Chilometro più, chilometro meno: perché è così difficile sapere l'autonomia di un'auto elettrica

Chilometro più, chilometro meno: perché è così difficile sapere l'autonomia di un'auto elettrica
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Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
Quando si discute di elettriche, l'argomento clou è "... ma quanti chilometri fa?". E le risposte sono delle più varie: estate, inverno, piede pesante o leggero, km teorici o reali...
  • Carlo Bellati
  • di Carlo Bellati
26 agosto 2022

I consumi "veri" delle auto rispetto ai dati dichiarati sono stati l'origine del più grande scandalo del mondo automotive (Dieselgate 2014), fomite di multe, class action, richiami, dimissioni in massa e persino arresti della Polizia. Il tema si è un po' sopito quando, per palesi ragioni di veridicità, il vecchio ciclo di prova NEDC (brevissimo e svolto esclusivamente al banco) è stato sostituito dal ciclo WLTP, che prevede due test: uno al banco (WLTC) e uno su strada in condizioni reali RDE (Real Driving Emission). Bene, ma non benissimo. 

Il ciclo di consumo reale per un'auto termica (RDE)
Il ciclo di consumo reale per un'auto termica (RDE)

Da quando le elettriche sono entrate in commercio, ci si è resi subito conto che si dovevano tenere presenti fattori che prima sembravano trascurabili o quasi, per esempio la temperatura ambiente. Il ciclo WLTP si svolge ad una temperatura di 14 °C, dura 23 km durante i quali la velocità massima raggiunta è di 135 km/h ma la media complessiva è di soli 47 km/h. Siccome è uno standard per tutti i costruttori, può essere utile per confrontare fra di loro i vari modelli, ma non è detto che i km dichiarati siano quelli reali. Il ciclo RDE, che "cattura" i gas di scarico e li misura, ovviamente non entra in gioco con le elettriche. 

La temperatura ideale per il funzionamento di una batteria è compreso fra i 15 e i 35 gradi. Al di sotto o al di sopra di queste temperature subentrano  fattori che le norme WLTP non avevano tenuto presente (perché i termici ne risentono molto meno), come un rallentamento generale dei flussi di corrente negli accumulatori quando fa freddo (cosa che influenza il recupero di energia e le prestazioni), per cui si può presentare la necessità di riscaldare il pacco batteria e quindi consumare di più. Oppure, alle alte temperature, è fondamentale un buona gestione termica con l'intervento dei sistemi di raffreddamento (a loro volta energivori). In ogni caso è il freddo che fa soffrire di più le elettriche, unito all'uso di accessori quali il condizionamento o il riscaldamento dei sedili e del volante.

Altro fattore che si scopre con la pratica è quanto influisca la velocità autostradale sullo scaricarsi della batterie; se in città e nelle andature extraurbane è abbastanza normale riuscire a fare 15-18 kWh/100 km (con una guida attenta al risparmio e utilizzando al massimo i sistemi di recupero), è invece difficile scendere sotto i 22-25 kWh/100 km in autostrada, e questo nel rispetto dei limiti, anzi, diciamo a 110-120 km/h. Se si passano i 130, oltre alla multa, si rischia di dover cercare un punto di ricarica veloce ogni 200 km o meno, cosa molto difficile in alcune zone d'Italia. È normale quindi che un'auto con 50 kWh di batteria come una Peugeot e-208 riesca a fare oltre 300 km in città ma fatichi ad arrivare a 200 in autostrada. E se fa freddo questa capacità può ridursi anche del 20% (e qui la velocità o l'energia a bordo non c'entrano).    

Così come per il serbatoio della benzina, c'è una relazione stretta fra l'autonomia di una elettrica, la massa da spostare e la capacità del pacco batterie:  ecco le prime dieci auto in listino classificate secondo il rendimento in base alla massa, all'energia e all'autonomia. Non è una sorpresa che nella lista le Tesla occupino ottime posizioni: la gestione dell'energia in rapporto alle prestazioni e alla massa contenuta è tra le più alte in assoluto. 

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