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1950 - Dove tutto è iniziato
13 maggio 1950. Basta la data per accendere una lampadina in tutti gli appassionati. In questo sabato di metà maggio infatti, va in scena il primo Gran Premio della storia della F1, la neonata categoria concepita per dare una valenza iridata ai numerosi GP in giro per il mondo. Nel calendario sono presenti 6 gare in Europa più la 500 miglia di Indianapolis, che però riscuote ben poco successo tra le scuderie del Vecchio Mondo. La tappa inaugurale si tiene sul circuito di Silverstone ricavato da un aeroporto militare della RAF dismesso dopo la fine della guerra. Per l’occasione, ad assistere a questo evento storico sono presenti anche Re, Regina, e la principessa Margaret. A vincere è l’Alfa Romeo 158 di Nino Farina che conquista anche il primo hat-trick della storia mentre la scuderia del biscione segna anche il grand chelem. È ufficialmente iniziata la grande epopea della Formula 1.
1987 - Finta a 300 all’ora
Dopo un 1986 clamorosamente regalato ad Alain Prost, il 1987, pur con un inizio sotto le aspettative, diventa presto un affare privato tra le Williams di Piquet e Mansell. Se Mansell appare da subito più veloce, nelle prime gare è però la solidità a premiare Piquet, che infatti si trova davanti al Leone alla vigilia del GP di Gran Bretagna, pur non avendo ancora conquistato una vittoria. In Inghilterra, le due FW11B imprimono un passo inavvicinabile fino a quando Mansell, in quel momento secondo, è costretto ad un pit-stop imprevisto. Pare fatta per Piquet, che con un vantaggio di quasi 30 secondi può amministrare la gara. Ma l’inglese, spinto dal pubblico di casa, non si dà per vinto e a suon di giri veloci recupera tutto lo svantaggio. A pochi giri dalla fine poi, con una manovra da cineteca inganna Piquet e con una rapida finta sinistra-destra lo infila in fondo ad Hangar Straight in una sequenza che ha fatto la storia, involandosi verso la vittoria e mandando in visibilio il pubblico. Piquet deve rimandare l'appuntamento con il gradino più alto del podio, ma alla fine dei conti sarà premiato dalla sua costanza con il terzo e ultimo titolo iridato.
1998 - Vittoria dai box
Tra le 91 vittorie ottenute da Michael Schumacher, tante sono entrate nella storia e nell’immaginario collettivo per le doti di guida del tedesco, ma quella ottenuta a Silverstone nel 1998 è divenuta famosa soprattutto per la furbizia strategica del muretto. È il 12 luglio 1998 e sul tracciato inglese cade una copiosa pioggia che costringe tutti a partire con le gomme da bagnato. Il tedesco come spesso accade in quel ‘98 si ritrova ad inseguire le due McLaren, ma l’occasione per la rimonta si presenta quando le condizioni meteo peggiorano ulteriormente. Coulthard esce e si ritira, lo stesso accade a tanti altri piloti portando così all’ingresso della Safety Car. Alla ripartenza anche Hakkinen incappa in un errore e si lascia infilare da Schumacher. Il tedesco però, a due giri dalla fine si vede inflitto uno stop&go per aver doppiato Wurz in regime di bandiera gialla parecchi minuti prima. Dai box, quando tutto sembra perduto, lo richiamano solo all’ultimo giro con un mossa d’astuzia. La piazzola della Ferrari si trova dopo la linea del traguardo e così Schumacher può vincere la gara dai box, scontando la penalità appena dopo aver preso la bandiera a scacchi. Ovviamente la McLaren non ci sta e protesta, ma la FIA non può far altro che omologare il risultato in quanto alla Ferrari mancava il tempo materiale per scontare la penalità entro i 3 giri canonici, di fatto addossandosi la colpa per la tardiva comunicazione della penalità. La regola sarà poi modificata per evitare il verificarsi di queste situazioni limite.
1999 - Botto Mondiale
Andiamo avanti di 364 giorni. L’11 luglio 1999 va in scena il Gran Premio di Gran Bretagna con quasi lo stesso copione del 1998. L’ultimo campionato del millennio vede ancora il dualismo Hakkinen-Schumacher a farla da padrone, ma stavolta le chance per la Ferrari sono decisamente più concrete. La F399 si è avvicinata notevolmente alle prestazioni della MP4/14 e per Schumacher sembra essere finalmente l’anno buono per l’agognato titolo. A Silverstone però accade l’irreparabile. Dopo una seconda partenza, il tedesco scatta male e nel tentativo di recuperare va inspiegabilmente dritto alla curva Stowe, finendo violentemente contro le barriere. Sulla Ferrari #3 si è rotto un dado dello spurgo dei freni posteriore, un guasto quasi banale che basta però a procurare al tedesco la frattura di tibia e perone della gamba destra. Poteva andare peggio, ma il Kaiser deve abbandonare anzitempo i suoi sogni di gloria e saltare le successive 6 gare. Sembra che Hakkinen possa avere la strada spianata ad un titolo facile, ma l’incidente di Schumacher apre scenari inaspettati per Irvine e Frentzen che accarezzeranno l’idea di conquistare un clamoroso titolo mondiale, prima di arrendersi definitivamente al finlandese tra errori ed episodi sfortunati.
2020 - Su tre ruote
La Mercedes W11 del 2020 è considerata, sia in termini di dominio che di velocità assoluta, una delle monoposto di F1 migliori di tutti i tempi, capace di conciliare il know-how assimilato dalla Mercedes nell’era turbo-ibrida con grandi innovazioni tecniche, tra tutte il controverso DAS. Con questa vettura Lewis Hamilton, solo raramente contrastato dal compagno Bottas e da Max Verstappen, si è aggiudicato il suo settimo titolo con ben 11 vittorie. Tra queste, quella conquistata a casa sua il 2 agosto è forse quella più rocambolesca. Il Gran Premio, anche a causa del caldo, è caratterizzato da alcune forature delle gomme anteriori sinistre nelle ultime tornate. Prima Bottas, poi Sainz, sono obbligati ad un pit stop imprevisto per sostituire le coperture, così come Verstappen, che ormai certo del secondo posto si mette al sicuro con una sosta a pochi giri dalla fine. Chi sceglie di non fermarsi è Lewis Hamilton, che proprio all’ultimo giro vede cedere di colpo la sua gomma. L’alfiere della Mercedes è costretto a percorrere gli ultimi chilometri quasi su tre ruote mentre Verstappen si avvicina secondo dopo secondo. Il finale da cardiopalma però non regala sorprese, grazie al grande vantaggio accumulato Hamilton riesce a tagliare il traguardo giusto in tempo, con un vantaggio di poco più di 5 secondi e con quel poco che rimane della sua gomma anteriore sinistra.