RC auto: il Governo Conte la vuole «equa», ma c'è chi ipotizza aumenti al Nord

RC auto: il Governo Conte la vuole «equa», ma c'è chi ipotizza aumenti al Nord
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Daniele Pizzo
Annunciata una riforma del settore, ma le misure sono ancora avvolte dal mistero. Intanto i governatori delle regioni settentrionali si preoccupano ed “Il Sole 24 Ore” azzarda l'entità dei presunti aumenti
19 ottobre 2018

Tre righe che hanno scatenato un putiferio. Tutto parte il 15 ottobre, quando il Governo Conte al termine del Consiglio dei Ministri invia alla stampa un comunicato che oltre ad illustrare le novità introdotte dal decreto fiscale annuncia l'arrivo di un secondo decreto di prossimo varo sulla deburocratizzazione battezzato “tagliascartoffie”. 

L'esecutivo gialloverde annuncia una «RC auto equa sul territorio - Per realizzare una RC auto equa, con canoni differenziati rispetto al territorio, si eliminano i vincoli di trasferimento della polizza da un assicuratore a un altro». Il vicepremier Luigi Di Maio non chiarisce di molto la questione durante la conferenza stampa, limitandosi a dire fugacemente: «Le assicurazioni Rc auto saranno eque finalmente, perché in alcuni posti si pagava davvero troppo».

Appena tre righe fin troppo sibilline e una stringatissima dichiarazione, vista la delicatezza dell'argomento, che scatenano gli interrogativi: che succederà? Del resto l'assicurazione dell'auto, un grande peso che grava sulle tasche degli italiani (411 euro in all'anno in media secondo l'ultima rilevazione dell'Ivass), è da sempre un argomento delicato e ogni proposta di rinnovo del settore incontra resistenze fortissime dentro e fuori dal Parlamento.

A partire per primo con le ipotesi, pur ammettendo che «non è noto un testo di legge che consenta di capire come l’obiettivo verrà raggiunto», è Il Sole 24 Ore, che riporta di «Prime proiezioni, fatte all’interno di alcune compagnie assicurative di rilievo», secondo le quali «un intervento a gamba tesa di questo tipo porterebbe a un rincaro della tariffa fino al 40% a Bolzano e una discesa addirittura del 65% a Napoli. Ad Aosta invece salirebbero del 35%, a Trento del 25% e a Vicenza di quasi il 28%. Diversamente a Massa Carrara crollerebbero del 42%, a Pistoia del 37% e a Salerno del 44%». 

Ciò, spiega il quotidiano, avverrebbe in uno scenario ipotetico: «Supponiamo di avere un portafoglio di polizze, esclusivamente auto, del valore totale di 150 milioni di euro. Bene, se si elimina “l’effetto province”, ossia la variabile legata al rischio di circolare con la vettura in una determinata area del paese, la somma si riduce a 100 milioni. Tuttavia, la compagnia assicurativa per una questione di equilibrio economico ha necessità di spalmare quei 50 milioni che mancano per poter gestire al meglio il rischio. Ovviamente questi vanno riversati sul portafoglio e se lo si fa in maniera indistinta, ossia senza tenere conto delle differenti classi merito, l’esito è quello di un crollo delle tariffe in aree oggi poco virtuose e il balzo in zone decisamente meno problematiche. Le compagnie, in sostanza, per abbassare i prezzi al Sud, dove sono oggettivamente maggiori gli indicatori di rischio, dovrebbero aumentare quelli al Nord».

Il ragionamento abbozzato dal quotidiano economico trova eco su gran parte della stampa nazionale e mette in allarme soprattutto rappresentanti politici e, naturalmente, automobilisti del Nord. «Con tutta la simpatia che possiamo avere per i nostri amici napoletani, non esiste che la riduzione del loro premio sia pagato dagli automobilisti di Bolzano, dato che è ovvio che le compagnie traslerebbero lo sconto obbligatorio verso i consumatori che risiedono nelle province più virtuose. No, quindi, a compensazioni tra Napoli e Bolzano», ha affermato il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massimiliano Dona, commentando le ipotesi apparse sui giornali.

A cercare di placare il dibattito è stato il viceministro all'Economia, il leghista Massimo Garavaglia, per il quale si tratta di «Una norma mai vista, ne' condivisa. Quindi, il problema non esiste», spalleggiato dal Governatore del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, per il quale «Le preoccupazioni sollevate dal Partito Democratico sono già state superate dalle dichiarazioni del viceministro dell'Economia, Massimo Garavaglia, che ha puntualmente messo a tacere le voci circolanti in merito a un paventato aumento delle Rc auto».

Nessun chiarimento invece è giunto ancora da parte del Movimento 5 Stelle, che nel 2014 aveva presentato in Senato il disegno di legge “Rc Auto Equa” con il quale si sarebbe voluta creare un'assicurazione pubblica a tariffe agevolate e un premio per gli automobilisti che non abbiano commesso incidenti per 5 o 8 anni con l'applicazione della tariffa più bassa sull’intero territorio nazionale, oltre a condizioni di ingresso agevolate ai giovani che stipulano per la prima volta una RC auto. Saranno queste le misure in cantiere? Intanto gli automobilisti, tanto del Nord quanto del Sud, attendono risposte. 

Aggiornamento del 19/10/2018 15:05: «In nessuno dei provvedimenti del governo ci saranno aumenti delle assicurazioni auto nelle aree in cui oggi si paga meno». Così sostengono in una nota congiunta il capogruppo al Senato Massimiliano Romeo, il sottosegretario al Mise Dario Galli e i parlamentari della Lega. 
    

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