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Un tribunale federale della Florida ha emesso una sentenza destinata a fare scuola: Tesla è stata ritenuta parzialmente responsabile di un grave incidente stradale avvenuto nel 2019, nel quale ha perso la vita la giovane Naibel Benavides Leon e il suo fidanzato Dillon Angulo è rimasto gravemente ferito.
Il verdetto impone alla Casa automobilistica americana un risarcimento complessivo di 243 milioni di dollari, tra danni compensativi e punitivi. È la prima volta che l’Autopilot di Tesla viene ufficialmente coinvolto in una condanna giudiziaria, e potrebbe aprire la strada a una nuova ondata di cause legali.
I fatti risalgono al 25 aprile 2019. George McGee, alla guida di una Tesla Model S con Autopilot inserito, si è chinato per raccogliere il cellulare caduto sul pavimento. In quel momento, l’auto ha attraversato a 100 km/h un incrocio con semaforo rosso, senza attivare alcun sistema di emergenza, e ha centrato in pieno una Chevrolet Tahoe ferma sull’altro lato della carreggiata. L’impatto è stato devastante: Naibel è stata sbalzata fuori dall’abitacolo per oltre venti metri, perdendo la vita sul colpo. Il suo compagno, Dillon Angulo, ha riportato lesioni permanenti.
Il conducente ha ammesso la propria responsabilità in un procedimento separato, già conclusosi con un accordo extragiudiziale con le famiglie. Ma secondo gli avvocati delle vittime, la tecnologia Autopilot ha contribuito all’incidente, permettendo l’uso in scenari per cui non era progettata e non intervenendo quando avrebbe dovuto. “Tesla sapeva che l’Autopilot è destinato alle strade a scorrimento veloce, ma non ha fatto nulla per impedirne l’uso in contesti urbani”, ha dichiarato l’avvocato Brett Schreiber.
La giuria di Miami ha stabilito che Tesla è colpevole per il 33%, e dovrà pagare 42,6 milioni di dollari come parte dei danni compensativi (per un totale di 129 milioni), più 200 milioni di dollari a titolo punitivo.
La Casa di Elon Musk ha subito annunciato l’intenzione di ricorrere in appello, definendo la sentenza “pericolosa” per l’intero settore. “Questo verdetto rappresenta un passo indietro per la sicurezza stradale”, ha dichiarato un portavoce, “e ignora il fatto che nessun veicolo del 2019 – e nemmeno di oggi – avrebbe potuto evitare l’incidente. L’Autopilot non ha colpe: è una narrazione costruita dall’accusa per sviare la responsabilità dal conducente, che fin dall’inizio ha ammesso i suoi errori”.
Fino ad ora, Tesla era riuscita a evitare conseguenze giudiziarie nelle numerose cause legate al suo sistema di guida assistita, grazie a patteggiamenti o archiviazioni. Ma questa sentenza potrebbe segnare un punto di svolta legale e industriale e, secondo Alex Lemann, docente di diritto alla Marquette University, “è la prima volta che Tesla viene condannata per l’uso dell’Autopilot. È un precedente pericoloso per l’azienda”. Dello stesso avviso Miguel Custodio, avvocato specializzato in sinistri stradali: “Ora molti si sentiranno legittimati a portare Tesla in tribunale”.
Il verdetto potrebbe avere ripercussioni anche sul futuro dei robotaxi Tesla, attualmente in fase di test su strade pubbliche dagli inizi di giugno. Se le responsabilità legali dei sistemi di guida autonoma cominciano a essere riconosciute dalle corti, il percorso verso la piena automazione si complica, non solo per Tesla ma per l’intero settore automotive.