Mary Barra è la top manager dell’anno?

Mary Barra è la top manager dell’anno?
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Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
Copertina ed intervista: per Time non ci sono dubbi, il CEO di General Motors è la persona giusta per guidare l’industria americana nella fase di transizione verso l’era elettrica
  • Alfonso Rago
  • di Alfonso Rago
30 aprile 2021

L’annuale report di Time, che si cimenta nel mettere in ordine di importanza le prime cento aziende al mondo, riserva sempre belle sorprese: intanto, il settimanale americano nella sua TIME100 lascia solo quattro posti alle aziende legate al mondo automotive, vale a dire la cinese BYD, l’europea Volkswagen e le domestiche Tesla e General Motors.

Ma, e qui la vera sorpresa, tra tutti i manager delle multinazionali presenti in classifica, sceglie una donna americana come emblema del cambiamento in atto.

Tra Mary Barra, amministratore delegato di General Motors e Time, anzi, pare esserci una vera storia d’amore: copertina ed intervista.

Piaggeria, colpo di marketing o realtà?

Prima di giudicare, vi proponiamo un estratto dell’interessante dialogo tra la stessa Barra e Eben Shapiro, inviato della prestigiosa rivista.

Una vita in azienda

“Per oltre di un anno, dal suo ufficio in casa rivestito in legno, Mary Barra ha guidato la General Motors verso una direzione che, in caso di successo, sarà ricordata come una delle intuizioni più significative nella storia aziendale: General Motors, infatti, sta tentando un serio recupero di posizioni nel campo dei veicoli elettrici, ma il successo è tutt'altro che sicuro per la Casa che lo scorso anno ha venduto meno di 21.000 veicoli a zero emissioni negli Stati Uniti.

Da inseguire c’è Tesla, leader di mercato che assomma quasi l'80% di tutte le vendite del settore, mentre General Motors ha l’unico modello non prodotto da Elon Musk nella “To Five USA”, la Bolt; e c’è poi da tenere a bada Volkswagen, la cui politica nel campo dei veicoli elettrici sta diventando davvero aggressiva. 

Malgrado tutto questo, Mary Barra è convinta che GM abbia le carte giuste per raggiungere l’ambizioso obiettivo di conquistare la leadership del mercato dei veicoli elettrici in Nord America ​​entro il 2025, pur se riconosce che la società deve darsi da fare per far ripartire le vendite di veicoli elettrici, che ad oggi valgono un marginale 2% del mercato statunitense delle auto“.

Mary, figlia di un operaio GM, ha iniziato lei stessa a lavorare nell’azienda che oggi dirige, raro esempio di amministratore delegato che ha scalato tutti i gradini ell'azienda, passando dal controllo di qualità dei paraurti a quello di decisore operativo.  

Di recente, ha proposto un piano per investire 27 miliardi di dollari in veicoli elettrici e introdurre ben trenta nuovi modelli entro il 2025, oltre a confermare il 2035 come data-limite per smettere di produrre veicoli che emettono gas dai terminali di scarico.
 

Viviamo una fase di transizione

- Iniziamo subito con le domande scomode: come ingegnere ed automobilista provetta, come valuti le Tesla?

«Ho guidato molti veicoli e non sottovaluto alcun concorrente. In General Motors, uno dei nostri principi fondamentali ed elementi fondamentali sia la sicurezza ed è su questo che ci concentriamo. Rispetto a Tesla abbiamo punti di vista diversi».

- A cosa ti riferisci?

«Autopilot a guida autonoma contro General Motors Super Cruise: penso che nascano da strategie diverse, pur essendo sistemi di assistenza alla guida. Il Super Cruise prevede che il pilota presti attenzione alla strada e resti coinvolto nel processo di guida: al momento, è ancora lui il responsabile». 

- Parliamo di soldi: la capitalizzazione di mercato di Tesla è di circa 700 miliardi di dollari, quella di GM, pur in crescita, si ferma ad 85. Cosa pensi del mercato azionario?

«Spesso penso che gli investitori dimentichino che abbiamo già tutti gli asset necessari per realizzare i nostri obiettivi, così come a volte dimenticano che in questo paese vendiamo più veicoli di chiunque altro. Abbiamo marchi forti, esperienza da leader nel settore e un team di produzione incredibilmente capace. Magari è anche colpa nostra: dobbiamo essre più bravi e raccontare meglio la nostra storia e quello che facciamo ogni giorno».

- General Motors ha 155.000 dipendenti negli USA: quanti di loro svolgeranno lavori diversi per produrre i veicoli elettrici a cui state lavorando entro il 2025? Hai avuto momenti difficili con le persone che hanno trascorso la loro carriera costruendo motori a combustione interna?

«Costruiamo già veicoli elettrici. Quindi abbiamo programmi di formazione per le persone per comprendere le differenze tra un veicolo elettrico e un motore a combustione interna. E abbiamo una forza lavoro incredibilmente capace e qualificata. Quindi, il lavoro cambierà? Sì, certo; ma il lavoro cambia ogni giorno. Molte abilità sono poi trasferibili: un valente ingegnere del software può lavorare alla calibrazione di un motore a combustione interna o ad un veicolo elettrico. Abbiamo programmi di formazione per assicurarci che tutti conoscano le nuove tecnologie che entra nel veicolo, che sia il sistema di propulsione che passa all'elettrico o della la connettività. Si tratta di aiutare le persone a capire dove stiamo andando ed a cosa servono le nuove competenze da apprendere: in questo, trovo che la maggior parte delle persone ne sia molto entusiasta».
 

Hummer elettrico: perché no?

- In molti non hanno compreso la scelta di riportare in vita l’Hummer, sia pure come veicolo elettrico: come si concilia con il rispetto dell’ambiente!

«È sicuramente un veicolo a emissioni zero. È tutto elettrico. È un super camion. E siamo davvero entusiasti di presentarlo, per mostrare le sue capacità: abbiamo da difendere una quota di mercato e crediamo che sia giusto farlo inducendo le persone a considerarlo in modo diverso rispetto al passato».

La nuova generazione di Hummer sarà soltanto con motore elettrico
La nuova generazione di Hummer sarà soltanto con motore elettrico

Come si concilia la preoccupazione per l'ambiente che arriva dai veicoli elettrici con l’attuale vostra dipendenza dalle vendite di enormi veicoli come Silverados, Sierras ed Escalades?

«Ogni volta che lanciamo nuovi veicoli, cerchiamo sempre di renderli più efficienti nei consumi. Se vogliamo passare ai veicoli elettrici, dobbiamo farlo in modo che tutti siano compresi. Stiamo cercando di risolvere tutti i problemi e soddisfare i nostri clienti in modo che passino ai veicoli elettrici perché è quello che vogliono guidare».

- Perché gli americani amano così tanto i veicoli giganteschi?

«Una ricerca svolta sui nostri clienti, non solo di camion ma anche di SUV, ha rivelato che una volta cambiato il punto di vista, passando dal sedile di una berlina per uno più alto, la percezione della strada è come se cambiasse ed allora non vogliono più tornare indietro».

- Tuo padre ha lavorato nel settore per molti anni: da lui, quali lezioni hai imparato?

«Entrambi i miei genitori sono nati e cresciuti durante la Grande Depressione: nessuno di loro ha avuto l'opportunità di andare al college, ma credevano nel sogno americano e così sono cresciuta con l’esempio del loro duro lavoro. E poi c’era l’amore per i veicoli: a volte, mio padre aveva la possibilità di portare a casa un’auto nuova e tutto il quartiere veniva a trovarci, per ammirarla in ogni suo centimetro».

- Quando eri a capo delle risorse umane di GM, sei diventata famosa per aver tagliato il codice di abbigliamento aziendale, riducendo da oltre dieci pagine a tre sole parole… 

«Certo: Vestiti in modo appropriato”, e non è affatto banale come sembra. Se abbiamo persone di cui ci fidiamo per svolgere un lavoro davvero importante per conto dell'azienda, possiamo non fidarci che non usino il buon senso per decidere cosa indossare per lavorare al meglio?».
 

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