Leapmotor B01: l’elettrica cinese da 12.500 euro che fa tremare l’Europa

Leapmotor B01: l’elettrica cinese da 12.500 euro che fa tremare l’Europa
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Debutta in Cina una berlina compatta, tecnologica e ultra-accessibile: è l’inizio di un nuovo round nella guerra dei prezzi dell’elettrico?
1 luglio 2025

In Cina è arrivata un’altra scossa tellurica nel panorama dell’auto elettrica: si chiama Leapmotor B01 ed è una berlina a tre volumi lunga 4,83 metri, progettata per i giovani urbani e venduta a un prezzo che sembra uno scherzo: l’equivalente di 12.500 euro. Il debutto sul mercato interno conferma una realtà ormai sempre più evidente: la guerra dei prezzi lanciata dai costruttori cinesi non si ferma, anzi accelera.

La Leapmotor B01 è costruita su una piattaforma elettrica nativa a 800 volt, alimentata da doppia batteria LFP e con autonomia dichiarata di fino a 650 km nel ciclo CLTC. La dotazione è degna di modelli ben più costosi: lidar frontale integrato, doppio schermo da 15,6" e 17,7", sistema Leap 4.0 con chip Qualcomm Snapdragon 8295 e ricarica ultraveloce da 300 km in meno di 10 minuti. Numeri impressionanti, soprattutto considerando che tutto questo è offerto a meno della metà rispetto a una Tesla Model 3 o una Volkswagen ID.7.

 

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Leapmotor, un nome sempre più europeo

Il colosso cinese, già sbarcato in Europa con la T03 (da 18.900 euro) e il SUV C10 (da 36.400 euro), ha il pieno supporto del gruppo Stellantis, che ha acquisito una quota significativa dell’azienda e ha avviato una joint venture per distribuire i suoi modelli in Europa. Entro fine anno saranno 120 le concessionarie Leapmotor attive nel Vecchio Continente.

La domanda ora è una sola: e se arrivasse anche la B01 in Europa? Se il prezzo cinese venisse replicato anche solo parzialmente (magari con un listino sotto i 30.000 euro), sarebbe uno tsunami per il mercato. Difficile pensare a un’offerta europea in grado di competere su quel terreno.

A rendere ancora più critica la situazione c’è il fenomeno, sempre più diffuso, delle auto cinesi immatricolate come “usato” e vendute all’estero a prezzi stracciati. Una strategia che consente ai costruttori asiatici di gonfiare i volumi, smaltire l’invenduto e aggredire ulteriormente i mercati stranieri, alimentando un meccanismo che distorce la concorrenza e mette a dura prova i margini dei player occidentali.

 

La risposta europea: dazi e soglie minime

Per contrastare la corsa al ribasso, l’Unione Europea sta discutendo l’introduzione di un prezzo minimo di ingresso per i veicoli elettrici cinesi, con una soglia ipotizzata intorno ai 35.000 euro. Una misura che, se approvata, taglierebbe fuori non solo la B01, ma gran parte dell’offerta asiatica più economica. Leapmotor ha già segnalato che un simile scenario limiterebbe fortemente l’accesso dei modelli “popolari” in Europa.

Tuttavia, se i cinesi continueranno a localizzare la produzione in Europa – come già previsto con stabilimenti in Polonia e Slovacchia – i dazi e i vincoli commerciali potrebbero diventare inefficaci, azzerando il vantaggio logistico dei costruttori locali.

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