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La sicurezza stradale resta uno dei temi più delicati quando si parla di mobilità in Italia. Nonostante l’evoluzione tecnologica delle auto, l’introduzione di sistemi di assistenza alla guida sempre più avanzati e campagne di prevenzione mirate, il numero di incidenti sulle nostre strade continua a essere significativo. Alcune strade, più di altre, concentrano un alto tasso di sinistri, diventando veri e propri punti critici per automobilisti, motociclisti e utenti vulnerabili.
Un’analisi pubblicata da Virgilio Motori, basata sui dati ufficiali ACI-Istat, fotografa con chiarezza quali siano le strade italiane più pericolose in termini di incidenti registrati ogni anno. Un quadro che aiuta a comprendere non solo dove si verificano più sinistri, ma anche perché alcune infrastrutture risultano più a rischio rispetto ad altre.
Secondo le più recenti statistiche ACI-Istat, nel corso del 2024 in Italia si sono verificati oltre 170 mila incidenti con feriti, con un bilancio che supera i 3 mila decessi. Numeri che, pur mostrando segnali di lieve miglioramento rispetto al passato, restano lontani dagli obiettivi europei in materia di sicurezza stradale. Il traffico intenso, soprattutto sulle grandi direttrici di collegamento tra Nord e Sud e lungo le principali coste, continua a essere uno dei fattori determinanti.
Le strade extraurbane principali e le autostrade registrano un’elevata concentrazione di sinistri a causa dei volumi di traffico, delle velocità sostenute e, spesso, di comportamenti scorretti alla guida. Distrazione, mancato rispetto delle distanze di sicurezza e velocità non adeguata alle condizioni del traffico restano tra le principali cause di incidente, insieme a infrastrutture non sempre all’altezza dei flussi attuali.
Secondo l’elaborazione dei dati ACI-Istat, queste sono le arterie con il maggior numero di incidenti registrati ogni anno:
Si tratta di strade molto diverse tra loro, ma accomunate da un traffico elevato e da un ruolo strategico nei collegamenti nazionali e regionali.
Analizzando le caratteristiche delle strade più pericolose emerge un filo conduttore chiaro. Le grandi direttrici come la SS16 Adriatica o l’Autostrada del Sole attraversano aree densamente popolate, zone industriali e turistiche, con un mix di traffico locale e di lunga percorrenza. Questo aumenta il rischio di incidenti, soprattutto nei periodi di maggiore afflusso, come i weekend e i mesi estivi.
Anche le infrastrutture urbane ad alta percorrenza, come il Grande Raccordo Anulare di Roma, soffrono per l’elevata densità di veicoli e per la presenza di numerosi svincoli e immissioni. In questi contesti, basta una distrazione o una manovra errata per generare incidenti a catena, spesso con conseguenze gravi.
Nel confronto con altri Paesi europei, l’Italia si colloca in una posizione intermedia per quanto riguarda la mortalità stradale. Le nazioni del Nord Europa continuano a rappresentare un modello grazie a politiche di prevenzione più incisive, infrastrutture moderne e una maggiore cultura della sicurezza. Nel nostro Paese, invece, il miglioramento passa non solo da strade più sicure, ma anche da un cambiamento nei comportamenti alla guida.
L’inasprimento delle sanzioni previsto dal nuovo Codice della Strada e una maggiore diffusione dei sistemi di assistenza alla guida possono contribuire a ridurre il numero di incidenti, ma il vero salto di qualità dipenderà dalla responsabilità quotidiana di chi si mette al volante.