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Sicurezza in strada, a che punto siamo?
Non va troppo bene, almeno a leggere i dati appena pubblicati dall'ETSC (European Transport Safety Council): nel 2024 gli incidenti stradali sulle strade europee sono diminuiti solo del 2% rispetto al 2023, rendendo così difficilmente raggiungibile l'obiettivo di dimezzare i decessi in area UE entro il 2030.
E l'Italia fa ancora peggio, visto il numero di vittime della strada di fatto invariato, attestandosi ad oltre tremila.
Il rapporto ETSC indica che nel 2024 si sono registrate 20.017 vittime sulle strade dell’Unione Europea, corrispondenti ad una diminuzione solo del 2% rispetto al 2023, dato quindi ben al di sotto del calo annuale del 6,7% necessario per raggiungere il citato obiettivo UE in prospettiva 2030.
Dal 2019, le vittime stradali nell’UE sono diminuite solo del 12%, rispetto ad un valore necessario del 27% per rimanere in linea con il target.
Addirittura, nel 2024 otto paesi europei hanno registrato un aumento delle vittime, tra cui Svizzera ed Estonia, mentre pochi Stati membri hanno registrato progressi rilevanti: la Lituania ha ridotto i decessi del 35% rispetto al 2019, seguita da Belgio, Polonia e Slovenia (oltre il 25%).
Tra tante ombre, per fortuna c'è anche qualche dato confortante: il PIN Award 2025 (Road Safety Performance Index) è stato assegnato alla Norvegia, che si conferma il paese con la mortalità stradale più bassa d’Europa, con sole 16 vittime per milione di abitanti nel 2024
Tra le misure più significative adottate dal Paese scandinavo ci sono il piano d’azione nazionale con 179 misure concrete, come il limite alcolemico tra i più bassi d’Europa (0,02%), corsi obbligatori di guida su fondo scivoloso e la trasformazione di strade pericolose in tratte 2+1 con barriere centrali.
Molte città, tra cui la capitale Oslo, hanno introdotto zone 30, piste ciclabili protette e restrizioni al traffico per tutelare pedoni e ciclisti, mentre a livello nazionale sono stati rafforzati i controlli di velocità, potenziata la formazione per motociclisti e finanziate infrastrutture sicure e progetti locali rivolti a bambini, anziani e utenti vulnerabili.
Inoltre, il programma di ricerca BEST (Bedre sikkerhet i trafikken) ha prodotto oltre 140 studi per migliorare la sicurezza stradale: coordinato dall’amministrazione stradale e da istituti di ricerca, ha analizzato misure come limiti di velocità, infrastrutture sicure per utenti vulnerabili e pianificazione urbana, valutando costi ed efficacia degli interventi ed offrendo basi scientifiche per le politiche pubbliche, svolgendo un ruolo chiave nel rafforzare le strategie nazionali per ridurre incidenti gravi e mortali.
Ancora, il paese nordico ha promosso riforme legislative con indagini approfondite su tutti i decessi stradali, attuato azioni specifiche per i giovani conducenti, come il raddoppio dei punti patente e percorsi formativi rafforzati e promosso interventi locali, tra cui la creazione di aree scolastiche car-free e la certificazione dei “Comuni Sicuri”.
«La Norvegia - ha dichiarato Antonio Avenoso, Direttore Esecutivo di ETSC - continua a dimostrare cosa sia possibile ottenere quando un Paese si impegna seriamente per la sicurezza stradale a tutti i livelli, dalla strategia di governo alla pianificazione locale. I loro risultati non sono frutto del caso, ma il risultato di obiettivi chiari, un'attuazione rigorosa e un’ambizione nazionale».
Il dato provvisorio del 2024 indica per l’Italia un numero di fatto invariato rispetto al 2023, quando le vittime erano state 3.039; tra il 2014 e il 2024, le vittime della strada sono diminuite del 10%, passando da 56 a 51 per milione di abitanti. Il calo rispetto al 2019 è invece solo del 5%.
Anche l’ISTAT fornisce alcuni dati provvisori interessanti: nel primo semestre 2024, in Italia si sono registrati 80.057 incidenti stradali con lesioni a persone (+0,9%), che hanno causato 107.643 feriti (+0,5%) e 1.429 vittime; le strade urbane presentano l’andamento peggiore: +7,9% di incidenti mortali, con un impatto significativo su pedoni e ciclisti, mentre solo le autostrade registrano una flessione, con il -13,9% di vittime.
Sempre secondo l’ISTAT, anche il traffico è in crescita: nei primi quattro mesi del 2024, le percorrenze in autostrada sono aumentate del 3,1%, con +4% per i mezzi pesanti e +2,7% per quelli leggeri.
«Siamo di fronte a uno scenario preoccupante - afferma Marisa Parmigiani, Direttrice di Fondazione Unipolis, membro italiano dell'ETSC - che dimostra come sia ancora necessario intervenire per rafforzare la percezione del rischio ed educare a comportamenti più rispettosi di una strada per tutti. Fondazione Unipolis si occupa di questo da oltre trent'anni, cercando di innovare strumenti e linguaggi per essere sempre più efficace».
Secondo il rapporto ETSC, dal 2014 sono state salvate circa 23.800 vite grazie ai progressi nella sicurezza stradale, con un beneficio stimato per la società di 60 miliardi di euro; tuttavia, se l’Unione Europea avesse seguito il ritmo di riduzione necessario del 6,7% annuo, si sarebbero risparmiate altre 49.600 vite, per un valore sociale complessivo di 124 miliardi di euro.
Alla luce di questi dati, l’ETSC chiede un impegno rinnovato alle istituzioni europee e ai governi nazionali: tra le proposte più importanti, l’istituzione di un’agenzia europea per la sicurezza stradale con poteri specifici, come la regolamentazione dei veicoli automatizzati e le indagini indipendenti sugli incidenti, simile a quanto già esiste per altri settori del trasporto.
Senza un’azione decisa e coordinata, il costo umano e sociale dell’inazione rispetto le vittime della violenza stradale continuerà a crescere.