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Ha il secondo esercito più forte della Nato. È in prima linea nei dossier più scottanti del pianeta, dalla guerra in Ucraina alla crisi in Medio Oriente. Sta espandendo la sua influenza in aree strategiche come Europa, Africa e Asia. Ha rafforzato Difesa, hi-tech e infrastrutture. Alla Turchia mancava soltanto di affermarsi in uno dei settori più rilevanti del presente: quello dell'automotive.
Ebbene, Ankara ci sta riuscendo. Il suo obiettivo? Trasformarsi in una potenza delle quattro ruote affidandosi a due pilastri: gli investimenti stranieri (in primis cinesi) e l'innovazione interna. In occasione del Salone dell'auto di Monaco la Turchia ha svelato le proprie carte. L'azienda turca Togg ha infatti presentato i suoi primi veicoli elettrici, a dimostrazione di come il Paese intenda competere nel crescente mercato europeo degli Ev. Missione impossibile? Non proprio a giudicare dall'agenda di Recep Tayyip Erdogan, un leader astuto e interessato a dominare i tavoli da gioco che contano davvero.
Nel panorama mondiale Togg è ancora semi sconosciuta. Non è ancora a livello dei grandi marchi globali come Tesla o Volkswagen, e neppure con brand cinesi come Byd o Geely. Sta tuttavia facendo passi importanti per farsi conoscere anche fuori dal suo Paese. L'azienda è sostenuta da un consorzio che include colossi come BMC, Zorlu Holding, Anadolu Group, Turkcell e l'Unione delle Camere di Commercio di Turchia, anche se il governo ha un ruolo molto forte nel promuovere, orientare e sostenere il progetto.
A Monaco, appunto, Togg ha presentato la berlina T10F, che combina lo stile di un'auto a cinque porte con un frontale che ricorda i modelli Mercedes, e la T10X, il suo primo Suv veicolo elettrico. Per la cronaca, entrambi i modelli hanno ottenuto cinque stelle nei crash test dell'organizzazione europea per la sicurezza Euro NCAP. La Togg è promossa come auto nazionale turca direttamente da Erdogan, che spesso mostra i veicoli e li promuove attivamente online. Il Sultano ha più volte spiegato che l'iniziativa mira a mantenere la produzione di veicoli in Turchia e a rilanciare l'economia nazionale, utilizzando le conoscenze acquisite dai produttori stranieri per creare un'auto "autenticamente turca".
Togg ha piani ambiziosi per espandersi nel mercato europeo, a partire dalla Germania, il Paese con la più grande comunità turca all'estero, seguita da Francia e Italia. È tuttavia il sistema turco ad aver agevolato la crescita del settore automobilistico. Ankara, per esempio, ha introdotto politiche e incentivi favorevoli per incoraggiare gli investimenti nel settore dei veicoli elettrici, tra cui riduzioni fiscali, sussidi e sovvenzioni per la ricerca e lo sviluppo. In molti hanno risposto presente.
L'impresa turca di Ford, Ford Otosan, si è impegnata a produrre veicoli commerciali elettrici nel suo stabilimento di Kocaeli. Il Gruppo Renault, in collaborazione con il conglomerato locale Oyak, ha rafforzato il suo impegno con un investimento di 431 milioni di dollari che si estenderà fino al 2027. Tesla è stata invitata da Erdogan a creare una fabbrica nel Paese.
E ancora, tra gli altri casi, con un investimento di un miliardo di dollari citiamo il caso della cinese Byd, che sta compiendo un passo decisivo per affermarsi in Turchia. Il colosso di Shenzhen ha scelto la provincia di Kocaeli, in particolare Gebze, come sede per la sua prima fabbrica di veicoli elettrici di proprietà straniera nel Paese; la produzione, il cui inizio è previsto per la fine del 2026, avrà la capacità di produrre fino a 150.000 Ev all'anno.
In generale, l'industria turca degli Ev ha registrato una crescita sorprendente nel 2025. Il Paese ha superato il Belgio, diventando il quarto mercato di veicoli elettrici a batteria (BEV) in Europa nei primi sei mesi di quest'anno. A giugno i veicoli elettrici a batteria hanno rappresentato circa il 27,4% delle vendite totali di autovetture in Turchia: un eccellente biglietto da visita per sognare di ritagliarsi una fetta nel mercato europeo.