F1. McLaren imbattibile, Ferrari concreta ed efficace, Mercedes sulla strada sbagliata: ecco cosa abbiamo imparato dal GP dell’Austria 2025

F1. McLaren imbattibile, Ferrari concreta ed efficace, Mercedes sulla strada sbagliata: ecco cosa abbiamo imparato dal GP dell’Austria 2025
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Lando Norris e Oscar Piastri nel Gran Premio d’Austria 2025 di Formula 1 hanno flirtato ripetutamente col disastro. Forti di un ritmo irraggiungibile per la concorrenza, i due piloti papaya hanno acceso la gara all’inizio e alla fine, con una lotta ravvicinata nel primo stint e una conclusione adrenalinica con la complicazione della presenza di doppiati irrequieti, in lotta tra di loro e incuranti del loro influsso sull’economia della corsa di chi si giocava la vittoria. Estremamente efficace sin dall’inizio del weekend di gara, Norris oggi si è dimostrato veloce soprattutto con le medie.

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L’effetto DRS in Austria è così potente da far sì che due auto dal passo simile possano restare incollate l’una all’altra. Ma a far rimanere così vicini Norris e Piastri per una lunga fase della corsa è stata anche la capacità della MCL39 di gestire le gomme alla perfezione. L’effetto macroscopico dell’aria sporca in cui si viaggia restando a una distanza ravvicinata di chi è davanti è cosa nota. Ma la MCL39 non sembra soffrirne più di tanto, anche su un circuito rovente, per giunta con un asfalto abrasivo. Piastri si è dovuto preoccupare degli pneumatici solo nel momento del bloccaggio in curva 4, che ha spaventato un muretto pronto a lasciar correre i suoi piloti perché errore dalle conseguenze imprevedibili.

Ma l’efficacia della McLaren non passa solo dalla gestione delle gomme. Nella sua lotta con Piastri, il leader della corsa Norris ha anche dovuto concentrarsi al massimo sull’ottimizzazione dell’uso della batteria per poter mantenere la posizione, ricaricandola nel settore centrale e nell’ultimo. È una dimostrazione di come nella Formula 1 di oggi non sia importante solo sfruttare al massimo la monoposto in sé, ma pure la power unit. È così che Norris si è preso una vittoria importante per alimentare le sue speranze mondiali, in attesa della sua gara di casa a Silverstone, ovviamente carica di significato per lui.

La seconda forza dell’Austria è stata la Ferrari, con il debutto del nuovo fondo, con profonde modifiche propedeutiche all’arrivo della nuova sospensione, attesa nell’arco dei prossimi due GP. Il vice team principal della Rossa, Jerome D’Ambrosio, chiamato in corsa stamani a fare le veci di Fred Vasseur, costretto a tornare a casa per motivi personali, ha voluto sottolineare come il fondo non sia un cambiamento drastico in termini di filosofia concettuale. Ma di concerto con le circostanze – i 50 gradi dell’asfalto hanno aiutato la SF-25, che si esalta in queste condizioni – sembra che questo componente abbia restituito sensazioni positive ai due piloti.

Capire quanto la novità tecnica del fondo abbia influito sul risultato finale della Ferrari è un esercizio complesso. Le monoposto dell’attuale ciclo tecnico, dopotutto, sono così sensibili ai cambi di condizioni da poter indurre a pensare che la Rossa possa avvicendarsi con altre rivali nel ruolo di outsider primaria della McLaren nelle prossime corse. L’importante, però, è che in un weekend in cui gli avversari hanno raccolto poco la Ferrari sia stata in grado di massimizzare il potenziale della sua vettura, raccogliendo punti pesanti.

Lewis Hamilton ha insistito via radio con il suo ingegnere di pista, Riccardo Adami, per allungare il suo stint con le hard. Ma numeri alla mano sarebbe cambiato molto poco, visto il distacco dalle McLaren davanti e il vantaggio sulle Mercedes dietro. A proposito delle Frecce d’Argento, la W16 non è stata penalizzata solo dal caldo, che non ama, dall’asfalto abrasivo e dalle curve veloci. Toto Wolff nel post gara ha parlato di sperimentazioni azzardate a livello di set-up che non hanno pagato. La stessa soluzione per cui la Mercedes aveva optato in Canada è stata riproposta in Austria.

Pur trattandosi – parola di Wolff – di una scelta “controintuitiva”, la Mercedes ha proseguito su questa strada, forte dei buoni riscontri nei long run. Peccato che rispetto a venerdì la temperatura dell’asfalto sia schizzata in alto, complicando le cose. E così l’equilibrio a livello di bilanciamento meccanico e aerodinamico visto in Canada è andato perduto. Secondo Wolff, con il set-up dello scorso anno la Mercedes avrebbe potuto puntare al podio con l’unica vettura superstite, quella di George Russell. Difficile stabilire se possa essere davvero così. È invece palese l’errore commesso in partenza da Andrea Kimi Antonelli, che ha posto fine alla sua gara e a quella di Max Verstappen.

Il campione del mondo in carica, mai tenero con i rivali, ha spiegato ai giornalisti presenti in pista che Kimi si è scusato, ma non avrebbe avuto bisogno di farlo. Sono errori che capitano, nella curva di apprendimento di un rookie. E Verstappen, che ai suoi tempi ha sbagliato eccome, lo sa molto bene. C’è una comprensione di fondo dell’esperienza di Kimi da parte di Max che in qualche modo li unisce, rendendo Max più morbido di quanto non sia solitamente. Ma forse l’atteggiamento bonario di Verstappen nasconde pure la consapevolezza che oggi non avrebbe potuto fare granché se fosse rimasto in gara.

Giudicare il passo della Red Bull andando a vedere la gara della RB21 superstite è sostanzialmente impossibile, visto che Yuki Tsunoda oggi ne ha combinate di tutti i colori, soprattutto nella lotta con Franco Colapinto. Che, a sua volta, è arrivato pericolosamente vicino a compromettere la gara di Oscar Piastri. È ovvio che i doppiati pensino alla loro corsa, ma devono anche agevolare le manovre di chi è a giri pieni. Come Lando Norris e Oscar Piastri, incredibilmente vicini ma inesorabilmente lontani nel finale di gara che ha consegnato la vittoria al primo.

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