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Per Andrea Kimi Antonelli è stato più difficile superare gli esami di maturità o salire sul podio in Canada? Non abbiamo potuto fare a meno di chiederglielo, quando lo abbiamo incontrato nell’hospitality della Mercedes in Austria. “Direi il podio in Canada, è stato veramente tosto, soprattutto gli ultimi due giri. Credo che mio padre abbia perso qualche anno di vita, perché era molto teso. Anche la maturità non è stata facile, perché dopo il weekend del Canada, una volta esaurita l’adrenalina, ero molto stanco, ma ho dovuto comunque studiare. Alla fine, sono riuscito a passare, e sono molto contento”.
Ma quanto è stato impegnato Antonelli dal percorso verso la maturità nel suo primo anno in Formula 1? “Non credo che lo studio mi abbia assorbito più di tanto – riflette -. Sicuramente gli impegni fuori dalla pista mi hanno colto in contropiede all’inizio dell’anno, e non sono riuscito a gestirli nel migliore dei modi in molte occasioni. Il tutto mi ha reso anche più stanco. Dover anche studiare non aiuta, ma non penso che mi abbia penalizzato”. E se Kimi è riuscito nell’impresa, lo deve anche a sua madre. “Mi ha bacchettato per bene. Essendo arrivato fino al quinto anno, sarebbe stato un peccato lasciare all’ultimo, soprattutto visto l’aiuto che mi ha dato la scuola per recuperare”.
Da maturando, Kimi ha acquisito maturità anche in pista nelle prime dieci gare di una stagione che si avvia al giro di boa. Ma quanto si sente cambiato dall’inizio del campionato? “In queste prime dieci gare sono cresciuto molto come pilota, soprattutto a livello mentale. Ma anche come persona, in particolare per le reazioni ai momenti difficili. Pure dover gestire tutte le attività al di fuori della pista, nel corso del fine settimana tra una sessione e l’altra, è qualcosa che fa crescere a livello professionale”.
E a Montréal è arrivato un crocevia importante, un piazzamento a podio che all’Italia in Formula 1 mancava addirittura dal 2009. “Il Canada è stato un weekend veramente importante – riconosce Antonelli - arrivando da tre fine settimana complessi. Ottenere il podio è un passo importante nella mia crescita. Mi sono tolto un bel peso di dosso, e sono entusiasta all’idea di disputare la seconda parte della stagione. Sento che il Canada è stato un punto di svolta”.
Ma c’è ancora del lavoro da fare per migliorarsi in pista. “Questo fine settimana cercherò di esplorare di più nelle prove libere, per avere meno sorprese possibili in qualifica. È stata per diverso tempo il mio punto debole nel corso dei weekend di gara, perché ci arrivavo con troppi punti interrogativi. Devo esplorare di più il grip, sentire il limite tenendo in considerazione l’evoluzione della pista. In certe circostanze sono stato fin troppo conservativo, e questo mi ha penalizzato. Adesso sento che è arrivato il momento di fare un passo in più, senza preoccuparsi di qualche errore nelle prove libere”.
Antonelli in Mercedes è andato a podio prima di Lewis Hamilton con la Ferrari. Come vede questo traguardo? “Non ci penso più di tanto. Lewis ha fatto la storia di questo sport, e non voglio essere minimamente paragonato a lui. Non penso tanto a queste cose. Devo concentrarmi su me stesso e cercare di fare il meglio possibile in pista”. Ora che il podio è arrivato, è inevitabile pensare alla vittoria. Secondo Kimi potrebbe arrivare nel 2025? “Questo è l’obiettivo, dopo aver colto un podio. Sono assolutamente consapevole del fatto che non sia facile, perché il livello è altissimo. Le McLaren sono fortissime, la Red Bull è forte, e c’è anche la Ferrari. Ho poi un compagno di squadra molto ostico. Non è impossibile, però. Quando arriverà il momento e riuscirò a mettere tutto insieme, posso farcela”.
Obiettivi sempre più sfidanti, quelli di Antonelli. Ma Toto Wolff come si sta approcciando a Kimi nel suo primo anno con la Mercedes? “Lui e la Mercedes in generale mi stanno dando tutto il tempo necessario per crescere. Adesso che i risultati cominciano ad arrivare, è naturale che le aspettative salgano. Nei momenti difficili, però, ho sempre avuto grande supporto. Non mi sono mai sentito giudicato. Sono in una posizione che mi permette di non sentire troppa pressione”.
Presto sarà già tempo di guardare al 2026. E Antonelli definisce la monoposto del nuovo regolamento tecnico, che ha già provato al simulatore, “molto particolare”. “A livello di telaio è anche bella da guidare. È una sorta di ritorno al passato, con il fondo piatto e vetture che gireranno molto più staccate da terra. La macchina sarà anche più leggera e divertente. L’unico punto interrogativo riguarda la power unit. Rappresenta un cambiamento molto grosso, con uno stile di guida diverso. Non parlo tanto dello sterzo, quanto dell’input con i pedali, per gestire al meglio la batteria nel corso dell’intero giro. Avremo molte giornate di test il prossimo anno, come è inevitabile che sia con una macchina così diversa sia a livello di telaio, che di motore e di gomme”. Potrebbe essere questa la prima era di cui Kimi Antonelli, maturo a scuola e anche in pista, sarà protagonista.