Kia Sportage 2.0 CRDi AWD 184 CV

Kia Sportage 2.0 CRDi AWD 184 CV
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Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
Kia Sportage è diventata un'auto pienamente matura, che può battersi a testa alta con rivali europee ben più blasonate. Il motore è silenziosissimo e molto vivace, peccato solo per il cambio automatico, unica vera nota stonata
  • Matteo Valenti
  • di Matteo Valenti
26 agosto 2014

Se pensiamo alle auto coreane solo di qualche hanno fa c'è da rimanere semplicemente a bocca aperta. La qualità complessiva della nuova Kia Sportage infatti ha fatto un balzo in avanti incredibile, tanto che oggi questa crossover non ha davvero nulla da inviare alle rivali tedesche o francesi.

 

Il prezzo d’attacco fissato a quota 20.250 euro rimane certamente interessante anche se dobbiamo tenere presente che la versione top di gamma della nostra prova, quella equipaggiata con il 2.0 turbo diesel CRDi da 184 CV e cambio automatico parte da 36.250 euro. Insomma dimenticatevi i prezzi stracciati delle coreane di dieci anni fa. La qualità ha fatto passi da gigante e quindi i listini si sono dovuti adeguare, anche se non bisogna dimenticare che Kia rimane l’unico costruttore ad offrire ben sette anni di garanzia.

 

La Sportage di ultima generazione, con più di 90.000 unità vendute in Europa solo nel 2013, può già essere considerata un’auto di estremo successo, ma deve comunque vedersela con un folto numero di agguerrite concorrenti. Ed è bene che si guardi le spalle perché la più temibile nemica è in famiglia (Gruppo Hyundai-Kia), dal momento che il modello che contende quote di mercato alla Sportage è proprio la parente stretta Hyundai ix35. La crossover coreana deve fare i conti poi con Mazda CX-5, Nissan Qashqai, Honda CR-V, Renault Koleos, Ford Kuga, Opel Antara, Volkswagen Tiguan, Peugeot 3008, Toyota RAV4 e Fiat Freemont.

Dal vivo: com’è fuori

Scaturita dalla matita di Peter Schreyer, il geniale designer padre della prima Audi TT, ora a capo del Gruppo Hyundai-Kia, la Sportage si è da poco rinfrescata con un lieve restyling. Del resto sarebbe stato una follia stravolgere un progetto di tale successo, quindi gli stilisti si sono limitati a proporre una nuova griglia per la calandra Tiger Nose e una fascia inferiore più elegante, grazie a fendinebbia a sviluppo orizzontale. Pochissime le novità al posteriore, dove spiccano però nuovi gruppi ottici a led. Sorprendente la precisione con cui sono realizzati gli accoppiamenti di carrozzeria, precisi e rigorosi, così come stupisce la cura usata nell’applicazione delle guarnizioni e nella stesura della verniciatura.

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Lo stile è firmato dal geniale Peter Schreyer, papà della prima Audi TT

Dal vivo: com’è dentro

Con il restyling sono migliorati molto gli interni, che salutano con soddisfazione l’arrivo di un nuovo display da 7 pollici centrale. A proposito di infotainment: il sistema è molto semplice ed intuitivo da utilizzare (aspetto sempre più unico che raro sulle attuali automobili, sempre più infarcite di funzioni) ma è anche molto reattivo ai comandi del touch screen. Lo schermo inoltre visualizza anche le immagini della retrocamera di parcheggio che sono peraltro di ottima qualità, mentre a richiesta è possibile avere perfino l’impianto audio premium firmato Infinity.

 

Gli interni in ogni caso sono ben realizzati: la plastica abbonda, è vero, ma è di buona qualità e tutti i comandi trasmettono una bella idea di solidità e concretezza, anche se ovviamente c’è ancora spazio per migliorare ancora di più. Lo spazio non manca, sia davanti che dietro, dove trovano posto comodamente due passeggeri (il terzo è un po’ più sacrificato). Anche il bagagliaio è extra-large: si hanno a disposizione 564 litri, ma con gli schienali abbattuti si arrivano ad avere più di 1.300 litri, ben sfruttabili e con un vano di carico piatto.

Diamo vita al 2.0 CRDi che si dimostra fin da subito silenziosissimo, anche più di alcune unità presenti su concorrenti europee ben più blasonate

Le nostre impressioni di guida

Anche con i motori i coreani hanno fatto passi da gigante. Dimenticatevi quindi i vecchi diesel sempre pronti a borbottare. Diamo vita al 2.0 CRDi che si dimostra fin da subito silenziosissimo, anche più di alcune unità presenti su concorrenti europee ben più blasonate. Questo quattro cilindri turbo diesel common rail di ultima generazione è in grado di erogare 184 CV a 4.000 giri/min e di scaricare sulle quattro ruote motrici 383 Nm, valori di certo non trascurabili e che rendono pimpante anche un’auto da più di 1.700 kg (a secco) come la Sportage.

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I rinnovati interni sono curati e realizzati con materiali plastici di buona qualità. Promosso a pieni voti il sistema di infotainment

 

La spinta del turbo diesel coreano è pronta in basso ma diventa addirittura vigorosa e ruggente tra i 2 e i 3.000 giri/min, tanto che questa crossover di quasi quattro metri e mezzo con questo motore non trasmette mai l’idea di essere in affanno e di essere un’auto pesante. Quello che sorprende è la silenziosità di marcia: anche quando si preme a fondo sull’acceleratore questo diesel rimane incredibilmente silenzioso. Il resto lo fa un’ottima insonorizzazione e il risultato è un gran bel viaggiare, immersi in una ottima silenziosità (perlomeno per un’auto diesel di questa potenza e dimensioni) e con i fruscii aerodinamici molto contenuti nonostante un’altezza da terra non trascurabile (163 cm) e un ingombro frontale più che abbondante.

 

La nota stonata è semmai il cambio automatico. È dolce negli innesti quando si viaggia tranquilli ma tira eccessivamente le marce e ogni volta che si preme a fondo sul pedale dell’acceleratore non è molto reattivo e finisce per penalizzare, almeno in parte, la vivacità del motore. Risultato? I consumi non entusiasmano: anche senza esagerare si superano senza troppe difficoltà i 10 km/l ed anche impegnandosi si rimane lontani dal dato di omologazione dichiarato (9,1 l/100 km). Quindi in questo caso consigliamo caldamente un bel classico manuale a sei rapporti, che, se utilizzato in maniera accurata, permette di migliorare l’efficienza e di sfruttare in maniera più diretta le prestazioni del turbo diesel.

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La Kia Sportage è coperta da 7 anni di garanzia

Conclusioni

Sportage insomma è l'auto che ha trovato una formula vincente: non solo grande qualità e concretezza, ma anche un design fuori dagli schemi e 7 anni di garanzia, davvero introvabili sulla concorrenza. Con sedili in pelle, sistema di infotainment, tetto panoramico e motore da 184 CV, come nel caso della nostra prova, non ha da davvero niente da invidiare al rivali europee ben più blasonate ed affermate sul mercato. Peccato solo per il cambio automatico, davvero troppo lento e con logiche di gestione non troppo entusiasmanti rispetto agli standard di oggi e per l’assenza di moderni sistemi di ausilio alla guida (cruise control attivo, frenata di emergenza automatica), che non sono disponibili nemmeno a richiesta.

Pregi

- Qualità costruttiva alla pari (in alcuni casi migliore) delle rivali europee

- Motore 2.0 CRDi 184: è silenziosissimo e spinge forte

- Sistema di infotainment: semplice, completo e facilissimo da utilizzare

Difetti

- Cambio automatico: è un po’ troppo pigro e penalizza i consumi

- Sistemi di ausilio alla guida: non sono disponibili nemmeno a pagamento

- Consumi: rimangono con troppa facilità sopra ai 10 km/l (con cambio automatico)

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  • Prezzo da 31.900
    a 55.400 €
  • Numero posti 5
  • Lunghezza 452 cm
  • Larghezza da 186
    a 187 cm
  • Altezza 165 cm
  • Bagagliaio da 526
    a 1.776 dm3
  • Peso da 1.561
    a 1.905 Kg
  • Segmento Suv e Fuoristrada
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