F1, Perez attacca: “Red Bull? Lasciamo stare. Dopo di me chiunque è impotente contro Verstappen, anche Hamilton e Leclerc”

F1, Perez attacca: “Red Bull? Lasciamo stare. Dopo di me chiunque è impotente contro Verstappen, anche Hamilton e Leclerc”
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Sergio Perez rompe il silenzio su Red Bull e Verstappen: “Dopo di me chiunque sarebbe impotente, anche Hamilton e Leclerc”. E svela cosa accade davvero nel team
29 ottobre 2025

La Formula 1 ha da poco salutato Città del Messico, concedendosi qualche giorno di respiro prima di volare in Brasile per il prossimo Gran Premio. Il weekend messicano ha regalato colpi di scena e momenti emozionanti, con Sergio Perez protagonista nel paddock, seppur da ospite. Il 2026 lo vedrà infatti tornare in pista al fianco di Cadillac, aprendo un nuovo capitolo della sua carriera.

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Alla vigilia dell’evento, la F1 temeva che l’assenza del pilota messicano potesse influire sull’entusiasmo del pubblico locale. In realtà, i tifosi non hanno fatto mancare il loro supporto, partecipando in massa al Gran Premio. Perez, pur non in pista, ha rappresentato Cadillac con professionalità, concedendo interviste e raccontando il suo punto di vista sul passato recente. Dopo quattro stagioni a Milton Keynes, dove nei primi due anni era riuscito a tenere testa al talento cristallino di Max Verstappen, Perez ha attraversato un periodo complicato, conclusosi al termine del Gran Premio di Abu Dhabi 2024. La Red Bull, guidata ai tempi da Christian Horner e Helmut Marko, ha deciso di cambiare strategia per puntare al titolo Costruttori, optando per un rinnovamento della line-up e licenziando con effetto immediato il messicano.

Nei mesi successivi, Perez ha osservato da lontano gli sviluppi della squadra: dal difficile inserimento di Liam Lawson, retrocesso dopo appena due gare, alla promozione di Yuki Tsunoda, ancora alla ricerca di feeling con la RB21. Motivi sufficienti per il messicano per riflettere sul proprio percorso e prepararsi al ritorno in pista con Cadillac, dimostrando che i problemi vissuti a Milton Keynes non erano legati alle sue capacità, ma piuttosto a una gestione del team troppo incentrata su Verstappen. “Appena la separazione dalla Red Bull è stata decisa, ho capito che chiunque fosse arrivato dopo di me sarebbe stato impotente”, ha dichiarato Perez. “Io a malapena sono riuscito a sopravvivere in un ambiente così difficile. Non c’è nessun pilota che possa competere con Max, nemmeno Hamilton o Leclerc. Tutto deve adattarsi al suo stile di guida: il bilanciamento della macchina è particolare, e se non la guidi come lui sei completamente perso. Non si tratta solo di andare veloce, ma di gestire pressione e aspettative. Chi arriva alla Red Bull deve esserne consapevole”.

Il caso di Perez non è isolato: la storia recente della Red Bull ha spesso evidenziato le difficoltà dei secondi piloti nel trovare autonomia e fiducia. Adrian Newey, ex chief technical officer della squadra ed ora in Aston Martin, ha più volte sottolineato che la RB, progettata attorno allo stile di guida di Verstappen, impone standard estremamente elevati e specifici. Piloti come Daniel Ricciardo, Pierre Gasly ed Alexander Albon hanno vissuto momenti simili a quelli di Perez: prestazioni incerte e difficoltà nel gestire una macchina ottimizzata per un solo talento, confermando come la sfida per il numero due non sia mai solo tecnica, ma anche psicologica.

Il ritorno di Perez in pista è già programmato: tra pochi giorni, a Imola, sarà alla guida della SF-23, vettura di almeno due stagioni fa. “Abbiamo ceduto due giorni di TPC a Cadillac”, ha confermato Frédéric Vasseur nel corso del weekend messicano. “La sfida per loro è enorme, non tanto per la macchina, quanto per logistica, garage, infrastrutture e sistemi IT. È un buon test per mettere tutto a posto”. Con la nuova avventura che lo attende, Sergio Perez sembra pronto a scrivere un nuovo capitolo della sua carriera, libero dalle pressioni di Milton Keynes e con l’opportunità di dimostrare ancora una volta il suo valore in Formula 1.

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