Solo nuove auto con la spina o anche biocarburanti? La scelta da fare oggi pesa troppo per sbagliare

Solo nuove auto con la spina o anche biocarburanti? La scelta da fare oggi pesa troppo per sbagliare
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Europa e alcune Case spingono forte sulle auto a batteria, per centrare gli obiettivi sulle emissioni, ma la questione ecologica e l'industria locale avrebbero benefici anche da e-fuels e biocarburanti. Mazda è tra le pochissime Case a puntare sulla multi-solution
25 giugno 2021

Ne parliamo abbastanza d’innovazione e di passi avanti per l’ecologia possibili sui motori termici? Senza rincorrere l’elettrico, ma sfruttando carburanti alternativi? No, anche se il tema è noto a tutti gli addetti ai lavori. Mazda, che non produce troppe elettriche e non produce auto in Europa, ma produce auto ecologicamente e motoristicamente di alto livello (rispetto a molti costruttori europei, basti vedere i premi ambientalisti ai loro motori riscossi negli anni in USA) ripropone il tema. Parlando di emissioni zero un dibattito sulle regole è quello che oggi e non domani, può portare a vedere motori realmente ecologici e convenienti, più degli elettrici, con tempi brevi ed equilibri meno sbilanciati per l’Europa.

Questione di interessi e denari, investimenti sull’elettrico graditi a molti e spesso diretti su mondo cinese e non altrove. Il dado sembra tratto, a sentire i proclami di chi dice le nuove auto saranno quasi tutte solo elettriche entro il tal anno. Mazda, grande motorista di potenziale alternativo noto per i propri Skyactiv ma anche per il rotativo e gli elettrici senza eccessi, prevede nel 2030 un 25% di vetture elettriche, con arrivo di oltre 20 nuovi prodotti su scala globale fatto di ibridi, plugin ed in minor parte elettrici. Non dimentica di evolvere anche quanto altri danno pronto alla pensione.

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Sulla scia di Norvegia e Germania, l’Europa fa la cosa giusta, oggi a spingere l’elettrico accantonando valide alternative come i biocarburanti e gli e-fuel? Il tema della cosiddetta transizione ecologica dell’auto, inarrestabile e già scritta, è dato dagli obiettivi 2030 sulle emissioni. Serve energia rinnovabile per centrarli, de-carbonizzare è ecologico, pensionare ottimi motori euro6 per modelli a batteria ricaricati non si sa come, forse meno.

Ecco allora che vale la pena ricordare oggi cosa è possibile ancora fare con dei termici se si migliorano i carburanti immessi e le tecnologie. Chi decide l’approccio e chi accetta di tenere vive le cosiddette multi soluzioni, invece di puntare solamente su una, con la spina? I politici e anche la Case, che proponendo modelli a listino fatti con un motore o un altro influenzano il gusto dell’utenza. Staremo a vedere, chi avrà più forza. Ormai potrebbe essere tardi, se la batteria viene sdoganata oltre i pionieri degli EV come ottima alimentazione per l’auto in città e anche per volumi l’elettrico diventerà un tassello fisso, su cui contare sempre più per bilanciare l’aspetto ambientale locale. Non è però scontato arrivare in fretta alle ambiziose emissioni zero ovunque, senza i biocarburanti.

La sola Finlandia ha un 30% di biocombustibili ed è pronta a incentivarli nel futuro per la tutela ambientale, ma gli altri Paesi non hanno fatto molto, salvo alcune dichiarazioni e piccole differenze di imposte. Proprio le tasse sui carburanti in Italia pesano talmente tanto che potrebbero stravolgere il costo di benzina e gasolio "bio" favorendoli. A differenza delle gigafactory per batterie tutte da realizzare, sono potenzialmente interessati ai biocarburanti molti Paesi che devono riutilizzare impianti già presenti: biocarburanti ed e-fuel fatti dove c'era la raffinazione, immessi sulle medesime reti già ben diffuse.

Combustibili e multi-solution

Alla tavola rotonda promossa da Mazda il ruolo dei combustibili sostenibili sulla strada verso la neutralità al carbonio è parso chiaro a tutti, dal mondo accademico a quello industriale e in parte politico, ma nonostante questo pochi automobilisti hanno scelta, poche case perseguono il cosiddetto approccio multi-solution. Contrariamente ad altri, Mazda mira a ridurre le emissioni di CO2 proseguendo ancora lo sviluppo di tecnologie avanzate per i termici e l’adozione di combustibili sostenibili, come i biocarburanti avanzati e gli e-fuel. La Casa è entrata a far parte della eFuel Alliance all’inizio di quest’anno, primo costruttore automotive.

Wojciech Halarewicz, Vice President Sales & Customer Service, ha dichiarato: “La mobilità elettrica, se alimentata da energie rinnovabili, è uno strumento efficace per ridurre le emissioni soprattutto nelle città, dove le distanze sono più brevi e la rete di ricarica relativamente fitta. Tuttavia, nella maggior parte dei mercati europei una quota significativa del mix energetico proviene ancora dai combustibili fossili. Inoltre, in molti luoghi caricare un veicolo elettrico fuori dalla propria abitazione è ancora una sfida. Per raggiungere l’obiettivo a lungo termine della neutralità climatica, riteniamo necessario sfruttare tutte le opportunità impiegando varie tecnologie”.

Roberto Pietrantonio, Amministratore Delegato di Mazda Motor Italia, ha analizzato il comportamento del cliente italiano e l’orientamento del mercato: “Grazie all’offerta più ampia dei costruttori e agli incentivi governativi, la crescita delle vetture elettriche è inarrestabile. I consumatori italiani si stanno avvicinando alle tecnologie che ritengono più familiari, come le ibride, scelte da un italiano su tre. Il trend delle elettriche vede una crescita elevata sebbene con volumi bassi. E’ dovuto a vari fattori: la disponibilità d’infrastrutture dove c’è stata sì una grande accelerazione, ma non sufficiente ad allineare l’Italia ai Paesi più avanzati; i listini, che costituiscono attualmente una barriera importante per una diffusione più ampia della tecnologia e, non ultimo, il tema culturale. Per questo in Mazda abbiamo lavorato molto sulla consapevolezza, ovvero sulla divulgazione e familiarizzazione con la vettura elettrica, sin dal lancio della MX-30. Nella fase attuale avere a disposizione un ventaglio di soluzioni tecnologiche significa rispettare e soddisfare le diverse esigenze dei consumatori e l’ambiente. Lavorare sulla sostituzione del circolante significa avere su strada auto più ecologiche e sicure".

“L’elettrificazione dei trasporti contribuirà in maniera importante alla diminuzione delle emissioni di CO2 - ha commentato il Prof. Bonalumi dal Politecnico - Tuttavia, le auto a combustione interna circolanti nel prossimo decennio e oltre saranno la stragrande maggioranza in Italia e in Europa. Pertanto, avere a disposizione combustibili con neutralità carbonica permetterà di raggiungere gli ambiziosi obiettivi dell’Europa. Agire sui combustibili permette una capillare distribuzione senza stravolgere l’attuale assetto tecnologico con impatti anche sull’economia del continente europeo. Gli e-fuels rappresentano un’opportunità per immagazzinare H2 ottenuto dal surplus energetico dato dalla presenza di rinnovabili installate”.

L’Ing. Ricci di ENI ha aggiunto: “Il settore dei trasporti è chiamato a dare un contributo importante agli obiettivi di riduzione delle emissioni e, proprio per questo, oltre allo sviluppo del trasporto elettrico è stato individuato un mix di soluzioni che consentirà di raggiungere in modo efficace tale obiettivo. Si parte dallo sviluppo e produzione dei diversi low carbon fuels, tra cui biocarburanti liquidi e gassosi, ai carburanti da carbonio riciclato da recupero di rifiuti e ai carburanti sintetici (e-fuels), per arrivare all’idrogeno. Per mettere a disposizione un mix di vettori energetici per la mobilità sostenibile e permettere a tutti di scegliere quello che più soddisfa le proprie esigenze, serve una rete di distribuzione multiservizio e multi tecnologica, efficiente e adeguata: occorre evolvere la stazione di servizio in un hub per la mobilità."

In vista della pubblicazione del “Pacchetto Fit for 55” della Commissione europea a luglio 2021, il panel ha discusso quale quadro normativo e incentivi siano necessari per avere combustibili rinnovabili a sostegno della transizione verso una maggiore mobilità elettrica e avvicinare, così, l’Europa al raggiungimento della neutralità carbonica entro il 2050.

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