Design Renault e Dacia, Tra icone e nuovi EV per piacere a tutti [con giusto prezzo]

Design Renault e Dacia, Tra icone e nuovi EV per piacere a tutti [con giusto prezzo]
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I responsabili del design di Renault e Dacia spiegano la visione dietro ai nuovi modelli elettrici in arrivo sul mercato. Auto pensate per piacere a tutti evolvendo forme e stile insieme ai materiali, senza mai eccedere nei costi. Partire dai simboli dal passato o stravolgere il logo? Ha il suo perché
17 gennaio 2021

Cosa possiamo attenderci dalle novità in arrivo nel gruppo Renault? Icone del passato a parte, come la futura R5 elettrica, che impronta intendono dare gli uomini del marchio francese a quello che rimarrà il foro punto forte? Perché sotto allo stile, ai vestiti di carrozzeria e interni, diciamolo: moltissimi sistemi saranno condivisi tra tutti i marchi, come mai prima. Parliamo quindi anche di Dacia, Lada, Alpine, più i modelli dell’Allenanza giapponese, che include Nissan e Mitsubishi. De Meo l'altro giorno, dopo "aver dato i numeri" finanziari che implicano riduzione costi, ha citato non a caso i propri designer, durante il lancio della Renaulution (link qui). Facendo loro complimenti ma anche sapendo che è in questo ambito dove i prodotti tracceranno una soglia con il resto dei parenti, almeno per la massa di utenti non smaliziati nella tecnica o interessati ad altri aspetti meno evidenti.

I direttori del design di ognuno dei marchi e del gruppo sono stati chiari. Mostrano oggi alcuni nuovi veicoli in formato concept, per i 4 marchi di pertinenza europea che danno un’idea di come saranno le prossime vetture del gruppo. Saranno elettriche, ma anche belle da vedere.

R5 non è vintage

Della rinascita di R5 abbiamo già scritto (qui). I dettagli conosciuti oggi sono proprio quelli estetici, con le proporzioni della vecchia R5 mantenute, ma il resto è tutto nativo elettrico. Si parte notando mancanza di prese aria, poi i gruppi ottici: molto personali nei fari sia anteriori sia posteriori. Non sfugge all’occhio quel mini display in parte alta del cofano. Serve per segnalazioni di stato e sicurezza, essendo la R5 un EV. Tanto heritage, ci ricordano i designer Renault, ma non vintage. Perché la R5 promette di dare nuove sensazioni che coinvolgano utenti giovani, mai venuti a contatto con una vecchia R5.

Non tutte le Renault EV però prenderanno questi elementi, che scopriremo toccando dal vivo la R5 BEV. Clio e Zoe esistono ed esisteranno ancora pur se arriva la R5 prossimamente. Un’armata nel segmento delle piccole (includendo anche Twingo, finchè dura) permessa da economia di scala, con progetti diversi per target diversi.

L’icona è volutamente molto umana ed empatica. Qualora avesse il successo che De Meo si augura, magari potrebbe estendere le proprie versioni, in formati diversi, o aprire la strada per alte rinascite di icone Renault in formato elettrico. Per come è “carrozzata” e aerodinamica nella sua versione concept, questa nuova R5 ricorda più certi allestimenti uso gara dell’antenata. Chissà che un domani non possa fare concorrenza ad FCA sia rispetto a 500e, in strada, sia alle nuove Abarth elettrica basate sulla stessa. Prima ci dovremo abituare a riconoscere la voce della R5 elettrica. Esattamente quei suoni imposti dalla sicurezza stradale che l’auto elettrica deve emettere e, nel caso di R5, saranno ovviamente personali è diversi da ogni altra auto elettrica del gruppo Renault.

A livello interni, i designer Renault non possono ancora anticipare nulla, se non il fatto che logicamente non si tratterà di allestimenti sfarzosi o ricercati, come potrà essere sulla rivale 500e. Qui ci si richiama all’impronta minimalista, semplice e simpatica delle vecchie R5. Dovrà essere un’auto popolare, questa R5, quindi sul mercato con costi per tutti e dotazioni essenziali. Per i materiali infatti, non ci saranno elementi pregiati ma funzionali,

Dacia

La Bigster è la visione Dacia per entrare nel segmento C. Compito non facile, avere successo dove ci sono mostri sacri ed è pieno di Crossover. Per di più con una nuova auto elettrica. Se la piccola Spring avrà il successo (relativo) che molti, noi compresi, gli accreditano, anche la Bigster potrà partire con il piede giusto. L’impronta in questo caso è orientata al fuoristrada. Una vettura palesemente non-Dacia, per come è oggi l’immagine del marchio. Spalla alta e impatto 100% da EV, un po’ futurista e quasi sconosciuto con quel frontale che mostra la nuova identità stilistica Dacia, nel formato dei caratteri e del logo centrale.

Presenti sia elementi plastici cari al target, sia alluminio e materiali più pregiati rispetto alle precedenti Dacia. A differenza di Renault per R5, progetto sempre presente nel cassetto da poter far rinascere, qui i designer hanno lavorato liberamente negli ultimi tempi, con il nuovo staff di Alejandro Mesonero-Romanos totalmente padre di questo concept Dacia. Cercando il rapporto con nuovi clienti, quello che vorranno secondo gusto da costruire insieme. In quello il marchio è più libero della capogruppo, nelle forme da usare. Non nel prezzo, visto che si punta a vendere un modello segmento C a costo da segmento B e nemmeno nei materiali. Qui dichiaratamente di natura riciclabile ovunque sia possibile, in coerenza all’obiettivo green.

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