Boiocchi parla dei 25 anni del P Zero

Boiocchi parla dei 25 anni del P Zero
Pubblicità
Emiliano Perucca Orfei
Con la presentazione del P7 Cinturato Blue, Pirelli ha voluto festeggiare anche i 25 anni dei P Zero. Di questa linea di pneumatici ce ne parla Maurizio Boiocchi
22 giugno 2012

Valencia - Con la presentazione del P7 Cinturato Blue, prima gomma sul mercato contraddistinta dalla doppia A europea, Pirelli ha voluto festeggiare anche i 25 anni dei P Zero. Di questa "mitica" linea di pneumatici ne abbiamo parlato con Maurizio Boiocchi, Chief Technology Center dell'azienda milanese.

Nel corso della conferenza stampa Andrea Pirondini - Chief Commercial Officer - ha detto che «nel 1987 si ascoltava The Joshua Three (U2) e che, infondo, quegli anni non sono poi così distanti. Anzi, guardandosi indietro sembra ieri. Per le gomme, però, non è così. Nonostante siano sempre tonde e nere le gomme in questi 25 anni hanno subito un processo evolutivo eccezionale.»

25 anni di motivazione

«Nel 1987, in azienda, c'era già una forte tradizione di rally. Seguivamo le avventure di Fiat e Lancia nel Mondiale da qualche anno e tutti, anche in virtù di questa eccezionale collaborazione, eravamo motivatissimi e spingevamo per fare prodotti sempre più performanti.»

P Zero: su misura per la F40

«Quando arrivò da Ferrari la richiesta di un pneumatico in grado di supportare la performance di un'auto come la F40, dunque, la accettammo di buon grado ed attingendo dall'esperienza sportiva dell'epoca mettemmo a punto uno pneumatico non solamente in grado di far andar forte la vettura in rettilineo, cosa richiesta sino a quel momento dalle supersportive, ma anche in curva. La sfida era quella di rendere gestibile una vettura da 480 CV e 1000 kg di peso sviluppata attorno a concetti di tecnologia ben distanti da quelli di oggi. La nostra risposta fu il P Zero, una gomma da 17" sviluppata con battistrada asimmetrico, soluzioni bimescola e per la prima volta Kevlar nella zona tallone. Caratteristiche tecniche davvero uniche per l'epoca.»

pirelli p zero ferrari f 40
Quando la richiesta di un pneumatico in grado di supportare la performance di un'auto come la F40 la accettammo di buon grado e mettemmo a punto uno pneumatico  in grado di far andar forte la vettura anche in curva


L'evoluzione del P Zero: il "Rosso"

«Il segmento delle supersport anno dopo anno, da quel 1987, ha iniziato a popolarsi di nuove proposte ed anche l'utente ha iniziato a rendere più raffinate le proprie richieste. Fu così che nella prima metà degli anni '90 fummo costretti ad allargare la radar-chart degli elementi base dei nostri pneumatici per fare fronte a vetture come la Porsche 911 996, che considero la seconda pietra miliare dell'evoluzione del P Zero. Rispetto al P Zero originale della F40, il P Zero Rosso era un pneumatico con caratteristiche più stradali, meno squadrato e con più attenzione alle situazioni di bagnato. Il kevlar, prima solo sulla spalla, entra come microfibra all'interno delle mescole di rinforzo e per la prima volta iniziamo a lavorare anche su misure da 18".»

2003: P Zero Corsa

«Passano ancora gli anni e un'altra evoluzione del mercato ci porta ad avere una nuova caratterizzazione sportiva del P Zero. L'avvento della Ferrari 360 ci ha portato a studiare uno pneumatico con meno compromessi stradali in favore di una performance che fosse in grado di supportare freni in carbonio, le performance di un telaio in alluminio e sistemi elettronici molto vicini a quelli odierni. Nasce così il P Zero Corsa system, che tra le particolarità aveva quella di avere mescole diverse in base all'asse di utilizzo per far fronte a necessità di frenata o di trazione. Lavorammo moltissimo sul tallone introducendo anche allora nuovi materiali.»

pirelli p zero ferrari lamborghini gallardo
Con la Gallardo LP560/4 arrivammo a far fronte a veicoli con potenze (560 CV) e pesi (1.410 kg) superiori a quelli per cui il primo P Zero era nato

 

2007: P Zero

«Con la Gallardo LP560/4, una delle ultime pietre miliari nell'evoluzione delle P Zero, arriviamo a far fronte a veicoli con potenze (560 CV) e pesi (1.410 kg) superiori a quelli per cui il primo P Zero era nato. La prestazione, nonostante un occhio di riguardo anche per l'utilizzo stradale, è molto elevata tanto che la prestazione arriva a quella del P Zero corsa. Le altezze della spalla sono tutte comprese tra 45 e 25 mentre le sezioni vanno da 205 a 335. Incredibile anche il peso, che oscilla tra i 9 ed i 16,5 kg.»

Nel 2012?

«P Zero è oggi l'unica misura da 20" disponibile per la Porsche 911 della serie 991 e siamo al 100% nella fornitura della McLaren MP4/12C. Oggi la famiglia oggi si compone dei P Zero Silver, disegnati per berline potenti e veloci ma con massa e senza velleità pista,e si spinge verso prodotti come P Zero Corsa e P Zero Trofeo spostati verso l'uso pista. In 25 anni abbiamo ottenuto ben 621 omologazioni da parte delle Case di cui 240 di queste sono del P Zero e 69 del P Zero corsa. Valori che ci hanno permesso di vendere 59.000.000 di P Zero nel mondo.»

Curiosità: come è nato il nome P Zero

«Come molti dei nomi di successo anche P Zero è nato da un caso. A volte uno pensa che dietro ad un naming di successo ci sia chissà che cosa ed invece, per il P Zero, tutto nacque da una certa indecisione del marketing nello stabilire il nome di questa gomma che noi tecnici avevamo già prodotto. Fummo così noi tecnici a battezzarlo "d'ufficio" ed a distanza d'anni devo dire che è un nome fantastico.»

Pubblicità