Bugatti Bolide, addio al mito: consegnato l'ultimo esemplare della hypercar da pista più estrema

Bugatti Bolide, addio al mito: consegnato l'ultimo esemplare della hypercar da pista più estrema
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Quaranta unità, un motore W16 leggendario e una storia che unisce passato e futuro: così si chiude il capitolo più audace della casa di Molsheim
28 novembre 2025

C'è qualcosa di profondamente poetico nel modo in cui Bugatti ha deciso di congedarsi dalla Bolide. Non con un comunicato freddo e asettico, ma con una cerimonia intima a Molsheim, dove l'ultimo dei quaranta esemplari prodotti è stato consegnato nelle mani di un collezionista che con il marchio alsaziano condivide un legame che va ben oltre il semplice possesso di automobili. È la conclusione di un capitolo che ha spinto i confini dell'ingegneria automobilistica da pista verso territori inesplorati, dimostrando ancora una volta che per Bugatti l'unico standard accettabile resta la perfezione.

Bugatti Bolide
Bugatti Bolide Bugatti
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Dal concept alla realtà

La genesi di questo progetto straordinario risale all'agosto 2021, quando il team di Molsheim si trovò di fronte a una sfida tanto affascinante quanto complessa: tradurre il concept Bolide "What If", svelato l'anno precedente, in una realtà produttiva. Non si trattava semplicemente di costruire un'auto veloce, ma di creare una macchina che rimanesse accessibile al gentleman racer della domenica, pur essendo capace di regalare emozioni indimenticabili anche al pilota professionista più navigato. Una dicotomia apparentemente impossibile che solo Bugatti poteva permettersi di inseguire.

La missione presentava complessità su più livelli. Ogni dettaglio, dall'ingegneria di base alle finiture più minute, richiedeva un'attenzione maniacale. Non erano aspetti separati, ma elementi interconnessi che avrebbero definito il carattere stesso della Bolide. Perché trasformare una hypercar da pista in una "vera Bugatti" significava garantire che ogni esemplare si inserisse armoniosamente nella collezione del marchio, rispettando quegli standard di esecuzione e artigianalità che contraddistinguono ogni vettura uscita dall'Atelier alsaziano.

Bugatti Bolide
Bugatti Bolide Bugatti

Design e ingegneria

Il design venne finalizzato nel corso del 2022, mentre l'ingegneria raggiunse il completamento all'inizio del 2023. Dietro questi traguardi si celano migliaia di ore di analisi ingegneristica, raffinamento estetico e attenzione ossessiva ai particolari. Ogni decisione venne presa affinché i primi prototipi fossero pronti per essere portati in pista, permettendo al team di testare e perfezionare la vettura in condizioni reali.

Durante l'intero progetto, un principio rimase costante: la consapevolezza che le prestazioni da sole non definiscono una Bugatti. Conversazioni cruciali plasmarono un approccio che andava oltre le specifiche tecniche per affrontare domande fondamentali su cosa la Bolide dovesse rappresentare. Questa insistenza nel coniugare prestazioni supreme con qualità di grazia e raffinatezza è il tratto distintivo di ogni Bugatti che lascia Molsheim: visibile nelle proporzioni, percepibile nell'esperienza di guida, presente in ogni dettaglio dall'abitacolo al propulsore.

Tre Bugatti Bolide
Tre Bugatti Bolide Bugatti

Le Mans 2023: 350 km/h sul rettilineo del centenario

Le Mans 2023 rappresentò il banco di prova definitivo. Il team Bugatti arrivò sul leggendario circuito della Sarthe in occasione del centenario della 24 Ore con una vettura che incarnava anni di dedizione ai principi del marchio. La livrea colorata scelta per l'occasione rendeva omaggio ai vincitori Bugatti degli anni '30, creando un ponte visivo tra epoche gloriose. I risultati superarono ogni aspettativa: Andy Wallace, pilota ufficiale Bugatti, raggiunse i 350 km/h sul rettilineo delle Hunaudières, dimostrando che la Bolide non era soltanto un esercizio di stile, ma una belva autentica.

Bugatti Bolide a Le Mans
Bugatti Bolide a Le Mans Bugatti

L'ultimo esemplare: un omaggio alla Type 35 che chiude una trilogia leggendaria

L'ultimo esemplare prodotto porta con sé un significato che trascende la meccanica. Commissionato da un collezionista devoto e amico di lunga data del marchio, questa Bolide finale trae ispirazione da un pezzo prezioso del patrimonio Bugatti: la Type 35 di proprietà dello stesso cliente. Il legame tra passato e presente si esprime attraverso la livrea accuratamente selezionata, che onora le vibranti tonalità di blu che fanno parte della storia agonistica Bugatti da generazioni.

Questa palette cromatica riveste un significato così profondo per il cliente che egli specificò la medesima combinazione anche per la sua Veyron Grand Sport, a sua volta l'ultimo esemplare mai prodotto. La Bolide finale completa dunque una trilogia che attraversa decenni di storia automobilistica, un filo conduttore di blu che unisce tre capitoli irripetibili.

Bugatti Bolide e Bugatti Type 35
Bugatti Bolide e Bugatti Type 35 Bugatti

Livrea bespoke: ogni dettaglio racconta una passione

Rifinita in una specifica bespoke che presenta esterni in "Black Blue" e "Special Blue Lyonnais" con interni interamente rivestiti in Alcantara "Lake Blue", questa ultima Bolide riflette la relazione tra collezionista e marchio. Dalla bandiera francese sul fianco della carrozzeria alle cuciture interne "Light Blue Sport", ogni elemento parla sia di una passione individuale per il motorsport sia dell'heritage racing di Bugatti.

Bugatti Bolide Bugatti
Retro Bugatti Bolide Bugatti

Il testamento di un'epoca: quando l'eredità guida l'innovazione

È una conclusione appropriata, una hypercar da pista moderna che porta avanti lo spirito della leggendaria Type 35, collegando l'eccellenza racing di Ettore Bugatti con l'espressione definitiva delle prestazioni W16 in pista. Ogni Bolide uscita dall'atelier custodisce la storia di questo viaggio straordinario: dagli ambiziosi inizi nell'agosto 2021 alla validazione a Le Mans 2023, fino ai primi track day con i clienti nel 2025.

Limitata a soli quaranta esemplari, la Bolide resta testimonianza di ciò che si può raggiungere quando l'eredità guida l'innovazione e la ricerca della perfezione rimane l'unico standard accettabile. Un addio che, come tutti i grandi congedi, lascia il sapore dolceamaro di chi sa di aver assistito a qualcosa di irripetibile.

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