIA, è la sua forza”, ha dichiarato Laura Villars.
A farle eco, il suo avvocato Robin Binsard ha aggiunto: “Abbiamo ottenuto l’autorizzazione a presentare una citazione d’urgenza. Questo dimostra che la magistratura sta prendendo sul serio le gravi carenze democratiche all’interno della FIA, nonché le varie violazioni degli statuti e dei regolamenti che stiamo denunciando”. Non resta che attendere i prossimi sviluppi.