Miguel Molina: “Nella classe Hypercar con la Ferrari 499P, non potrei chiedere di meglio”

Miguel Molina: “Nella classe Hypercar con la Ferrari 499P, non potrei chiedere di meglio”
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Miguel Molina sente di aver raggiunto l'apice della sua carriera correndo nella classe Hypercar del WEC con la Ferrari 499P n.50. E della prima stagione di questa nuova era dice...
10 novembre 2023

“Penso che sia arrivato al massimo livello a cui posso giungere”. È raro sentire pronunciare una frase del genere a un pilota. Ma quando Miguel Molina, sorridente e affabile, diventa serio per un momento parlando del suo percorso finora, non si può che ammirare la sua schiettezza. “Credo che si debba essere realisti – ci dice quando lo incontriamo alle Finali Mondiali al Mugello -. Sono nel campionato più importante nel mondo dell’Endurance e competo per un marchio famoso in tutto il mondo come Ferrari. Sono pilota ufficiale della Ferrari già da sette anni e non potrei chiedere di più che partecipare alla classe Hypercar, il top”.

L’approdo nella classe regina del WEC come pilota di un marchio così iconico è il culmine di una carriera cominciata grazie all’humus fertile fatto di motori in cui è cresciuto. La famiglia di Girona in cui Miguel nacque nel 1989 è infatti legata a doppio filo al motorsport. “Mio papà, dopo essere stato pilota di rally e di kart, aveva da tempo un team di kart, ed è stato naturale entrare nel mondo del motosport”. Da ragazzino sognava seguendo le gesta dei suoi campioni di F1 preferiti, Fernando Alonso, Lewis Hamilton e Kimi Raikkonen. Ma il suo percorso non è stato semplice.

Lo capiamo quando gli chiediamo se abbia dei rimpianti. “Non cambierei nulla - riflette -. Tutto mi è servito ad accumulare l’esperienza che mi ha portato dove sono oggi. In certi momenti è stato difficile. Ho voluto smettere, lasciare tutto. Nemmeno agli inizi è stato semplice. Non arrivo da una famiglia che aveva i soldi per farmi proseguire la carriera”. Dopo la trafila nelle formule minori, nel 2010 lasciò le monoposto per le ruote coperte, correndo per un lungo periodo nel DTM e diventando infine pilota ufficiale di Ferrari nel 2017.

La vera consacrazione, però, è arrivata con il passaggio nella classe Hypercar, sulla 499P n. 50 condivisa con Antonio Fuoco e Nicklas Nielsen. Il bilancio del campionato 2023, concluso in terza posizione, è positivo. “Penso che abbiamo disputato una buona stagione, siamo sempre stati in lotta per il podio e per la vittoria. Sicuramente la Toyota è sempre stata un po’ più competitiva di noi, però per essere il primo anno del programma Hypercar penso che possiamo essere soddisfatti dei risultati che abbiamo ottenuto”.

Ma quando Molina e i suoi co-équipier hanno compreso che la 499P era davvero valida? “Ci siamo resi conto sin da Sebring che la vettura era competitiva – ricorda -. In qualifica abbiamo colto la pole position e abbiamo capito che eravamo veloci. Sicuramente in gara dobbiamo capire come sfruttare al meglio il pacchetto che abbiamo a nostra disposizione”. Quanto al futuro, prima di usare i gettoni per lo sviluppo secondo Molina serve ancora un lavoro di fondo in termini di messa a punto. “Dobbiamo lavorare sul set-up della macchina, per sfruttare al meglio quello che abbiamo a disposizione. Non abbiamo avuto così tanto tempo per lavorare di fino sull’assetto. Solo una volta affinato questo aspetto vedremo in che direzione sarà condotto lo sviluppo”.

In ogni caso, l’esperienza accumulata nel GT “mi ha aiutato moltissimo in questa nuova avventura. Soprattutto sapere come funzionano queste gare e come lavorare in gruppo con altri piloti”. Con i suoi compagni, “dal primo momento in cui ci siamo conosciuti siamo subito andati d’accordo. Con Antonio abbiamo lavorato già insieme lo scorso anno nel GT e Nicklas è una persona molto tranquilla, con cui è semplice collaborare. Siamo un gruppo molto competitivo. Tra di noi è sempre tutto chiaro, mi trovo molto bene con loro. Sono più giovani di me e posso fare loro da maestro”, spiega con un sorriso.

Il fatto di essere arrivato al top non vuol dire che Molina voglia sedersi sugli allori. “Ci sono sicuramente tante cose su cui posso lavorare, soprattutto dopo un primo anno in cui si impara moltissimo sulla nuova categoria con queste vetture. Dovrei pensarci su dopo la fine della stagione”. Ma cosa consiglierebbe Miguel ai ragazzini che sognano di entrare in questo mondo? “Adesso emergere è difficile, perché il mondo dei kart è diventato molto più professionale. Bisogna avere molta voglia di guidare, perché ora serve farlo moltissimo, ma allo stesso tempo è importante essere felici di fare parte di questo mondo. Consiglierei di andare con calma, senza bruciare le tappe”. E forse anche anche loro, un giorno, potranno sentire di essere arrivati, proprio come Miguel.

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