USA: nuova stretta per i consumi ed emissioni

USA: nuova stretta per i consumi ed emissioni
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Manovra a tenaglia dell'EPA: definiti nuovi standard più severi, per favorire la svolta elettrica
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
21 dicembre 2021

Santa Klaus in versione ambientalista: l'EPA (Environmental Protection Agency, l'Agenzia statunitense per la protezione dell'ambiente) ha stabilito nuovi e più severi livelli per i consumi e le emissioni, che rendono ancora più stringenti le norme proposte ad agosto scorso.

Negli USA, quindi, torna centrale la questione legata alla transizione erngetica nel campo della mobilità, concetto sposato a suo tempo da Barack Obama ed invece avversato come fumo negli occhi da Donald Trump.

Ora che il pendolo della Politica è tornato campo democratico, si riprende la strada verso l'elettrificazione dei veicoli: «Abbiamo definito standard solidi e rigorosi - ha dichiarato ha affermato Michael Regan, amministratore dell'EPA - che ridurranno in modo aggressivo l'inquinamento che sta danneggiando le persone e il nostro pianeta e allo stesso tempo faranno risparmiare denaro alle famiglie».

Come detto, la nuova regola è più stringente della proposta formulata dalla stessa EPA ad agosto o dei requisiti emessi da Obama: si punta ad una media a livello di flotta di circa 40 mpg (miglia per gallone, corrispondenti a poco più di 64 km percorsi con 3,7 litri di carburante, quindi circa 17 km/lt) nel 2026, contro le 38 ipotizzate ad agosto e le 32 volute da Trump.

Si tratta di numeri destinati a modificare in modo netto l'approccio degli statunitensi alla mobilità privata, finora caratterizzata da motori con cubature elevatissime, carrozzerie ipertrofiche e pochissima (per non dire nulla) attenzione al dato dei consumi. 

Per le emissioni, invece, l'EPA ha voluto una media combinata a livello di flotta di 202 grammi di CO2 per miglio (126 g/km), più severe del 10% rispetto agli standard più flessibili previsti da Trump; nel 2024, poi, ci sarebbe una ulteriore stretta del 5% e una più forte, del 6,6% nel 2025, prima della “mannaia“ del 10,3% ipotizzato per il 2026; Biden, ricordiamo, ha in programma che nel 2030 il 50% di tutti i nuovi veicoli venduti negli USA 2030 siano modelli EV o ibridi plug-in.

Tale road map lascerebbe davvero poco scampo ai veicoli attualmente in produzione, che però secondo l'EPA, avrebbe riflessi positivi per quasi 200 miliardi di dollari sotto forma di miglioramento della salute pubblica e risparmio di carburante, per non parlare delle emissioni evitate, superiori ai 3 miliardi di tonnellate fino al 2050. 

La scelta dell'EPA è stata accettata obtorto collo da General Motors, Ford e Chrysler: anche senza bocciare il provvedimento, hanno espresso attraverso l'Alliance for Automotive Innovation, la principale associazione di categoria, la necessità di aiuti per raggiungere gli obiettivi fissati dai nuovi standard, inclusi incentivi per i consumatori, crescita sostanziale delle infrastrutture, requisiti della flotta e supporto per la produzione e lo sviluppo della catena di approvvigionamento.

Quello però che Biden non poteva certo pensare era di avere una serpe in seno: infatti, destando non  poca sorpresa, Joe Manchin, senatore democratico, ha dichiarato la sua contrarietà a sostenere il piano di tasse e spese da due miliardi di dollari, uno dei punti principali dell'agenda economica del presidente.

La decisione di Manchin - così come riporta Automotive News in una nota ripresa dall'Ansa - potrebbe sancire l'impossibilità per i Democratici di approvare la manovra nei tempi previsti.

Manchin ha giustificato la sua posizione con la preoccupazione per l'aumento dell'inflazione e il debito nazionale, arrivato a quasi trenta miliardi di dollari, che la misura voluta da Biden avrebbe sull'economia nazionale.
 

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