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La crescita dei veicoli elettrici cinesi in Europa sta rallentando, ma questo non ha fermato l’espansione delle case automobilistiche del Dragone nel Vecchio Continente. Infatti, secondo quanto riportato da Bloomberg News, nei primi tre mesi del 2025 sono state immatricolate oltre 150.000 auto cinesi in Europa, un record assoluto. Tuttavia, solo il 30% di queste sono elettriche a batteria, la quota più bassa dal 2020.
Fino a poco tempo fa, i marchi cinesi puntavano quasi esclusivamente sull’elettrico per conquistare il mercato europeo, attratti dagli ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione dell’UE. Ma l’introduzione dei dazi sull’import di EV cinesi nel 2024 — fino al 45% per alcuni produttori come SAIC — ha costretto i costruttori a rivedere la strategia.
“Oltre ai dazi, ha inciso anche un rallentamento generalizzato nella domanda di elettriche,” ha spiegato Benjamin Kibies, analista senior di Dataforce, la società che ha fornito i dati di vendita. “I cinesi hanno accelerato l’introduzione di modelli con altri tipi di alimentazione, come ibridi e termici.”
Un caso emblematico è quello di MG (gruppo SAIC), che nel primo trimestre 2025 ha venduto in Europa quasi 47.000 auto a benzina, ibride o ibride plug-in — più del doppio rispetto all’anno scorso — mentre le vendite di elettriche sono dimezzate. In Spagna, le vendite di modelli non elettrici sono più che raddoppiate; in Francia, sono passate da numeri marginali a oltre 5.500 unità; in Italia, l’aumento è stato del 57%.
Anche BYD sta puntando sempre di più sulle ibride plug-in. “Nel futuro prossimo avremo due pilastri: uno è l’elettrico” ha dichiarato Maria Grazia Davino, responsabile regionale BYD, durante un evento a Stoccarda. L’azienda sta investendo in nuove fabbriche in Ungheria e Turchia — per evitare i dazi — e valuta l’apertura di un terzo impianto in Europa.
Nel mese di marzo, le case cinesi hanno superato per la prima volta il 5% del mercato auto europeo, raggiungendo una quota del 5,2%. Nonostante le barriere tariffarie, il loro peso continua ad aumentare, grazie anche alla capacità di adattarsi a una domanda europea che — oggi più che mai — privilegia soluzioni ibride rispetto ai full electric.
Le misure protezionistiche dell’Unione Europea, pensate per tutelare i costruttori locali e i fornitori della filiera, stanno però rallentando l’adozione di veicoli elettrici. Inoltre, come osserva Bloomberg, il rischio è che queste politiche finiscano per ostacolare gli obiettivi ambientali del blocco.
Nel frattempo, i gruppi europei come Volkswagen e Stellantis si trovano ad affrontare una concorrenza sempre più agguerrita, non solo sul fronte elettrico, ma anche su quello delle termiche e delle ibride, dove i costruttori cinesi stanno mostrando una competitività crescente.