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Yuki Tsunoda continua il suo percorso di adattamento in Red Bull, consapevole delle difficoltà ma anche delle sue potenzialità. In occasione del media day del Gran Premio d’Austria, undicesimo appuntamento stagionale, il giapponese ha parlato con grande onestà della sua crescita, del rapporto tecnico con Max Verstappen e dell’importanza della fiducia per ottenere il massimo dalla RB21.
“Ho superato la fase in cui cercavo solo di capire a che livello fossimo. Ora riesco a confrontarmi con l’ingegnere per cercare di massimizzare il pacchetto, ma c’è ancora tanta strada da fare”. Il bilancio delle prime gare è stato altalenante. Dopo un buon avvio, Tsunoda ha accusato un rallentamento, legato anche a un calo di fiducia dopo l’incidente di Imola.
“La maggior parte delle sessioni si fanno con tanto carburante, quindi non riesci a cogliere davvero le caratteristiche della macchina. A Imola, per esempio, il comportamento dell’auto è cambiato rispetto alle libere e questo ha portato all’incidente. Da allora ho perso un po’ di fiducia, ma è anche una cosa positiva: ora devo solo reimparare e riadattarmi”.
Tsunoda ha poi rivelato alcuni dettagli sul suo approccio tecnico, che differisce da quello del compagno di squadra Verstappen. “Il setup è un po’ diverso. Alcune piste ci portano ad avere un approccio simile, ma in generale partiamo da basi diverse. Molti piloti in passato volevano esattamente lo stesso assetto — la rigidità delle sospensioni, la campanatura — ma io preferisco partire da quello che ho provato al simulatore, senza sapere cosa usa Max. Poi, con il passare del weekend, finiamo spesso per convergere su qualcosa di simile, perché i nostri feedback sono abbastanza allineati”.
Uno dei punti più delicati resta il feeling con la vettura in fase di qualifica, dove serve fiducia assoluta per spingere al massimo fin dal primo giro. “Anche se sentivo la macchina buona e avevo fiducia, a volte era più lenta. All’inizio dell’anno non capivo ancora bene la macchina, ma ora so che quando cambi assetto non puoi subito spingere al 100%. Le gomme sono limitate, e quando finalmente mi abituo, le prestazioni della gomma sono già calate. Forse se provassi adesso, sarebbe una storia diversa”.
“Sto iniziando a capire la velocità massima che questa vettura può gestire in curva, ma mancano ancora quei piccoli decimi. Se una curva si fa a 190 km/h, magari Max riesce a farla a 190.6 o 190.8. Ogni piccolo margine, curva dopo curva, fa una grande differenza”.
L’incidente di Imola ha inevitabilmente influito sulla sua fiducia, anche considerando i vincoli imposti dal budget cap. “Una volta che finisco un giro, la mia fiducia c’è. So che tipo di macchina ho, ma serve almeno un giro per capirlo completamente. Con la vettura della Racing Bulls sapevo già al primo giro di Q1 che comportamento aspettarmi, ed era un grande vantaggio perché potevo attaccare subito. Ora sto facendo un piccolo passo indietro per evitare incidenti e anche per non danneggiare le gomme. È una fiducia che devo ricostruire, e forse con l’esperienza dovrei già averla, ma non mi aspettavo una differenza così grande tra libere e qualifica”.