Geely è nei guai per colpa di Lotus, Polestar, Lynk & Co: cosa sta succedendo al brand cinese?

Geely è nei guai per colpa di Lotus, Polestar, Lynk & Co: cosa sta succedendo al brand cinese?
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Il colosso cinese "che compra tutto", dalla smart alla Lotus con partecipazioni in Mercedes e Aston Martin ha avviato un programma di tagli alle spese e ristrutturazioni: i costi sono troppo alti
19 maggio 2025

Il campanello d'allarme più evidente è arrivato qualche settimana fa, quando Geely ha riorganizzato la struttura societaria di Lotus, uno degli innumerevoli brand presenti nel suo portafoglio, per far fronte alle nuove sfide del mercato. Geely Holding Group, gigante cinese dell’automotive, ha acquisito il 51% di Lotus Cars nel 2017, con l'obiettivo conclamato di rilanciare il marchio britannico, investendo in modelli sportivi e, soprattutto, nella transizione verso l'elettrico. Lotus era quindi stata divisa in due rami: Lotus Cars, che si occupa dello sviluppo e produzione di auto sportive e SUV elettrici, e Lotus Technology Inc., con sede in Cina, che gestisce invece le tecnologie EV, la digitalizzazione e lo sviluppo dei nuovi modelli elettrici hi-tech. Qualcosa non ha funzionato a dovere, visto che Geely ha esercitato un'opzione (put option) che le ha permesso di trasferire la proprietà del 51% di Lotus Cars a Lotus Technology, pur mantenendo il controllo indiretto del brand UK. Questa mossa, volta a unire ricerca, sviluppo e produzione sotto un'unica entità, rispecchia la complicata situazione in cui si trova l'azienda asiatica. Geely ha tagliato i costi in risposta ai dazi degli Stati Uniti (che colpiscono i veicoli elettrici cinesi, compresi i modelli Lotus made in China) e licenziato circa 270 persone nel Regno Unito per contenere le perdite finanziarie.

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Il momento difficile di Geely

Il Ceo di Lotus, Qingfeng Feng, ha spiegato che tutto questo è stato fatto per integrare meglio le diverse divisioni di Lotus e, a quanto pare, creare valore per il marchio. Eppure, nel secondo trimestre del 2024, il marchio ha registrato una perdita netta di 202 milioni di dollari, nonostante un aumento del 239% nelle vendite rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. A pesare: l'aumento delle spese di vendita e marketing che ha inciso negativamente sulla redditività. Il futuro del brand – e Geely lo sa benissimo – è legato alla sua capacità di competere nel mercato EV premium, dominato da Tesla, Porsche e altri colossi. I problemi di Lotus si sommano ai tanti altri che deve affrontare Li Shufu, presidente di Zhejiang Geely Holding, il gruppo che controlla anche Geely Automobile. Mr. Li è in primis impegnato a recuperare terreno nel mercato locale, dominato da BYD e sempre più competitivo. In Europa, intanto, Volvo Car AB è coinvolta in una guerra commerciale che ha smorzato le sue ambizioni globali, mentre negli Stati Uniti Polestar Automotive Holding e la citata Lotus Technology sono state ridotte a titoli azionari di basso valore. Come ha sottolineato Bloomberg, dopo oltre un decennio di espansione, iniziato con l'acquisizione della svedese Volvo nel 2010, Li sta dunque rendendo la riduzione dei costi una priorità assoluta per arginare l'emorragia di diversi suoi produttori automobilistici. E pensare che gli ultimi dati diffusi dal gruppo sono più che positivi. L'utile di Geely Automobile Holdings è più che triplicato lo scorso anno, grazie a un forte aumento delle vendite di veicoli elettrici e a un guadagno derivante dalla cessione di asset, facendo registrare un sorprendente aumento del 213% e raggiungendo i 16,6 miliardi di yuan (pari a 2,3 miliardi di dollari). Le vendite sono invece cresciute del 34% fino a toccare i 240,2 miliardi di yuan (33,8 miliardi di dollari).

 

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Cosa aspettarsi nel futuro

Nonostante i risultati finanziari positivi, Geely sta affrontando sfide legate alla redditività dei suoi marchi elettrici. Mr. Li è stato chiarissimo: è necessario consolidare i costi e risparmiare per eliminare le ridondanze all'interno del gruppo. La nuova strategia punta al rafforzamento delle aziende in un momento in cui la domanda di veicoli elettrici è in calo e i conflitti tariffari minacciano le vendite. Anche perché mantenere un'infinità di marchi diversi come quelli presenti nel portafoglio di Geely, con reti di marketing e distribuzione diversi, è costoso e difficile. Il colosso cinese controlla infatti, tra gli altri, Volvo, Lotus, Polestar, Zeekr e Lynk & Co, oltre ad avere partecipazioni in Daimler e Aston Martin. Lo scorso novembre Li ha unito due marchi simili – Zeekr e Lynk & Co. – e di recente, come abbiamo visto, ha riorganizzato Lotus. Ma il gruppo è sotto pressione. Polestar, Zeekr e Lotus hanno registrato perdite combinate per 2,2 miliardi di dollari nei primi tre trimestri del 2024, mentre nello stesso periodo Volvo e Geely Auto hanno generato entrate per circa 3 miliardi di dollari. Escludendo Lotus, il debito totale è aumentato del 4%, passando da 5,3 miliardi di dollari alla fine del 2021 a 8,1 miliardi di dollari al 30 giugno 2024. Poi ci sarebbe il caso Ji Yue, la joint venture tra Geely e il gigante cinese della ricerca Baidu, sottoposta a tagli progetti e accorpamento di reparti perché il volume di vendite cumulativo per 11 mesi del 2024 è stato inferiore alle 14.000 unità (c'è chi dice che l'azienda non abbia fondi per pagare la previdenza sociale ai dipendenti). Il rallentamento del mercato dei veicoli elettrici ha reso sempre più difficile la raccolta di fondi per Geely, e questo ha scosso le aziende dell'impero di Li. Basti pensare che il valore di mercato totale delle cinque principali entità quotate di Geely, tra cui Geely Automobile Holdings, quotata a Hong Kong, e Polestar, è crollato di circa 75 miliardi di dollari rispetto al picco massimo.

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